Mai con razzisti e fascisti, mai con i professionisti “dell’accoglienza” come business!

Sono ormai diversi mesi che si vocifera dell’arrivo di qualche decina di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, nel territorio di Campi Bisenzio. Una quindicina circa sono già in una struttura al Gorinello, altri 30 arriveranno nei prossimi mesi, ci avvertono i consiglieri leghisti e il responsabile di Casapound Firenze Saverio Di Giulio, corso subito nel nostro territorio per tentare di speculare anche su questa notizia.
I migranti di cui sopra, provenienti per la maggior parte da Mali e Pakistan, ma in arrivo anche dalla Nigeria, verranno accolti in una struttura nell’ambito del progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), un progetto nazionale a cui il comune di Campi ha aderito insieme a quello di Scandicci con una delibera dello scorso anno. Il progetto SPRAR nasce per fornire servizi di accoglienza (sistemazione in piccole strutture, erogazione di buoni vitto) e di integrazione (corsi di italiano e di formazione professionale). Anche senza voler entrare nel merito dell’intero sistema dell’accoglienza targato centro destra e centro sinistra, i punti interrogativi sorgono spontanei se si va a vedere ad esempio chi sono i vincitori dell’appalto: tra questi ci sono infatti due cooperative i cui massimi dirigenti sono agli arresti domiciliari per truffa e maltrattamenti ai danni dei migranti. Insomma, non c’è bisogno di guardare a “Mafia Capitale” per rendersi conto che questo dell’accoglienza e dell’integrazione, così gestito, è un grande business che va a favore di cooperative e criminali senza scrupolo, mentre gli sciacalli alla Salvini passano all’incasso politicamente…
Troviamo infatti molto preoccupante l’isteria mostrata in questi mesi dalla destra, Lega in testa, che sulla questione immigrazione ha imperniato tutto il suo discorso politico, creando un clima di paura e odio che con una frequenza ormai quotidiana sfocia in episodi di razzismo, dall’insulto, al pestaggio, agli spari. E disgustoso è lo sciacallaggio dei “fiancheggiatori” della Lega, i neofascisti di Casapound, le cui prese di posizione sull’immigrazione sono sovrapponibili a quelle leghiste, e che in molte parti d’Italia hanno trovato proprio nel partito di Salvini una sponda politica ed elettorale. Loro, sempre pronti ad urlare all'”invasione” e alla “sostituzione etnica” ogni qual volta si verifichi un episodio di cronaca nera con uno straniero implicato, e stranamente silenziosi invece quando a molestare, stuprare, uccidere è un italiano o un esponente delle forze dell’ordine. Ma gli stranieri che vivono sul nostro territorio sono in realtà solo l’8% della popolazione (percentuale molto minore di altri paesi europei), ed in questa percentuale ricadono anche i bambini di genitori stranieri nati in Italia, per i quali il riconoscimento della cittadinanza non è ancora automatico. Dunque l’allarmismo legato ad una ipotetica invasione è una bufala, come lo è quella legata ai tassi di criminalità degli stranieri. Denunce e arresti nei confronti degli stranieri sono infatti in calo e spesso il capo d’accusa imputato è il reato di clandestinità, nato dalla inumana legge Bossi-Fini. Un altro luogo comune da smontare è quello secondo il quale si dice “le case popolari le danno tutte a loro”, dimenticando che le graduatorie hanno un punteggio che aumenta o diminuisce in base a difficoltà economiche, abitative e sociali e soprassedendo sul fatto che il problema reale dell’emergenza abitativa è causato dalla crisi economica e dalla speculazione edilizia di banche e grandi imprenditori da un lato, e dalla scarsità di case popolari (a Firenze non arrivano al 15% del fabbisogno) e di risorse statali e locali destinate al sostegno delle famiglie in difficoltà, dall’altro.

Noi sappiamo a cosa serve tutto questo: serve a farci credere che le nostre vite siano in pericolo e si impoveriscano ogni giorno di più per colpa di queste persone, di per sé presuntamente “diverse”, violente, minacciose. Serve ad essere accecati dall’odio e dall’individualismo, a cercare di guadagnare una posizione di un qualche rilievo nella società a spese del prossimo, meglio se questo è povero, straniero, nero.
Ma noi sappiamo che la crisi che viviamo da più di un decennio, una crisi che ci ha colpito fortemente, nel portafogli come nel modo di intendere le relazioni sociali, non è stata provocata da nigeriani o maliani o bengalesi, ma dai ricchi, dai padroni, siano essi giocatori in borsa o grandi capi d’azienda, supportati e protetti dai politici che sono stati al governo negli ultimi decenni (per guardare in casa nostra, dai governi di centro destra, Lega compresissima, come da quelli di centro sinistra). Establishment politico e settori di borghesia , gli stessi che mentre ci fanno tirare la cinghia per mantenere i loro lauti guadagni, cercano di aumentare ulteriormente i propri margini di profitto attaccando, sfruttando, di fatto “neocolonizzando”, territori al di fuori dell’Europa, contribuendo all’aumento dei flussi migratori. Ed ecco che così si chiude il cerchio: chi scappa dalle guerre o semplicemente dalla povertà (come si fa ad impedire a un essere umano di tentare di sopravvivere muovendosi in un’altra parte del mondo?) e riesce ad arrivare nei paesi occidentali, vive in una situazione di emarginazione e ricatto continuo.
In cocnclusione si può dire che il sistema capitalistico, che si arricchisce sulle spalle dei più deboli, lucra più volte sulla pelle dei migranti, dal business dell’accoglienza allo sfruttamento lavorativo a quello mediatico/politico.
L’immigrato è additato come la causa di una crisi economica che in realtà sta toccando tutti i lavoratori e che sta causando un abbassamento dei salari ed un impoverimento dei diritti. Lasciare che chi è più debole venga sfruttato dà forza ai padroni che sulle divisioni interne alla classe lavoratrice si appoggiano per toglierci quanto era stato conquistato in decenni di lotte sul posto di lavoro.

Insomma, per noi al mondo esistono solo due razze, chi sfrutta e chi è sfruttato. E gli sfruttati devono unirsi e lottare contro chi alle loro spalle e sulla loro sofferenza e fatica sta costruendo la propria fortuna: solidarietà di classe, partecipazione e lotta, contro individualismo, rassegnazione, razzismo.
Chi soffia sul fuoco della guerra tra poveri, chi addita nello straniero il nemico, chi è sempre forte coi deboli e debole coi forti, non sarà mai dalla parte dei lavoratori.

Le compagne e i compagni del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio

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