Sabato 15 gennaio 2022 Presidio per non dimenticare Piombo Fuso

Presidio per non dimenticare Piombo Fuso

Presidio per non dimenticare Piombo Fuso

Ore 15.30 Piazza Santa Maria Novella

Tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 l’operazione “Piombo Fuso” condotta dall’esercito israeliano nella striscia di Gaza ha provocato una devastazione e un massacro impressionanti. Ne sono derivati miseria, disoccupazione, distruzione e isolamento che non hanno risparmiato nessun aspetto dell’esistenza pubblica e privata. La guerra di Israele contro Gaza ha preso di mira tutti e tutto, fattorie e industrie comprese.

Associazione di amicizia Italo Palestinese

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Ci pare che la notizia di oggi è che la fabbrica di Marradi non chiuderà.

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Ci pare che la notizia di oggi è che la fabbrica di Marradi non chiuderà. La lotta, quella dura, collettiva, in grado di andare alle radici dello scontro, paga. E se non paga in vittorie, paga in dignità. E la dignità prepara, sempre e comunque, un futuro migliore.
Insorgere, difendere le macchine, allargare i rapporti sociali, costruire legami tra azienda e territorio è un metodo. Da coltivare, costruire, approfondire. A Marradi, nella fabbrica le lavoratrici fanno tutto da sole. Sono in grado di condurre l’intero processo produttivo e manutentivo.
Ci pare anche che la notizia di oggi sia che c’è una controproposta della proprietà tale da lasciare aperta la fabbrica, ma spostare la produzione di marron glacé attuale. Non ci permettiamo di commentare una trattativa dall’esterno, senza avere gli elementi per farlo. Ci limitiamo solo a una considerazione generale: ci colpisce questa smania dei padroni di staccarti dal tuo lavoro, dalla tua competenza, da ciò che sai fare, di indebolire così la tua capacità di ripartenza, di narrazione, la tua caratteristica di sapere, capire, progettare.
E’ successo anche qua: a un certo punto istituzioni, sistema economico, ci hanno detto che qua si produrrà qualcosa, macchine farmaceutiche o inverter o magari, chissà, centraline o qualsiasi altra cosa. Noi non siamo più una fabbrica di automotive, noi siamo una scatola da riempire.
Poco importa che qua ci fosse un “monumento”, una storia. Sì, insomma, è come se ti ricordassero che in fondo tu sei un vile salariato, che qualsiasi cosa tu produca, in fondo tu produci salario e loro profitto. E quello che c’è nel mezzo, pace, può cambiare, mutare, ma è una variabile di circostanza.
Questo naturalmente avviene quando ristrutturano, perchè in condizioni normali anzi ti chiedono di non badare troppo al salario ma di concentrarti sull’attaccamento al tuo lavoro. Un attaccamento che spesso pretendono gratuito, demansionato, con contratto precario.
Ecco, ricordiamocelo sempre. Se siamo vili salariati, lottiamo con ancora più coraggio per la nostra condizione di salariati. E da questo coraggio, in verità, scopriremo che questi vili salariati sanno essere classe dirigente. #insorgiamo

Video:
https://www.la7.it/piazzapulita/video/la-fabbrica-dei-marroni-il-racconto-di-stefano-massini-13-01-2022-417771

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

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Fermiamo la ruota dello sfruttamento: occupata ruota panoramica nel giorno dell’inaugurazione di pitti uomo!

