Ci siamo presi qualche giorno prima di trasformare le nostre emozioni in parole.
Non è semplice perché l’acqua, la mota e i detriti hanno colpito duro l’anima della nostra Campi, i nostri compagni, le nostre case, i nostri amici, i nostri familiari, i nostri vicini.
In questi giorni nel nostro paese c’è stato un mix di rabbia, sconforto e solidarietà, tanta solidarietà, che è venuta da ogni angolo della Toscana e da ogni angolo d’Italia, donne e uomini, ragazze e ragazzi.
Nonostante la catastrofe, che trova nei suoi colpevoli capitalismo, cambiamento climatico, cementificazione e sfruttamento del territorio, la nostra Campi non ha visto nessuna differenza di genere, di provenienza e di religione, non esisteva proprietà privata, non esistevano forze dell’ordine (grandi assenti, anche quando ci sarebbero da combattere gli sciacalli che si approfittano della situazione), non esisteva lo Stato e questo ha provocato tanta tanta rabbia.
Insomma abbiamo visto il nostro territorio, la nostra gente che si è rimboccata le maniche e si è auto amministrata.
Anche se alluvionata e sporca di fango puzzolente, quanto era bella la nostra Campi, fiera, solidale e piena di rabbia verso coloro che invece di spendere i nostri soldi nella manutenzione del territorio, li usa per caccia bombardieri, missioni di guerra che provocano solo morti e distruzione, costruzione dell’alta velocità, ampliamento dell’aeroporto, ulteriore cementificazione apportata dalla nascita della nuova Coop, tutto questo non fa altro che peggiorare la situazione dei territori e provocare simili avvenimenti.
Forza Campi!
Le compagne e i compagni del Cantiere sociale Camilo Cienfuegos