Giovedì 17 febbraio 2022 Prima assemblea cittadina convocata dal Gruppo di supporto “Insorgiamo con i lavoratori” in vista della manifestazione del 26 marzo a Firenze

Prima assemblea cittadina convocata dal Gruppo di supporto "Insorgiamo con i lavoratori"

Prima assemblea cittadina convocata dal Gruppo di supporto “Insorgiamo con i lavoratori”

1. Il 17 febbraio alla Casa del Popolo di Quinto Basso ci sarà la prima assemblea cittadina convocata dal Gruppo di supporto “Insorgiamo con i lavoratori” in vista della manifestazione del 26 marzo a Firenze.
Chiediamo fin da ora a tutte le Rsu, le realtà, i collettivi, le strutture, i comitati e le organizzazioni di farla propria e rilanciarla.
(https://www.facebook.com/events/259531632868699/).
Chiediamo a chi fosse interessato ad intervenire di prenotarsi inviando un messaggio al numero della Segreteria del Collettivo di Fabbrica (3478646481).

2. In tal senso vogliamo dare alcune indicazioni per aiutare il dibattito.
Vogliamo sapere perché vi butterete anima e corpo nella costruzione del processo che ci porterà al 26 marzo oppure perché non vi parteciperete affatto.
Vogliamo sapere perché magari, invece, per ora state solo alla finestra con interesse ma con dubbi, critiche o perplessità.
Vogliamo capire quali siano le possibili alternative a quella data per la costruzione di una opposizione politica e sociale che rappresenti un punto di riferimento per le tensioni che si stanno creando nella base di questa società ma non riescono a trovare espressione unitaria e complessiva.

3. Quando parliamo di opposizione politica e sociale parliamo di rapporti di forza.
Lo facciamo con un esempio che ci riguarda direttamente.
La simbiosi tra fabbrica e territorio, tra operai, collettivo di fabbrica e assemblea permanente, il supporto dei solidali e delle solidali, hanno permesso che i licenziamenti in Gkn fossero respinti e la firma di un accordo quadro molto avanzato con la nuova proprietà.
É stata la stessa forza, la stessa rete di solidarietá che ha permesso alla “marcia dei 40mila”, quella buona del 18 settembre di essere ciò che è stata: solo una costruzione capillare in tutta la cittá tra volantini, manifesti, striscioni, presidi, assemblee e banchetti poteva arrivare a tanto. Abbiamo bisogno ancora della stessa forza. Della stessa solidarietá. Dello stesso impegno.
Solo così, la vittoria che oggi é stata sancita sul piano sindacale potrà cercare di imporsi anche su quello politico: anche questa é la ragione per cui la legge antidelocalizzazione scritta da operai e giuristi davanti ai cancelli della fabbrica e poi presentata in Parlamento ad oggi ha solo evidenziato una contraddizione ma non si é fatta norma.

4. Quando parliamo di piano politico intendiamo ció che proviamo a spiegare con un esempio più generale.
Siamo davanti ad un aumento speculativo di carburanti e bollette. Aumenti vertiginosi: fino al 40%. Tutti i prezzi al consumo sono destinati a salire. I salari sono fermi. Anzi scendono. Da anni. Questi aumenti quanto incideranno sul nostro salario?
In Francia gli aumenti e i rincari non andranno oltre il 4%.
Forse, proprio lo stesso Draghi potrebbe sfruttare strumentalmente questa differenza per rilanciare il nucleare in Italia e senza un’altra chiave di lettura molti potrebbe seguirlo. Noi, non solo diciamo che per i lavoratori sarebbe comunque un costo anche in termini ambientali ed economici… Noi proponiamo un’altra chiave di lettura.
Forse ció dipende dal fatto che il governo di Macron sia piú sensibile e solidale rispetto al governo Draghi? Certamente no, visto che entrambi rappresentano gli interessi del capitale finaziario, di multinazionali, industriali e banchieri.
Il governo francese ha scientemente contenuto l’aumento rinunciando a specularvi perché ricorda molto bene le mobilitazioni, i blocchi, gli scioperi, le proteste innescate dall’ultimo aumento dei carburanti e la propensione a mobilitarsi che negli ultimi anni hanno dimostrato di avere lavoratori e lavoratrici in Francia.

5. Questo vuol dire agire sui rapporti di forza.
Abbiamo bisogno di incidire sui rapporti di forza perché solo attraverso un’inversione di tendenza del loro attuale sbilanciamento possiamo provare ad imporre una gestione altra della pandemia, della crisi ecologica, del lavoro, fino allo stesso caro-vita.
Solo cosí possiamo fare in modo che una visione complessiva di una società alternativa esca dal minotarismo e si faccia questione maggioritaria.
Per questo il piano sindacale e economicista non sono sufficienti ma dobbiamo confrontarci sul piano politico.
Questo vuol dire che peró non sarà una singola fabbrica a riuscirvi.
Nessuno vi riuscirà da solo.
Ma insieme… forse… chissà… succederà…

6. Se ci voleste chiedere “voi dove volete andare?”, vi risponderemo che molto dipende da quanto ancora quel “voi” è distante dal “noi”! Quali sono i passaggi utili e necessari perché il “noi” e “voi” sfumino e si saldino.
Questo sarà un processo di reale convergenza o non sarà affatto. Sarà, oppure, lentamente, rischierà di rientrare nella normalizzazione, nella compatibilità, negli equilibri dell’oggi.
Quale forma prenderà nessuno è in grado di stabilirlo ora e adesso. Potremo stabilirlo solo lottando insieme, mettendoci a verifica, facendo bilanci e rilanciando. La forma sarà quella necessaria per affrontare le sfide e rispondere alle ambizioni che ci porremo: la pratica dell’oggi alimenta la teoria che ci servirà per la pratica del domani.

7. Se non il “convergere per insorgere” del 26 marzo a Firenze, cosa allora?

Insorgiamo con i lavoratori GKN

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