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[Firenze, 11 gennaio 2022]
Nel giorno dell’inaugurazione dell’edizione invernale di PITTI UOMO, una quarantina di lavoratori e lavoratrici precari/e ferma la ruota panoramica sotto lo slogan “Fermiamo la ruota dello sfruttamento, non si può lavorare così!” denunciando contratti truffa, orari di lavoro estenuanti per paghe insostenibili.
“Se in un Paese come l’Italia dove da oltre trent’anni, unico caso in Europa, diminuiscono i salari, aggiungiamo l’aumento delle bollette e del carovita, bisogna domandarsi come sia possibile vivere con questi salari da fame”. “Quando va bene siamo assunti con contratti a chiamata, con nessuna tutela e niente coperture per infortuni o malattia. Ma la cosa vergognosa è che non è cambiato nulla: turni sempre più lunghi, fino a 12 ore, e paghe che spesso non superano i sei euro all’ora. Oggi” ironizzano, “con due ore di lavoro possiamo permetterci al massimo un giro di giostra sulla ruota panoramica”.
Stamane gli ex lavoratori della fiera della moda hanno diffuso la prima parte di interviste raccolte da lavoratori che da anni prestano servizio nel più importante evento del fashion in Italia. “Tutto questo lusso” concludono i lavoratori” si accompagna alla retorica della ripresa e del rilancio dell’occupazione. Andrebbe detto, invece, che questi settori si reggono sulla fatica e su paghe da fame”.

Sulla pagina @chelavorodimerda stanno arrivando testimonianze e video interviste, a Firenze c’è un sistema di sfruttamento che va dai grandi eventi alle quotidiane condizioni di lavoro nei bar e ristoranti, dei reader e dei lavoratori in appalto.
Le briciole di questo sistema sono state lasciate davanti alla ruota panoramica davanti alla Fortezza da Basso.
I lavoratori di questa città non le accettano più!

Occupata ruota panoramica nel giorno dell'inaugurazione di pitti uomo!

Occupata ruota panoramica nel giorno dell’inaugurazione di pitti uomo!

Occupata ruota panoramica nel giorno dell'inaugurazione di pitti uomo!

Occupata ruota panoramica nel giorno dell’inaugurazione di pitti uomo!

Che lavoro di merda

Che lavoro di merda

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Buona edizione pittiuomo 2022 – stay tuned

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Adesso basta, la briciole non ci bastano più! Adesso parliamo noi!

Adesso basta, la briciole non ci bastano più!
Adesso parliamo noi!

Queste sono alcune voci di lavoratori e lavoratrici su uno degli eventi più importanti per la nostra città.
L’amministrazione si fa vanto del prestigio portato da evento del genere, ma a chi vanno tutti quei soldi? Sicuramente non a chi lo rende possibile montando uno stand, facendo il parcheggiatore, l’hostess, il cameriere o la guardia notturna.
Un evento che si fonda sulla nostra fatica: mentre noi raccogliamo solo le briciole, c’è chi continua ad arricchirsi senza sosta.

BUON EDIZIONE #PITTIUOMO 2022 – STAY TUNED…
Adesso basta, la briciole non ci bastano più!
Adesso parliamo noi!

Che lavoro di merda

Che lavoro di merda

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Sei mesi di assemblea permanente oggi.

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Sei mesi di assemblea permanente oggi.

Il 9 luglio picchiava il sole, oggi nevica nella maggioranza della provincia.
Eravamo tra le prime vittime dello sblocco dei licenziamenti per fine emergenza pandemica. E oggi, come beffa tra le beffe, siamo circondati ovunque da positivi.
Eppure, con tamponi e tracciamento a carico del presidio, andiamo avanti.
Continua l’assemblea permanente perché ancora nulla è stato firmato o concordato con noi. Abbiamo sconfitto i licenziamenti in tronco ma rischiamo di morire per lenta agonia.
In questi sei mesi, ne abbiamo scansate tante. Il pietismo, il disfattismo, il rischio di cedere per paura, di perdere la dignità.
E oggi, forse, siamo in un nuovo calcolo: raccontare al paese che noi abbiamo vinto, mentre il paese continua a colare a picco.
Non c’è fabbrica salva in un paese che non lo è.
Il nostro “Insorgiamo” in questi sei mesi è stato molto di più di quanto era lecito aspettarsi, molto meno di quanto sarebbe necessario per cambiare realmente i rapporti di forza.
Ma come allora noi non ragioniamo in termini di vittoria o sconfitta, ma solo di ciò che è giusto dire, di ciò che è giusto fare. Consapevoli che non dipende tutto da noi, ma dipende da noi tutti.
Per questo, come sei mesi fa, non sappiamo se questo nostro grido, vi arriverà: tenetevi liberi per marzo. #insorgiamo

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

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Basta gente senza casa e case senza gente! Basta polizia come risposta al bisogno casa! Le case ci sono!

