Solidarietà e pieno appoggio ai prigionieri che difendono le proprie condizioni di vita, alle loro lotte, alla Resistenza del popolo palestinese.

Prigionieri palestinesi covid19

Prigionieri palestinesi covid19

Il professor Mazin Qumsiyeh, Direttore del Museo Palestinese di Storia Naturale, il 19 marzo 2020, dalla cittadina di Beit Sahour scrive: “Perché i cittadini lasciano che i loro governi accumulino poteri da usare in benefici politici durante una crisi, poteri che violano i diritti civili, sapendo che quando la crisi sarà finita i governi non restituiranno quei diritti ai cittadini (vedi ad esempio l’atto Patriot del 2001)?”

Infatti, dopo l’11 settembre, prese il via un ampio processo di riforme legislative in materia di lotta al “terrorismo” sia negli Stati Uniti, ma anche nel resto del mondo. Questi mezzi legislativi hanno inciso in modo fondamentale sulla libertà e sulla sicurezza delle persone, in nome della sicurezza nazionale. Il primo atto emesso dal congresso nei giorni successivi fu L’Usa Patriot Act (comunemente noto come Patriot Act) che è stato trasformato in legge da George W. Bush il 26 ottobre 2001. Il titolo della legge è formato da tre lettere -Usa- che precedono un acronimo di sette lettere -Patriot-, il cui senso è “unire e rafforzare l’America fornendo strumenti appropriati necessari per intercettare e ostacolare il terrorismo”. Il 26 maggio 2011, il presidente Barack Obama ha firmato l’estensione per quattro anni di tre disposizioni chiave della legge: intercettazioni telefoniche itineranti, ricerche di documenti aziendali e sorveglianza di “lupi solitari”, cioè individui sospettati di attività legate al “terrorismo” senza far parte di gruppi terroristici. A causa della mancata approvazione del Congresso, alcune parti del Patriot Act sono scadute il 1° giugno 2015, ma, il giorno successivo, le stesse sono state ripristinate (es. l’autorizzazione per intercettazioni e monitoraggio dei “terroristi” e rinnovate fino al 2019.

Per i regimi imperialisti, l’emergenzialismo è il terreno su cui applicare nuove forme di repressione, spesso già sperimentate in quel laboratorio del controllo e della guerra di aggressione che è la Palestina occupata dai sionisti. I regimi imperialisti sprecano miliardi nel settore militare e della repressione, a spese della sanità pubblica, impoverita e saccheggiata, come vediamo drammaticamente questi giorni. Si manifesta così l’ipocrisia emergenzialista e il disprezzo per la vita umana da parte degli imperialisti. Disprezzo che è evidente, non solo per come i governi hanno affrontato l’emergenza coronavirus, privilegiando l’aspetto repressivo e di allontanamento sociale, ma anche per tutto il silenzio che circonda i 25.000 che muoiono ogni giorno di fame, i 10.000 che muoiono ogni giorno per malattie come la malaria che si può prevenire, o per le centinaia che muoiono ogni giorno per effetto del blocco (ad esempio Gaza, Venezuela, Cuba, Iran), come ha sottolineato nel suo scritto anche lo stesso Qumsiyeh.

E anche per l’indifferenza nei confronti di tutto il popolo Palestinese che quotidianamente viene sottoposto a interminabili controlli, limitato nella libertà di movimento, rapinato della terra, dell’acqua e della sua storia ed identità dall’entità sionista che qui in Italia, e non solo, viene indicata come “faro della democrazia in Medioriente”.

L’autorità delle carceri israeliane ha comunicato due giorni fa che nel carcere di Majeddo quattro prigionieri palestinesi sono stati infettati dal corona-virus. Già da tempo i prigionieri avevano chiesto protezioni, coscienti, in particolar modo, anche delle loro precarie condizioni di salute, e ora accusano i sionisti di aver pianificato il contagio dal momento che non è stato preso nessun provvedimento neppure per coloro che sono a stretto contatto con i detenuti.

Hanno quindi deciso di attuare una serie di azioni di protesta, infatti da venerdì 20/3 hanno iniziato con il rifiuto del cibo e chiedono la liberazione dei prigionieri ammalati, delle donne e dei bambini. Ricordiamo che attualmente ci sono 180 minori reclusi nelle carceri sioniste, di cui 26 sotto i sedici anni, che vivono in condizioni di sovraffollamento.

Israele sta cogliendo l’occasione per attuare gli ultimi ritocchi al suo piano di completa egemonia, di pulizia etnica e, non a caso, recentemente l’esercito sionista di occupazione è andato a Betlemme completamente equipaggiato con protezioni antivirus per arrestare tre persone nelle loro case.

Come Fronte Palestina ci siamo sempre battuti a sostegno dei prigionieri palestinesi e non vogliamo tacere proprio ora che la notizia della pandemia sta oscurando tutto compresa la strage di Stato perpetrata nelle carceri italiane contro i detenuti in lotta.

Solidarietà per i Palestinesi di Gaza che non hanno mai scelto di vivere in una prigione a cielo aperto, e neppure di essere condannati a morirci!

Fronte Palestina

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