45MilaBuoniMotivi per non dimenticare.
Dopo quasi due decenni di soprusi ed omicidi fascisti, con circa 170 concittadini passati per le mani dei tribunali speciali, all’indomani del 1943 i Patrioti locali si organizzano in un primo gruppo partigiano internazionalista che pose la sua base a Monte Morello. Era la formazione d’assalto garibaldina i “Lupi Neri” comandata da Lanciotto Ballerini e composta da patrioti italiani e militari di altri paesi (Inglesi, slavi, sovietici). A questa formazione si affiancano sul territorio comunale le Squadre d’azione Patriottiche (S.A.P.).
Segretezza, clandestinità, determinazione, audacia, fratellanza, comunità portarono la dignità umana a contrastare la tirannide nazifascista. Lanciotto Ballerini ed i suoi partigiani riaccendono le speranze popolari portando esempio di lotta e resistenza Le ultime atrocità compiute dai nazifascisti sul territorio in agosto mietono decine di vittime tra la popolazione, uccisioni di partigiani, rastrellamenti, fucilazioni, la tragedia continua. Ma grazie alla resistenza locale viene predisposto un ospedale di campo presso l’odierna sede ANPI, sotto il coordinamento del Dott. Lazzerini, per portare cura ai feriti ed assistere le partorienti. La popolazione decide di risolvere in maniera autonoma le gravi carenze sanitarie, prodigandosi nella ricerca di viveri, medicinali, bende, un grande spirito di solidarietà che riesce a portare vita dove c’è morte e distruzione.
All’inizio del mese d’agosto, la retroguardia tedesca con i cannoni e i carri armati nascosti in mezzo alle case di Campi Bisenzio, stuzzica gli alleati che rispondono con cannoneggiamenti terribili, che recano numerosi danni e lutti in molte zone del territorio. In questo periodo le ruberie, i saccheggi e le grassazioni non ebbero più freno fino a costringere i contadini stessi a distruggere i loro vigneti ed uliveti.
Un tedesco, all’una di notte del 7 agosto 1944, sfonda a calci la porta di casa Fiesoli in via S. Giorgio, minacciando i presenti con una pistola, costringe la giovane Tosca Fiesoli a seguirlo fuori dalla casa. All’inizio di via S. Lorenzo, il soldato tedesco tenta di approfittare della giovane donna gettandola a terra, ma Tosca reagisce, si oppone con tutte le sue forze, ma invano. Una furia criminale, rabbiosa, selvaggia si abbattè su di lei. Il corpo della donna, fu ritrovato in una fossa piena di sangue, mostrava i segni di feroci morsi nel petto e nell’addome, i vestiti laceri, il volto reso irriconoscibile dai due colpi di pistola sparati alla testa. Tutta la comunità campigiana si stringe intorno al dolore dei familiari. Tosca Fiesoli era una donna operosa, altruista, impegnata in solidarietà, dai metodi gentili, tutti la ricordano così, una martire, uccisa dalla malvagità fascista.
Alcuni giorni dopo il ponte sul fiume Bisenzio a S. Piero a Ponti nella via Pistoiese è stato distrutto dalle bombe. Nella mattinata del 12 agosto, una camionetta tedesca che percorre la via pistoiese con quattro soldati a bordo precipita e si schianta sul letto del fiume. Un soldato tedesco risulta morto e un altro gravemente ferito. Il comando tedesco attribuisce la causa dell’incidente ad un sabotaggio e ordina la rappresaglia. Fucilare dieci abitanti per ogni tedesco morto. Il 13 agosto i soldati tedeschi effettuano un grande rastrellamento per le vie di S. Piero a Ponti, allo scopo di scovare almeno venti civili. 13 ostaggi vengono rinchiusi nella casa del Vinattieri, poco dopo vengono uccisi.
Le Brigate partigiane che combattono sulla linea del Mugnone, conducono la guerra di Liberazione cittadina fintanto che la notte del 31 agosto 1944, i tedeschi si ritirano, dopo aver minato il ponte di Campi, ma non riescono a farlo saltare. Nella notte con un atto di eroismo il patriota delle SAP Virgilio Frati riesce a disinnescare nove delle dieci mine collegate al ponte, (esplode un’unica mina che danneggia appena la spalletta a nord del ponte) impedendo il crollo di questa importante struttura di collegamento con Prato. La mattina seguente dopo aver notato che i tedeschi erano usciti dal paese senza lasciare nessuno di retroguardia, i patrioti delle SAP della zona di S. Giusto – Alfredo, Alessandro e Cornelio Rastrelli, Dante e Sergio Manetti e Azelio Tesi – in tarda mattinata riescono ad attraversare l’Arno a S. Donnino ed a recarsi al comando americano di Badia a Settimo per avvertire che i tedeschi se ne erano andati.
Il comando alleato disse: veniamo domani.
Campi è liberata dai suoi partigiani!
Firenze Antifascista