Il fascismo uccide, se non lo si combatte!

L’11 di Aprile del 1993, veniva assassinato a diciannoveanni Guillem Agullò, ucciso a Montanejos, piccolo paese dell’entroterra valenciano.
Giovane compagno della sinistra indipendentista, attivo nel collettivo giovanile “Maulets”, fu riconosciuto in quanto “catalano e antifascista”, aggredito e accoltellato vigliaccamente da un gruppo di neofascisti spagnolisti.

“Dove non arriva il manganello dello sbirro, arriva la lama del fascista”. Recita così uno slogan dei compagni/e greci/he, a testimoniare come la violenza fascista sia strutturale, e come dove non basta repressione, denunce, isolamento da parte delle Stato e delle polizie poste a difesa dello status quo, arriva la viglieccheria fascista a pugnalare ed uccidere, tentando di impaurire, colpire, fermare i movimenti popolari che si organizzano nei quartieri, nei territori, a scuola, o sul lavoro

Il fascismo avanza uccidendo, spesso protetto dallo Stato, ma avanza anche infondendo odio, rancore, intolleranza, creando il terreno per la barbarie razzista e sessista.
L’antifascismo, la solidarietà di classe, l’antirazzismo e il mutuo soccorso, l’antisessismo e l’emancipazioni di genere, la lotta per cambiare questa società sono l’unico antidoto possibile al virus del fascismo.
Perché ciò non accada mai più, continuiamo a lottare sul percorso intrapreso dai nostri e dalle nostre partigiane.

Guillem Agullò

Guillem Agullò

Firenze Antifascista

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