Macche’ volontariato, dovete pagarci!

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Work for free

Work for free

“𝘊𝘰𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘤𝘦𝘭𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘴𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘣𝘦𝘯𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘯𝘦 𝘶𝘴𝘤𝘪𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘤𝘤𝘩𝘪𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘦𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘪𝘤𝘰, 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘤𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘳𝘪𝘱𝘢𝘨𝘢𝘵𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯’𝘢𝘭𝘵𝘳𝘢 𝘮𝘰𝘯𝘦𝘵𝘢, 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘦𝘵𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰: 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘳𝘳𝘪𝘤𝘤𝘩𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘦.”
Eurovision Song Contest 2022

Una delle truffe più grandi e ben orchestrate del nostro tempo, è la narrazione romantica del “volontariato”. Una farsa, che fa leva su una falsa morale che incensa il lavoro non retribuito come una grande opportunità, come un’esperienza da cogliere, come una libera scelta per un-una giovane, oltretutto da ringraziare per il suo senso civico e il suo “servizio alla comunità”.
Una palestra di obbedienza, di sfruttamento, che deve abituare a vendere il nostro tempo a qualcuno e farlo pensando che sia normale. Normale lavorare gratis.
E se questo accade dai banchi di scuola e all’università, con i progetti di Alternanza, Stage e Tirocini, oltretutto spesso tutt’altro che stimolanti e formativi, da tempo è un dilagare di grandi eventi, kermesse o fiere dove si “cercano volontari”. In Italia l’esordio su larga scala fu ad Expo 2015 a Milano, dove si chiedeva 8000 volontari/e, osannati su Tv e giornali come “un esercito gentile di giovani volenterosi con zainetto e cappellino”, impegnati a coprire le nefandezze, gli appalti truccati e i buchi di bilancio (pubblici!) per la mitica kermesse (privata!)
Ma fra concertoni vari, come quello del Jova Beach dove si chiedevano giovani volontari disposti a fare turni da 12 ore (!!) ma con qualche gadget e panino pranzo/cena di ricompensa, fino a musei e mostre, è di nuovo un grande evento musicale come EUROVISION a fare appello a “giovani volontari under 30” pronti a “viversi in modo alternativo l’evento da fan” mettendosi a servizio pronti ad entrare gratis (!!) nel parco-fiera se disponibile a fare turni che possono durare fino a tutto il giorno, e dare almeno 3 turni di disponibilità. E beh certo, sennò che fan sei se non te la sudi un po? E poi, ce l’avresti sennò i soldi per permetterti un biglietto?
Fortunatamente a Torino, sede primaverile dell’evento europeo, si è alzata la voce di giovani e lavoratori. Con un tasso di disoccupazione giovanile del 30%, con una crisi assillante che non permette a chi lavora di pagarsi affitto e bollette, con 1 lavoratori su 4 ha stipendio così basso da soglia di povertà, che fantastica idea cercare centinaia di lavoratori gratis ad ingrassare il conto di un grande evento musicale con incassi da quattro zeri!!
Il nostro tempo è prezioso, e regalarlo a chi ci lucra sopra è inaccettabile. Si chiama lavoro gratuito. Si chiama sfruttamento. E va combattuto. E sabotato

Che lavoro di merda

Che lavoro di merda

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