18 Marzo ’78 I fascisti uccidono Fausto e Iaio

Fausto e Iaio erano due ragazzi diciottenni.
Vengono ammazzati a colpi di pistola, per strada.
La loro colpa? Erano attivisti del centro sociale LeonCavallo, ai tempi uno dei più attivi della Milano radicale dell’epoca.

Ma non solo.
I due ragazzi infatti stavano conducendo un’indagine sui rapporti tra lo spaccio di droghe (erano infatti gli anni in cui l’eroina mieteva più vittime) e le organizzazioni neofasciste del quartiere. Anche il giornalista che indagava sul caso, e sulle ricerche, viene giustiziato in tempi successivi, il suo taccuino, scomparso. La morte di Fausto e Iaio cade ogni 18 marzo, dal 2003 così maledettamente vicino a quel 16 marzo in cui invece a essere ammazzato dai neofascisti fu Dax.

Sì, tre dei tanti compagni uccisi dai fascisti, ma due casi che, pur separati da decine di anni, mettono in luce le grandi, enormi collusioni che i fascisti portano avanti. Come per Dax, quando davanti e dentro al pronto soccorso in cui era stato portato si scatena una vera e propria caccia all’uomo, o meglio, alla”zecca”, ad opera delle forze dell’ordine, le vecchie amiche dei fascisti, da sempre al loro fianco. Come per Fausto e Iaio, uccisi per aver indagato sui traffici illeciti con cui si finanziano e con cui minano le classi popolari dei quartieri, i fascisti, sempre pronti a scagliarsi contro i deboli, come a difendere i privilegi di chi sulle spalle dei deboli si arricchisce, e spacciargli la morte è solo uno dei tanti modi.

Come i tanti e le tante altre antifasciste morte per i propri ideali, per le proprie battaglie, come i braccianti e gli operai che infuocavano gli scioperi a inizio novecento, ammazzati di botte dalle squadre fasciste al soldo dei padroni, o addirittura come i partigiani, morti nelle nostre città e montagne per liberare il nostro paese. Son da tenere sempre a mente questi esempi, oltre che nel cuore e nelle braccia, perché fin tanto che ci saranno sfruttamento e ingiustizie su questo mondo, ci sarà sempre chi sarà pronto a difenderle e perpetuarle. E ricordiamo ogni volta che ci dicono di non odiare, di non rispondere alla violenza con la violenza, qual è la natura che muove tanto i fascisti di Casapound quanto quelli in doppio petto di Lega e Fratelli d’Italia.

Ricordiamoci qual è la nostra storia, quale il campo di battaglia che abbiamo deciso di calcare: il campo di battaglia di coloro che hanno deciso di opporsi a fascismo e sfruttamento con ogni mezzo necessario, oggi come sempre, e fintanto che esisterà un fascista a seminare odio non smetteremo di lottare, e non saremo soli, ma lotteranno con noi Fausto, Iaio, Dax, e tutti gli altri antifascisti come loro, e quelli che verranno.

I fascisti uccidono Fausto e Iaio

I fascisti uccidono Fausto e Iaio

Firenze Antifascista

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A distanza di 17 anni: Dax odia ancora!

16 marzo del 2003, Milano, quartiere ticinese.
Dax esce da un locale con altri due compagni, ma a loro insaputa ad aspettarli ci sono tre fascisti.
Questi subito tirano fuori le lame e accoltellano ripetutamente Davide e i suoi compagni.
Viene chiamata l’ambulanza, ma prima dei soccorsi arrivano sul posto le forze dell’ordine, addirittura il reparto mobile con tanto di camionetta, che insieme alle volanti ritarderà l’arrivo dell’ambulanza.

Di fronte all’ospedale San Paolo, a cui erano accorsi amici e compagni di dax in seguito alle notizie, polizia e carabinieri circondano l’edificio: Dax non è arrivato vivo in ospedale, ai suoi amici e compagni viene impedito dalla polizia in modo violento di raggiungere il corpo, tanto da ricordare la mattanza della Diaz di appena due anni prima.
Tra le armi di quella sera la preparata e pronta polizia sfodera dentro e fuori l’ospedale mazze da baseball ed estraibili in acciaio.

Il funerale è partecipatissimo e il corteo conta più di 30.000 persone.
La morte del nostro compagno ci ricorda che in un’Italia in cui i fascisti hanno visibilità e legittimità, mentre vengono scoperti sempre più arsenali interi dei camerati, l’unica risposta possibile deve partire da ognuno di noi, perché il fascismo uccide se non lo si combatte: nel quartiere, nelle piazze o per strada, perché non ci siano più morti per mano fascista, noi non faremo un passo indietro.

