Queste parole sono andate in onda questo 25 aprile, pronunciate da Massimo Gramellini, editorialista del Corriere della Sera. Tuttavia, non una singola parola di quella frase è vera: i fratelli Cervi erano tutti rinomati come comunisti, tanto che anche un prigioniero fuggitivo russo che fu accolto da loro affermò che senz’altro quella famiglia era comunista. Inutile dire che anche il regime lo sapeva fin troppo bene, accusandoli di essere ribelli sediziosi e comunisti.
Ma si cela una volontà ben precisa dietro a questa dichiarazione.
Gramellini non è altro che uno dei tanti pennivendoli che, sotto forti interessi politici e volontà impresse dalla classe dirigente politica, vuole alterare la memoria partigiana e di classe a suo piacimento e favore. Chiaramente, come avevamo già denunciato più volte, c’è chi ancora vuole demonizzare i comunisti, come pure la sedicente “sinistra” che spesso non si fa scrupoli ad alterare la verità storica per rendere i partigiani, ai loro occhi, degni di esser ricordati: antifascisti sì, ma comunisti mai.
Essendo oggi l’anniversario della nascita di Alcide Cervi, vogliamo ricordare l’operato di quella famiglia, che ha dato tutto per la liberazione del paese. Ma la nostra memoria è completa, e così deve rimanere: come abbiamo ribadito questo 25 aprile è tramite la nostra pratica antifascista quotidiana, la quale si basa anche su un forte legame col passato, che possiamo mantenere vivo il ricordo di ciò che è veramente accaduto, a discapito delle volontà meschine dei fascisti come Fini o della “sinistra” di Gramellini.
Firenze Antifascista