Così come negli USA e in molti paesi europei, anche in Italia i/le compagn* e gli/le attivist* solidali con il popolo palestinese finiscono sotto processo. A Milano, come a Roma e a Catania, contestare Israele e le sue politiche significa essere fermati, denunciati, processati.

E’ la sorte che è toccata ad alcuni attivisti milanesi in occasione della contestazione allo spezzone della Brigata Ebraica nel corteo del 25 Aprile (peraltro ripetuta molte volte negli anni) e ad altri attivisti a Roma e a Catania per il passaggio del Giro d’Italia, partito nel 2018 da Israele e in particolare da Gerusalemme, appena dichiarata da Trump capitale indivisibile dell’entità sionista. Due operazioni di propaganda, che mirano a incassare sostegno e a dare un’immagine nel mondo di un’Israele giovane, colorata, cosmopolita, moderna e democratica, mentre dietro a questa facciata ci sono occupazione, pulizia etnica, sfruttamento. Infatti, a Milano il 25 aprile sfilano le bandiere israeliane, come ammette l’associazione “Amici di Israele” che nel 2004 scriveva: “siamo stanchi di partecipare circondati da bandiere palestinesi” La stessa associazione dichiara che la decisione di sfilare con la Brigata ebraica è solo un passaggio di un percorso che deve portare allo “sdoganamento del sionismo”.

E il colmo è che i compagni sono accusati di “istigazione all’odio razziale”, capovolgendo spudoratamente la realtà: è così che attivisti impegnati quotidianamente nell’antifascismo e nell’antirazzismo, nell’appoggio ai popoli in lotta per la propria autodeterminazione, diventano “antisemiti” solo perché criticano Israele e le politiche sioniste. Uno stato frutto di un’ideologia colonialista e razzista, che viene usualmente descritto come “l’unica democrazia del Medio Oriente”, ma che invece è uno stato confessionale, nelle cui leggi fondamentali è scritto, nero su bianco, che “Israele è lo stato-nazione del popolo ebraico”, dove non solo i cittadini arabo-palestinesi sono cittadini di serie b, ma anche gli ebrei sefarditi e originari del Corno d’Africa, così come tutte le fasce meno abbienti, vengono discriminati in tutti gli aspetti della vita e della società.

In effetti oramai non sorprende neanche più che lo stato sionista sia preso a modello sia dalle “sinistre” securitarie che dalle destre sovraniste e nazionaliste europee e non solo, che trovano nel suprematismo, nel militarismo e nel controllo sociale israeliani la via da seguire.

Per tutti questi motivi respingiamo con forza al mittente l’accusa di razzismo e antisemitismo, esprimiamo la nostra più convinta solidarietà a tutti gli attivisti indagati (il 10 Marzo si terrà l’udienza preliminare di Milano), e dichiariamo inaccettabile l’attacco portato dal sionismo e dai suoi complici all’agibilità politica del movimento di solidarietà al popolo palestinese e alla libertà d’espressione in generale. Perché è un diritto, oltre che un dovere, criticare e contestare Israele e i suoi governi, le sue politiche di occupazione, colonizzazione, apartheid, che condannano, assieme all’imperialismo dell’alleato americano, tutto il Medio Oriente ad un presente e un futuro di guerra e ingiustizia. Così come è un diritto e un dovere quello di respingere il “piano Trump”, irricevibile ed ennesimo progetto di spoliazione di diritti, terra e libertà del popolo palestinese.

Solidarietà agli/alle attivist* colpit* dalla repressione!
Non siamo antisemiti ma antisionisti, antirazzisti e antifascisti!

Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio
Associazione Amicizia Italo-Palestinese Onlus
CPA Firenze Sud
Fronte Palestina Firenze
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Krisis – Collettivo di studi umanistici e della formazione
Collettivo d’Agraria
Assopace Palestina Firenze
Rifondazione Comunista – Firenze

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