17 Aprile 1944: il rastrellamento del Quadraro.

È il 17 aprile dell’anno 1944 quando il comandante della Gestapo a Roma, nonché mandante dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, Herbert Kappler ordina il rastrellamento del Quadraro, una borgata dell’est di Roma chiamata dallo stesso comandante “il nido di vespe” per la sua fama di essere un quartiere popolare con attività partigiana intensa.

Era ormai da mesi che la borgata preoccupava i dirigenti neofascisti, poiché lì era alta la minaccia di un’insurrezione popolare che potesse scacciare le truppe occupanti prima ancora che arrivassero gli alleati. Il quartier generale della resistenza si trovava al sanatorio Ramazzini, occupato dai partigiani comunisti di Bandiera Rossa che lo usavano come rifugio e base per tutte le loro operazioni in zona, fingendosi di essere malati di tubercolosi.

Finalmente, il 17 aprile alle 5 del mattino, con la scusa di doversi vendicare per la morte di tre soldati nazisti per mano di Giuseppe Albano, figura iconica della resistenza romana, parte l’operazione Balena: lo scopo è quello di rastrellare e deportare tutti gli uomini del quartiere dai 16 ai 55 anni, al fine di stroncare una volta e per tutte lo spirito partigiano del Quadraro. Vengono rastrellati ben 947 persone, che vennero tempestivamente schedate e portate come prigionieri politici ai campi di concentramento di Fossoli, dove vennero venduti per lavorare in fabbriche tedesche per alimentare l’industria bellica nazista. Questi, erano gli schiavi di Hitler, di cui meno della metà sopravvivranno alla guerra.

`Tuttavia i partigiani di Bandiera Rossa riuscirono ad eludere le truppe d’occupazione, le quali per paura di contrarre la tubercolosi non toccarono il sanatorio, dal quale fino alla liberazione di Roma gli abitanti del Quadraro rimasti continueranno a resistere a fianco dei partigiani. Ora ci rimane il ricordo della resistenza eroica di un quartiere intero, un quartiere popolare che scelse di non abbassare la testa davanti alla violenza fascista e con ogni mezzo necessario si oppose ai collaborazionisti e alle SS, pur rischiando di perdere tutto.
Questo dimostra come la nostra memoria, quella partigiana, sia intimamente legata alla coscienza di classe, proprio come quella degli abitanti del Quadraro, che ogni giorno ci ricorda chi abbia davvero liberato l’Italia e chi invece collaborava con i nazisti schiavizzando, torturando e uccidendo gli stessi Italiani che si proponevano di difendere.

Oggi come ieri, fuori i fascisti dai quartieri!

NOI NON DIMENTICHIAMO IL QUADRARO
IL QUADRARO non DIMENTICA i suoi LIBERATORI e i suoi AGUZZINI

ORA E SEMPRE RESISTENZA

Video:
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Firenze Antifascista

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