Lottomarzo tutti i giorni, per sconfiggere la paura, per organizzare la solidarietà, per abbattere patriarcato e capitale, tutte e tutti, non una di meno!

Anche quest’anno, insieme a milioni di persone, scenderemo nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo e sciopereremo per rivendicare il diritto di autodeterminazione in ogni aspetto delle nostre vite.Questa mobilitazione , grazie alla capacità del movimento femminista internazionale autorganizzato -che nel nostro paese è mosso dalla spinta e dal protagonismo di NonUnadiMeno – è riuscita a riappropriarsi dell’8 di Marzo ribaltando la mercificazione e la normalizzazione di tale giornata, che la cultura mainstream vorrebbe assimilare trasformando una giornata di lotta nata dalle viscere del movimento operaio, in una ricorrenza esclusivamente simbolica e pacificata.
L’otto marzo torna dunque ad essere una giornata di rivendicazione e di lotta delle donne e delle lavoratrici, ribaltando la logica di un sistema che da una parte tenta di annientare la memoria e i suoi esempi di lotta e riscatto, dall’altra se ne appropria per ribaltarne il significato ,e perché no, incassare profitti e sedimentare stereotipi..
Che dall’Argentina all’Irlanda, dalla Spagna alla Polonia il movimento delle donne sia tornato ad essere dirompente in una fase di crisi economica e politica e di tutto il sistema capitalista, crediamo risponda alla gravità della situazione che stiamo attraversando. Partendo dalle condizioni materiali e dal vissuto quotidiano delle donne, fatto di violenza e ricatti, in casa come sul lavoro, il movimento ha saputo mettere in relazione la violenza, la discriminazione di genere, le disuguaglianze, lo sfruttamento con la natura stessa del sistema che su di essa si fonda e si sostiene.
Se infatti non consideriamo come binomio strutturale e imprescindibile quello fra patriarcato e capitale, che insieme si alimentano e si foraggiano, faremmo un errore che in passato abbiamo pagato in termini di sottrazione di diritti, di incapacità di saperli difendere e di avanzare per conquistarli, di divisione, di debolezza, di impotenza. Un prezzo salatissimo che stiamo pagando sulle nostra pelle. La spinta che ha riempito le piazze di tutto il mondo il 25 Novembre contro la violenza di genere e la violenza maschile sulle donne e la volontà di trasformare l’8 Marzo non solo in una giornata di lotta e rivendicazione, ma di sciopero generale in tutto il mondo, ci dicono che è la strada giusta per reagire tutte e tutti insieme per sconfiggere la paura, le molestie, i ricatti, la violenza sessista in tutte le sue forme.