A distanza di 17 anni: Dax odia ancora!

A distanza di 17 anni: Dax odia ancora!

ANTIFASCISMO CON OGNI MEZZO NECESSARIO, DAX VIVE

Firenze Antifascista

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Solidarietà con i detenuti in rivolta e contro la gestione securitaria dell’emergenza.

San Vittore rivolta

San Vittore rivolta

Qualche anno fa in un volantino scritto in occasione della settimana internazionale a sostegno dei prigionieri palestinesi, dicevamo: i prigionieri sono uomini privati della libertà di muoversi, di esprimersi, di essere padroni del proprio tempo e spazio, costretti in una particolare condizione che è quella di trovarsi nelle mani del nemico. Soffrono per prima cosa a causa di queste privazioni e la sofferenza è uguale ovunque: sia che si tratti di un carcere pulito, asettico, sia che si tratti di un buco fatiscente, perché la base della prigionia è la sofferenza e da questo punto fermo il carceriere fa’ partire tutte le sfumature che distinguono la condizione. Esempio rendere difficili i contatti con avvocati, medici od altro, impedire i rapporti fra prigionieri, sospendere i colloqui con i familiari, ecc. ecc.; è importante che il soggetto prigioniero capisca che non può disporre autonomamente di sé stesso, perché qualsiasi atto banale della sua giornata, deve attendere un consenso, un permesso, un giro di chiave…in parole povere di essere un ostaggio.

I ritmi, quindi, vengono imposti da chi detiene le chiavi e questo “potere” è sventolato sotto gli occhi del prigioniero in ogni istante, con sadico compiacimento: ti distruggo i libri, ti sequestro carta e penna, ti strappo le tue foto, i tuoi ricordi. Da ogni carcere, in primis quelle israeliane, dove la tortura e la morte fanno parte del ritmo quotidiano, nasce comunque la determinazione a resistere, la capacità di sviluppare pensiero e ribellione. Se la condizione li rende uguali nel mondo, la coscienza politica li rende consapevoli che davvero nulla hanno da perdere … se non le loro catene. E questi uomini ostinatamente lottano e vivono!! Nel giugno del 2017 al termine di 41 giorni di sciopero della fame dei prigionieri palestinesi, Ahmad SA’ADAT, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, dichiara:

“I prigionieri hanno fatto un nuovo epico passo grazie alla loro volontà e determinazione, e hanno dimostrato che i diritti loro spettanti devono essere conquistati e non supplicati. Questa vittoria è il frutto degli sforzi collettivi del popolo palestinese che si è stretto intorno allo Sciopero, inclusi singoli ed istituzioni, movimenti nazionali, organizzazioni umanitarie e popolari, attraverso i sacrifici dei martiri, dei feriti e dei prigionieri.”

Oggi, nel cuore dell’Europa quella democratica, libera, dove ognuno può esprimere il proprio pensiero perché siamo in democrazia, ebbene in un solo giorno ai “tempi del corona virus” sono morti 12 detenuti, dei quali 9 solo nel carcere di Modena. Il tutto liquidato come “impazzimento”, sballo di metadone, meraviglia/stupore per il poco senso di responsabilità dei detenuti… Ebbene chi ha conosciuto dall’interno la realtà delle carceri italiane e sa che nonostante gli anni trascorsi la situazione non è mai cambiata, che a San Vittore, ad esempio, nelle celle da tre ci vivono in sei/sette, sa della sporcizia, della mancanza di spazio vitale, del rumore della ferraglia, dei soprusi delle guardie, ecc. ecc. Sa che attraverso la televisione la popolazione carceraria ha appreso che, per salvarsi dal Corona Virus, sarebbe necessario stare gli uni ad un metro di distanza dagli altri, che occorre disinfettarsi con Amuchina (loro che devono mettere bottiglie piene d’acqua nel buco della turca per non far salire i topi), che sono sospesi i colloqui per il loro bene e quello dei loro familiari, che se muoiono fuori dalle mura chissà dentro… La paura di restare intrappolati e di morire uno dietro l’altro nell’indifferenza totale, ha fatto da detonatore della rabbia finora repressa in nome del buon senso e sono scoppiate le rivolte spontanee. E c’è ancora chi si meraviglia che sono insorti e che hanno devastato il primo segno del potere costituito: le galere!!