Riceviamo e condividiamo:

Il 30 dicembre un gruppo di persone senza casa, donne, uomini e bambini/e, una parte delle quali già sgomberate varie volte negli ultimi mesi, ha occupato un edificio vuoto da circa due anni in via Vittorio Emanuele angolo via Lanzi, di proprietà di un Istituto Religioso di suore, per rivendicare soluzioni abitative dignitose.
Nella sera del 5 gennaio sotto una pioggia battente, la risposta è stata un nuovo sgombero di polizia, che ha giustificato il suo intervento di fronte alla richiesta urgente della proprietà di liberare l’immobile.
Vano il tentativo dei consiglieri Bundu e Palagi di coinvolgere gli assessori Albanese e Funaro, nonché di parlare con la proprietà.
Ancora una volta il Comune di Firenze conferma la sua latitanza sul tema casa e la mancanza di programmi concreti di fronte al dilagare degli sfratti. Per ora solo polizia e progetti speculativi come lo Student Hotel in via Pietrapiana e il resort a Costa San Giorgio.
Inoltre nessun ruolo di mediazione e di graduazione di sfratti e sgomberi da parte della Prefettura, segnando così un peggioramento drastico della situazione sociale.
Denunciamo infine l’evidente ipocrisia dell’Istituto Religioso, denominato – ironia della sorte – “Piccole sorelle dei poveri”(!), in netto contrasto con gli appelli quotidiani di Papa Francesco sui poveri ed i migranti, che andrebbe informato di questa vicenda.
Nessun dialogo e disponibilità a capire i bisogni degli occupanti da parte della Madre Superiora dell’Ordine. Insomma i poveri devono restare al loro posto e non ribellarsi mai!
Basta gente senza casa e case senza gente! Basta polizia come risposta al bisogno casa! Le case ci sono!
Chi perde il lavoro, perde anche la casa!

Rete Antisfratto Fiorentina
(Movimento di Lotta per la Casa e Resistenza casa Sportello Solidale)
Firenze 6 gennaio 22

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Che lavoro di merda… Chi siamo?

chelavorodimerda

che lavoro di merda

Siamo i lavoratori precari della città di Firenze, quelli che non hanno idea di cosa sia un contratto a tempo indeterminato, anzi, spesso il contratto proprio non ce l’abbiamo. Siamo quelli che vedete ogni giorno quando andate al ristorante, al bar oppure quando ordinate da mangiare; quelli che in questi anni, mentre la nostra città si è trasformata in un parco giochi per turisti e per il lusso, non hanno mai alzato la testa perché non si sono fermati un attimo.
Quelli che lavorano nelle fiere del lusso d’inverno, nei chioschi estive d’estate.

Siamo quei lavoratori e quelle lavoratrici che non hanno alcune prospettive per il futuro, non sanno se prenderanno la pensione e soprattutto se avranno mai un futuro lavorativo dignitoso, senza paghe in nero, senza rischiare di farsi male sul posto di lavoro e con un salario decente per costruirsi un progetto di vita. Siamo quelli costretti a correre e frullare, rischiando ogni giorno la pelle, lavorando senza nessuna tutela.

Siamo quelli che non hanno idea di cosa sia un sindacato, perché per noi non c’è mai stato, nessuno ha mai difeso i nostri diritti, perché anche per loro valiamo poco o siamo invisibili.

