Firenze non dimentica chi ha dato la vita per la liberazione.

Alle pendici del Monte Morello, il 10 aprile 1944, vengono avvistate numerose uniformi tedesche: sono le truppe del reparto esplorante “Hermann Göring”, comandate dal colonnello G. H. Von Heydebreck e assistite dagli infami repubblichini del posto, che contano 3 compagnie di soldati e una squadra della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana).

Lo scopo dichiarato dell’operazione è stroncare la resistenza locale, che ultimamente si sta intensificando. Entrati a Cercina guidati dal colonnello Loeben, i nazifascisti mettono a soqquadro il paese: le case sono razziate e gli uomini rastrellati, circa 300 in paese e 20 nella Pieve, dove sta venendo celebrata la messa da Don Alfonso Nannini, un noto fascista. I 300 rastrellati in paese sono indiscriminatamente arrestati e portati nelle carceri fiorentine, mentre i 20 arrestati alla Pieve sono obbligati a trasportare munizioni.
Una pattuglia, tuttavia, sotto delazione di Don Nannini, si avvia verso la casa del medico Brunetto Fanelli, ove quest’ultimo viene tempestivamente arrestato assieme ad altri 6 uomini. I 7 uomini sono portati alla località denominata “Il Masseto” e fucilati.
Il giorno stesso, a Cerreto Maggio, il reparto Göring si renderà protagonista di un altro bagno di sangue, uccidendo altri 7 uomini sospettati di esser partigiani.

Un mese dopo, quattro gappisti si ricordarono dell’infamia del collaborazionista Don Nannini, giustiziandolo davanti alla stessa Pieve di Cercina dove egli aveva tanto prontamente denunciato i suoi compaesani.

Ancora oggi, ricordiamo chi vigliaccamente contribuì a mandare al patibolo migliaia civili innocenti e partigiani, così come commemoriamo chi ha lottato contro le rappresaglie e i soprusi dei nazifascisti, perché è stato il sangue di figure come il dottor Fanelli a liberare questo paese dall’onta fascista, e nessun revisionismo fascista potrà mai cambiare ciò.

Firenze non dimentica chi ha dato la vita per la liberazione

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Firenze Antifascista

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