Come hanno giustamente detto i compagni del S.i.Cobas in un loro comunicato: “la responsabilità di questo impazzimento, che tale non è, risiede in chi è responsabile della gestione di tutti i luoghi di reclusione, centri di detenzione più o meno temporanei che ci siano. In una nazione in cui si sono verificati i casi di Cucchi, Uva ed altri morti per percosse nelle carceri, in cui si è verificata la mattanza della caserma di Bolzaneto a Genova, è difficile non dubitare delle versioni ufficiali.”

Certamente non è neppure colpa della sola crisi sanitaria, resa drammatica dalla mancanza di posti letto, di personale, di sale di rianimazione e di impianti di ventilazione negli ospedali, con le mascherine vendute nelle farmacie a 12€ l’una (nel Lodigiano oggi), ma è l’amaro frutto di quasi trent’anni di tagli alla spesa sociale, di smantellamento dei servizi pubblici, di privatizzazioni e della rincorsa al profitto. Non siamo qui a stupirci neppure della superficialità con cui l’emergenza viene affrontata, prediligendo l’aspetto sicuritario e repressivo/militare: check point, zone rosse, zone gialle, direzione degli interventi affidata alle Prefetture ed alla Protezione civile, denunce a chi “evade” (tanto per ricordare) dai blocchi alla circolazione umana (non certo quella delle merci), divieto di manifestare, cancellazione degli scioperi, perché il capitalismo sempre privilegia i suoi interessi e noi siamo tutto fuorché “illusi”.

Qualcuno ha scritto: “noi come classe siamo più di loro, ricordiamocelo sempre”.

Ricordiamo tutto questo anche quando continueranno a stanziare fondi per la guerra, per gli armamenti, a partecipare alle esercitazioni NATO sconvolgendo i territori, lasciando in giro uranio impoverito e quando ci racconteranno che gli studenti non hanno bisogno di aule, perché possono collegarsi da casa col computer, così gli edifici fatiscenti non gli cascano in testa!

La nostra via è la lotta, la solidarietà internazionalista con gli sfruttati che si battono ogni giorno contro la guerra imperialista, contro la rapina dei territori, contro le carceri ed i CPR per gli immigrati, il sostegno alla Resistenza palestinese ed ai compagni criminalizzati per le contestazioni antisioniste.

Il virus uccide, lo stato borghese pure! La salute non è questione di polizia ma di sanità! I proletari possono difendere la propria vita e salute solo con la lotta di classe!

Fronte Palestina

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Così come negli USA e in molti paesi europei, anche in Italia i/le compagn* e gli/le attivist* solidali con il popolo palestinese finiscono sotto processo. A Milano, come a Roma e a Catania, contestare Israele e le sue politiche significa essere fermati, denunciati, processati.

E’ la sorte che è toccata ad alcuni attivisti milanesi in occasione della contestazione allo spezzone della Brigata Ebraica nel corteo del 25 Aprile (peraltro ripetuta molte volte negli anni) e ad altri attivisti a Roma e a Catania per il passaggio del Giro d’Italia, partito nel 2018 da Israele e in particolare da Gerusalemme, appena dichiarata da Trump capitale indivisibile dell’entità sionista. Due operazioni di propaganda, che mirano a incassare sostegno e a dare un’immagine nel mondo di un’Israele giovane, colorata, cosmopolita, moderna e democratica, mentre dietro a questa facciata ci sono occupazione, pulizia etnica, sfruttamento. Infatti, a Milano il 25 aprile sfilano le bandiere israeliane, come ammette l’associazione “Amici di Israele” che nel 2004 scriveva: “siamo stanchi di partecipare circondati da bandiere palestinesi” La stessa associazione dichiara che la decisione di sfilare con la Brigata ebraica è solo un passaggio di un percorso che deve portare allo “sdoganamento del sionismo”.

E il colmo è che i compagni sono accusati di “istigazione all’odio razziale”, capovolgendo spudoratamente la realtà: è così che attivisti impegnati quotidianamente nell’antifascismo e nell’antirazzismo, nell’appoggio ai popoli in lotta per la propria autodeterminazione, diventano “antisemiti” solo perché criticano Israele e le politiche sioniste. Uno stato frutto di un’ideologia colonialista e razzista, che viene usualmente descritto come “l’unica democrazia del Medio Oriente”, ma che invece è uno stato confessionale, nelle cui leggi fondamentali è scritto, nero su bianco, che “Israele è lo stato-nazione del popolo ebraico”, dove non solo i cittadini arabo-palestinesi sono cittadini di serie b, ma anche gli ebrei sefarditi e originari del Corno d’Africa, così come tutte le fasce meno abbienti, vengono discriminati in tutti gli aspetti della vita e della società.