Siamo un gruppo di persone stanche di questa vita di merda, che hanno deciso di confrontarsi e trovare pratiche comuni, per riprenderci insieme ciò che ci spetta ed essere protagonisti del nostro futuro. Ma soprattutto siamo insieme per organizzarci perché nessuno e nessuna debba più ricevere #salaridafame o accettare l’ennesimo #lavorodimerda!

chelavorodimerda

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Onore e gloria a Lanciotto Ballerini e alla Brigata Lupi Neri.

“Rimbomba la valle
tra gli spari di mitraglia,
il plotone fascista ha compiuto rappresaglia.

Si scioglie la neve sui monti in Valibona,
si consuma per i Lupi l’ultima battaglia.

Chissà se già sapeva, chissà se gli importava,
di morire in battaglia per la sua giusta causa,
di combattere da eroe fino all’ultimo sospiro
LANCIOTTO BALLERINI… Comandante Partigiano!”
(Banda K100)

3 Gennaio 1944

Sono passati 78 anni da quando Lanciotto Ballerini, Luigi Giuseppe Ventroni e Andrey Vladimiro della formazione partigiana d’assalto Garibaldi “Lupi Neri” morirono uccisi dai fascisti nella battaglia di Valibona.

La brigata, composta da 17 giovani partigiani, si trovava in Calvana quando venne attaccata per rappresaglia da circa 150 nemici fascisti. La battaglia divampò per tre ore, Lanciotto si sacrificò per rompere l’accerchiamento nemico e permettere ai suoi compagni di salvarsi.

✊ Nella memoria l’esempio, nella lotta la pratica.

Onore e gloria a Lanciotto Ballerini e alla Brigata Lupi Neri.

Valibona

Valibona

Valibona

Valibona

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Martedì 4 Gennaio 2022 Basta speculare sulle nostre vite. Tamponi gratis per tutti!

Riceviamo e rilanciamo invitando a partecipare al presidio sotto la Direzione sanità toscana via Alderotti 26 alle 10:30

Basta speculare sulle nostre vite. Tamponi gratis per tutti!

Basta speculare sulle nostre vite. Tamponi gratis per tutti!

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Andrà infine come andrà. Ma noi almeno abbiamo visto. Abbiamo visto una fabbrica autogestirsi per mesi.

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Autogestione

Autogestione

Andrà infine come andrà. Ma noi almeno abbiamo visto. Abbiamo visto una fabbrica autogestirsi per mesi. E se avessimo avuto la produzione, avremmo potuto autogestire anche quella.

Abbiamo visto che le gerarchie esistenti non rispondevano in verità ad alcuna funzionalità, se non quella del “dividi e comanda”. Abbiamo dichiarato inutili tali gerarchie non dal punto di vista dei nostri ideali, ma anche alla luce dei loro stessi presunti obiettivi: dinamismo, efficienza, produttività ecc.
E abbiamo visto, liberati da questi vincoli, i rapporti tra le persone migliorare, farsi più vivi, in una sola parola: farsi più umani.

Abbiamo visto la fabbrica produrre fino alle 6 di mattina di un venerdì di luglio. La abbiamo vista provare a rosicchiare ogni secondo del nostro tempo, delle nostre pause, del nostro riposo. E di colpo l’abbiamo vista fermarsi, immobile, maestosa. Ed è calato un silenzio e un sordo ronzio che sembrava dirti: rifletti attentamente su come vuoi impegnare questo tempo, questa tua vita, che cosa vuoi produrre e per chi.

Abbiamo visto quanto la lotta dipenda anche dalla persona che sei e come lottando definisci la persona che sei. Abbiamo visto che quando si lotta appiccicati, ognuno deve prendersi cura dell’altro. E come la cura reciproca sia elemento imprescindibile del provare a stare tutti i giorni in piedi, tutti i giorni uniti. L’individualismo è un lusso che noi non possiamo più permetterci.

