45.000 BUONI MOTIVI per NON DIMENTICARE.
Piazza Tasso, 17 luglio 1944
E’ il tardo pomeriggio, la gente comincia ad uscire intorno alle 18 passata la canicola.
Un gruppo di camicie nere, la così detta Banda Carità, ovvero un reparto di servizi speciali integrato nelle Milizie Volontaria Sicurezza Nazionale (costituite proprio a Firenze nel settembre del 1943 in funzione antipartigiana, operavano in autonomia ma in stretta collaborazione con le SS tedesche) guidate da Giuseppe Bernasconi. scese dal Poggio Imperiale.
Bernasconi sostituiva in quelle settimane proprio Carità, mossosi verso nord per organizzare la controinsurrezione nelle città settentrionali. Dopo essersi fatto le ossa in Toscana, lasciò le redini della milizia ad uno squadrista delle prima ora, messo da parte dal Regime nella fase di assestamento e “normalizzazione”, e pienamente riabilitato durante l’esperienza Repubblichina.
Le camionette superarono Porta Romana e arrivati ai margini dei giardini di Piazza Tasso spararono senza alcun preavviso sulle persone.
La piazza era piena di persone e bambini del quartiere, nel consueto luogo di ritrovo della gente di San Frediano, nell’ora del passeggio serale…
Rombo di motori, poi il suono delle mitraglie.
Il panico si diffuse mentre tutti cercavano disperatamente di trovare un angolo sicuro per mettersi al riparo da quella pioggia di fuoco. Il piccolo Ivo Poli, 8 anni, fu la prima vittima e rimase ucciso sul colpo, raccontano le cronache orali.
Quello che sappiamo è che insieme al piccolo, morirono Igino Bercigli, Corrado Frittelli, Aldo Arditi, Umberto Peri.
Le gip dei fascisti entrarono in quartiere senza voltarsi indietro, dopo essersi “fatti spazio” in piazza sparando sui sanfredianini inermi, si intrufolarono per le vie dei Rione..una grande retata portò all’arresto di diverse persone, ritenute collaboratrici dei GAP e della guerriglia partigiana. Saranno torturate e incluse nel drappello dei circa venti uomini fucilati alle cascine il 23 Luglio. I loro corpi saranno ritrovati solo a guerra finita.
L’azione dei fascisti fiorentini aveva il palese intento di intimorire e di punire la popolazione del quartiere, da sempre particolarmente ostile al regime e luogo di rifugio per gappisti e militanti antifascisti che stavano intensificando le loro azioni preparando l’insurrezione, che sarebbe arrivata solo qualche settimana dopo, l’alba dell’11 Agosto.
Firenze Antifascista e il suo impegno militante in città da sempre lega la memoria di ieri alla lotta di oggi, nella consapevolezza che gli anticorpi alla barbarie e alla vigliaccheria del fascismo in questa città si diffondano con la pratica quotidiana.
Memoria dunque, memoria popolare -che si diffonde di generazione in generazione- in una città che ha dato e pagato tanto per la propria libertà e il proprio riscatto,e nei quartieri dove ancora oggi si creano legami di solidarietà e sostegno contro la povertà, la speculazione, le arroganze del potere e le mancanze delle amministrazioni.
E lotta, dunque, come pratica che difende e diffonde i valori di chi ha combattuto ed è morto per un riscatto che parlava di uguaglianza dove c’erano ingiustizie, di pace fra i popoli quando imperava colonialismo,guerra e razzismo, di solidarietà dove c’era terrore, repressione torture, di giustizia sociale dove c’era sfruttamento e ricatto.
Oggi come ieri l’Antifascismo è memoria viva in questa città, ma sopratutto è pratica concreta e quotidiana per un futuro migliore.
Se chi è antifascista oggi viene condannato, arrestato, multato e manganellato, non ci dobbiamo sorprendere. La storia ci dice che abbiamo ancora tanto da conquistare.
E altri 45.000 buoni motivi per essere, oggi, antifascisti e antifasciste.
Lo dobbiamo anche ai martiri di Piazza Tasso!
★★★
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Firenze Antifascista