In effetti oramai non sorprende neanche più che lo stato sionista sia preso a modello sia dalle “sinistre” securitarie che dalle destre sovraniste e nazionaliste europee e non solo, che trovano nel suprematismo, nel militarismo e nel controllo sociale israeliani la via da seguire.

Per tutti questi motivi respingiamo con forza al mittente l’accusa di razzismo e antisemitismo, esprimiamo la nostra più convinta solidarietà a tutti gli attivisti indagati (il 10 Marzo si terrà l’udienza preliminare di Milano), e dichiariamo inaccettabile l’attacco portato dal sionismo e dai suoi complici all’agibilità politica del movimento di solidarietà al popolo palestinese e alla libertà d’espressione in generale. Perché è un diritto, oltre che un dovere, criticare e contestare Israele e i suoi governi, le sue politiche di occupazione, colonizzazione, apartheid, che condannano, assieme all’imperialismo dell’alleato americano, tutto il Medio Oriente ad un presente e un futuro di guerra e ingiustizia. Così come è un diritto e un dovere quello di respingere il “piano Trump”, irricevibile ed ennesimo progetto di spoliazione di diritti, terra e libertà del popolo palestinese.

Solidarietà agli/alle attivist* colpit* dalla repressione!
Non siamo antisemiti ma antisionisti, antirazzisti e antifascisti!

Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio
Associazione Amicizia Italo-Palestinese Onlus
CPA Firenze Sud
Fronte Palestina Firenze
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Krisis – Collettivo di studi umanistici e della formazione
Collettivo d’Agraria
Assopace Palestina Firenze
Rifondazione Comunista – Firenze

Posted in Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, comunicati, Palestina | Comments Off on Così come negli USA e in molti paesi europei, anche in Italia i/le compagn* e gli/le attivist* solidali con il popolo palestinese finiscono sotto processo. A Milano, come a Roma e a Catania, contestare Israele e le sue politiche significa essere fermati, denunciati, processati.

Sabato 7 Marzo 2020 Serata metal – ANNULLATA

Serata metal No remorse Ciomporock

Serata metal No remorse Ciomporock

Serata metal con:
We are no remorse (heavy Metal Core since 1999)
Ciomprock (trash metal core since 1992 )

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Giovedì 5 Marzo 2020 Non dimentichiamo Idy Diene

per Idy Diene

per Idy Diene

Il 5 marzo 2018 Idy Diene veniva ucciso con sei colpi di pistola sul ponte Vespucci.

Una morte assurda, la morte di chi muore per il colore della sua pelle.
Roberto Pirrone, l’assassino, è stato condannato a trent’anni, ma non si è voluta riconoscere l’aggravante dei motivi razziali.
La targa posta sul luogo dagli antifascist* e antirazzist* fiorentini è stata imbrattata con vernice nera lo scorso novembre, come a confermare la connotazione fascista e razzista di quell’omicidio.
L’abbiamo ripulita, e vogliamo che il ricordo dell’assassinio di Idy, come di tutte le vittime dell’odio razzista, rimanga vivo nelle nostre menti: a dirci che il razzismo esiste e che non dobbiamo abbassare la guardia contro il vecchio e il nuovo fascismo.

Firenze non dimentica!
Firenze è Antifascista!

Vedi anche l’evento fb lanciato dalla Rete Antirazzista di Firenze:
https://www.facebook.com/groups/177037978988432/events/

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Sabato 29 Febbraio 2020 Sosteniamo i Lavoratori In Lotta – ANNULLATO

INIZIATIVA ANNULLATA

Sosteniamo i lavoratori in lotta

Sosteniamo i lavoratori in lotta

INIZIATIVA ANNULLATA

SOSTENIAMO I LAVORATORI IN LOTTA
Il K100fuegos e il Collettivo di Fabbrica GKN organizzano una serata di incontro, confronto e sostegno tra lavoratori.

18:00 Presentazione del libro
“Quando la FIAT parlava Argentino – Storia di operai senza eroi”
con l’autore Camillo Robertini

Incontro tra lavoratori attivi sulle vertenze del territorio della piana FI-PO-PT

20:30 Cena in sostegno della cassa di resistenza dei lavoratori Pratesi in lotta e che sono stati colpiti dal Decreto Salvini con multe da 4000E l’uno per aver scioperato.

Menù dello Chef ORO:
– pennette al sugo di pecora
– pecora in umido
– contorno
– acqua/vino
possibilità di alernativa vegetariani.

prenotazioni entro Merc 26/2 sulla pagina fb o al numero 3283835166

23:00 Concerto live con
IL BANCHETTO BAND
(Tributo a De André)

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Solidali con gli/le antifascisti/e genovesi colpiti dalla repressione.