Abbiamo visto la fabbrica fondersi con il territorio e che, no, non è vero, che le fabbriche e i luoghi di lavoro devono essere chiusi, lontano dagli occhi, isolati, separati tra loro.

Abbiamo visto che ogni giorno poteva essere l’ultimo e proprio per questo ogni giorno era chiamato a provare ad essere storia. Abbiamo quindi visto bandiere di brigate partigiane sventolare di fronte a striscioni di fabbrica. Abbiamo visto e sentito la Martinella suonare.

Abbiamo visto una comunità insorgere, solidarizzare, autorganizzarsi. Abbiamo visto gli studenti in fabbrica e picchetti operai di fronte alle scuole con gli studenti. Abbiamo visto una testuggine indefinita, eppure compatta, attraversare i viali di Firenze e dietro ancora un mare di solidarietà chiuso solo da un cartello: “Firenze città ribelle e mai doma”.

Abbiamo visto la potenza di quelli che nella società stanno in basso. Abbiamo visto la complicità impotente di quelli che stanno in alto.

Abbiamo visto che possiamo riappropriarci delle nostre parole, solidarietà, comunità, lotta. E che possiamo appropriarci anche delle loro: produzione, valore, piano industriale, eccellenza.

Abbiamo detto cosa andava fatto, anche quando era o sembrava impossibile. Abbiamo fatto tutto il possibile di quanto avevamo detto.

Abbiamo visto i pullman partire all’alba per arrivare a Roma, non una ma due volte, per reclamare una piazza unica, un’unica lotta: unica per tutte le vertenze, i precari, i disoccupati, i movimenti ambientalisti. Abbiamo visto che per insorgere era necessario convergere. E che non era possibile convergere senza insorgere.

Abbiamo visto scioperi generali considerati impossibili, scioperi generali considerati utopici, scioperi generali parziali, scioperi generali tardivi, scioperi generali insufficienti. Ma noi avevamo già visto tutto e per questo abbiamo detto che lo sciopero generale e generalizzato è necessario e che è un percorso, non un singolo atto.

Abbiamo visto e abbiamo guardato: guardato negli occhi un Governo, un fondo finanziario, i loro avvocati e, senza mai abbassare lo sguardo, abbiamo detto: noi siamo classe dirigente.

E abbiamo visto che c’è anche chi purtroppo ha ormai gli occhi completamente chiusi, chiusi dal pensiero debole, dall’autoreferenzialità, dalla testimonialità, dal minoritarismo, dall’opportunismo. Talmente chiusi da non riuscire più a vedere quello che noi abbiamo visto.

Ma ciò che abbiamo visto è un fatto. Per chiunque vorrà vederlo. Per chiunque vorrà capire.

Quanto abbiamo visto non capita di vederlo tutti i giorni e a volte nemmeno in tutta una vita. Eppure non abbiamo visto ancora nulla. Perchè abbiamo anche visto quanto manca ancora. Quanto siamo ancora lontani da quel che vorremmo, da quel che dovremmo essere, da quel che andrebbe fatto. Abbiamo visto quanto ancora siamo inadeguati, piccoli, deboli, divisi, fragili. Abbiamo visto quanta fatica ancora dovremo fare e chiedere. E quanto ancora dovremo tutti i giorni guardarci attorno e negli occhi per capire se siamo ancora in piedi.

E vi abbiamo visto in questi giorni scrutarci, guardarci e chiedere: quindi, è finita? Avete vinto? Smobilitate?
E per l’ennesima volta abbiamo visto che cercate una risposta, quando noi siamo prima di tutto una domanda: no per per noi non è finita, e per voi? Noi no, e voi? Voi smobilitate? Dove volete arrivare, dove ci portate di bello? Stupiteci. Portateci ancora in piazze piene ubriache di dignità. Dopo quello che abbiamo visto, non abbiamo più voglia di stare soli.

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

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