Combattere il fascismo non è solo una dichiarazione d’intenti ma una pratica politica quotidiana per impedire a questi topi di fogna di agire indisturbati.
Abbiamo sempre indicato i responsabili della presenza dei fascisti e delle loro sedi sui nostri territori proprio nelle istituzioni e in un sistema politico che in nome di una malintesa libertà di espressione non ha fatto altro che concedere loro piena legittimità.
Per questo non ci stupiscono le accuse della magistratura ai compagn* di Genova, scesi in piazza il 23 maggio 2019 per opporsi al comizio di Casapound, ben protetto dalla questura e pienamente legittimato dalle istituzioni cittadine e nazionali. Allo stesso modo non ci sorprende venire a conoscenza delle indagini, portate avanti dalla questura fiorentina, nei confronti di chi il 19 maggio 2019 si oppose in modo determinato al comizio di Salvini in piazza Strozzi a Firenze.

In quei giorni a Genova e Firenze, così come in moltissime altre città d’Italia, migliaia di antifascist* sono scesi in piazza per ribadire che non c’è spazio nelle nostre città per chi fomenta la guerra tra poveri nel tentativo di nascondere i veri responsabili di una crisi politica ed economica che diventa ogni giorno sempre più grave. La presenza dei fascisti è necessaria per creare il terreno per politiche sempre più reazionarie, che colpiscono i settori popolari in piena continuità tra i successivi governi; ma lo è anche per sventolare davanti all’opinione pubblica democratica lo spauracchio della minaccia fascista.

Così, in un colpo solo, fascisti e razzisti portano acqua al mulino del sistema sia da destra che da sinistra. E così si crea un consenso completamente appiattito sulla logica dei “buoni” e dei “cattivi”: le sardine i buoni e salvini il cattivo/gli immigrati i cattivi e salvini il buono.
Quando invece, nel palcoscenico politico, intervengono
migliaia di persone che non riconoscono ai fascisti alcuna legittimità ecco che lo stato interviene puntualmente per punire chi è realmente incompatibile con questo sistema.
Purtroppo per loro però il legame della solidarietà è un valore che i nostri partigiani hanno saputo ben trasmettere e per questo non lasceremo solo nessuno davanti ad un tribunale che pensa di poterci giudicare per aver praticato ciò che riteniamo da sempre come antifascist* pienamente leggittimo, ovvero impedire ogni forma di propaganda fascista e razzista in questo paese.

Firenze Antifascista

Genova vi odia

Genova vi odia

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Domenica 23 Febbraio 2020 CineLab Bimbi

Cinelab bimbi carnevale

Cinelab bimbi carnevale

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La piana non si è arresa al potere del denaro! abbiamo vinto, no aeroporto! Ora avanti con il parco della piana per tutti!

Il Consiglio di Stato cancella il nuovo aeroporto confermando la sentenza del Tar Toscano che aveva accolto il ricorso promosso dai Comitati e dai Comuni.
Gli abitanti della Piana ancora una volta hanno vinto, con la forza collettiva delle idee e della partecipazione, ancora una volta dopo aver abbattuto con 15 anni di lotte l’Inceneritore di Firenze, un’altra grande vittoria collettiva contro il mega Aeroporto del blocco di potere Eurnekian, Renzi&Carrai, Nardella, Rossi, Giani, la Confindustria e Confcommercio.
La sentenza ha confermato quello che già sapevamo, ovvero la pressapochezza e malafede degli amministratori pubblici, che non si preoccupano di rispettare le procedure ma anzi rimandano le valutazioni sui rischi delle grandi opere e scaricano i danni sulla collettività , in nome degli interessi e dei profitti, privati ovviamente.
Con manifestazioni, ricorsi, presidi, abbiamo difeso insieme il territorio, con la forza di tanti abbiamo sconfitto il potere e gli interessi di pochi!
Per la vittoria nei tribunali amministrativi molto del merito va ai Comitati no aeroporto di Prato che hanno fatto un grande lavoro di studio degli aspetti legali.
Ora vogliamo il parco della Piana e il ridimensionamento dell’attuale aeroporto, che oltre a non rispettare le prescrizioni e di fatto operare fuori legge, è
incompatibile con la vita e la salute di decine di migliaia di persone!

Continuiamo a lottare insieme, per tutti!

Abbiamo vinto

Abbiamo vinto

DOMENICA 23 Febbraio ore 10,00 ci vediamo al Presidio Noinc-Noaero di Via dell’Osmannoro, per festeggiare insieme con una camminata e pulizia del Parco, la visita alla nuova cassa di espansione e pranzo!

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