In questo sistema la vita di una donna, infatti, è una vita a “basso costo”. Ricattabile sul lavoro, tra le mura domestiche, relegata ad una posizione di subalternità che è la stessa subalternità che ricalca le gerarchie sociali di una classe sociale sull’altra.
La donna viene destinata “naturalmente” ad occuparsi delle cose di casa, dei figli, degli anziani. Si maschera così senza tanta vergogna, ore ed ore di lavoro non riconosciuto e non retribuito, scaricando oltretutto il prezzo di una società che non garantisce servizi essenziali, sempre più ridotti, privatizzati, sottratti, dagli asili nido alla sanità. E la catena della subordinazione e di potere si allunga e si stringe sui polsi delle donne migranti, chiuse in casa come donne di servizio, badanti, babysitter, che pagano il prezzo più alto di ricattabilità e sfruttamento. La disparità salariale è ancora altissima (quasi il 30%), i dati sulla disoccupazione femminile sono agghiaccianti (al centrosud, 2 donne su 10 risultano occupate), senza contare che rispetto ai colleghi maschi le donne sono sottoposte in maggior numero a contratti “atipici”, con licenziamenti più facili e minori garanzie e tempi di lavoro più lunghi quando sei utile, e facilmente scaricabile quando non lo sei più, magari in caso di maternità…
Tutto questo mentre invece tragicamente il numero delle violenze, dei femminicidi e delle molestie aumenta vertiginosamente. Una donna su 2, italiana o straniera, ha subito molestie in questo paese, (i dati sulle molestie nei luoghi di lavoro sono agghiaccianti!), quasi il 10% ha subito uno stupro, ogni due giorni una donna viene uccisa, molto spesso per mano di mariti, ex, fidanzati o padri.
Tutto questo mentre la retorica sulla sicurezza, sulla “difesa delle nostre donne” si fa propaganda elettorale bipartisan, quando in maniera sistematica le istituzioni tagliano fondi ai Centri Antiviolenza, chiudono o sgomberano la Case delle Donne o gli spazi autogestiti femministi cercando sempre di più di lederne l’autonomia, si alimenta la “caccia all’immigrato stupratore” legittimando esercito e polizia nelle strade..le stesse strade dove le donne, come questa città ha purtroppo dimostrato recentemente, vengono molestate se non stuprate dai loro stessi “difensori in divisa”.
Questo governo, oltretutto, vede convergere sotto il direttorio Lega-5Stelle, tutto il fronte cattolico, retrogrado e oscurantista: il DDL Pillon è solo l’ultimo provvedimento che lede i diritti fondamentali della donna, i consultori non solo sono lontani da essere un luogo di ascolto e di mutuo aiuto per le donne e le soggettività LGBTQI, ma vengono chiusi, depotenziati, se non invasi dai così detti “ProLife”, gli stessi soggetti che quotidianamente fanno pressione per attaccare la 194, il diritto all’aborto e una corretta educazione sessuale e alle differenze nella scuola pubblica. Sotto l’emblema della difesa della “famiglia” e della vita, difesa a spada tratta da questo governo, vanno a braccetto i vescovi, politici rampanti, fascisti organizzati e integralisti e reazionari di ogni tipo!

Con l’esempio che ci viene dalle compagne latinoamericane e dalla loro lotta tenace, che riuscendo a parlare a tutte e tutti, ripartendo davvero dal basso, dall’assemblee territoriali, dai quartieri, dai luoghi di lavoro, da scuole e università, anche nel nostro paese dobbiamo sapere alimentare e costruire un movimento realmente autorganizzato con l’obiettivo chiaro di tessere legami, intrecciare alleanze e relazioni, sappia uscire dall’isolamento, fare della lotta, della solidarietà, del mutuo appoggio le prime urgenti e necessarie risposte a tutte le forme di violenza di genere, al sessismo e all’omofobia che sempre di più pervadono e opprimono. Con gli stimoli e gli esempi del movimento rivoluzionario curdo, dove le donne in prima persona si dotano di strumenti necessari per scardinare i ruoli imposto dal patriarcato e dalla subordinazione e che con la loro lotta stanno costruendo in MedioOriente le basi di una società in cui l’autodifesa, la solidarietà e autodeterminazione delle proprio vite, ci stanno dimostrando che una nuova relazioni sociali, fra gli uomini e le donne, fra i generi, fra i popoli è possibile. Le Case delle Donne, i Centri Popolari Antiviolenza nei villaggi e nei quartieri, il ruolo davvero paritario in ogni aspetto decisionale delle comunità, dai luoghi di lavoro alle milizie di autodifesa, ci dicono che il naturale posto della donna è nella lotta per abbattere questo sistema patriarcale e di profitto che è l’origine della sua oppressione e in prima fila per costruire una società più giusta.

Contro fascisti e cattolici, che continuano le loro crociate antigender e contro il diritto all’aborto, la discriminazione di chi non si riconosce nei canoni di sessualità e famiglia imposti dal capitale, contro la strumentalizzazione securitaria sui corpi delle donne, sempre più spesso degradate a oggetto, debole e da proteggere, per fomentare razzismo e spianare la strada a dispositivi repressivi. Contro chi soffia sul fuoco del machismo e della violenza per poi liquidare come semplici “raptus” o “delitti passionali” gli omicidi compiuti in nome di questa visione.. dobbiamo urlare che patriarcato e violenza di genere sono senza frontiere, così come deve esserlo la nostra lotta a fianco di ogni sfruttata o sfruttato.
Le nostre armi tornino ad essere la solidarietà, la lotta, l’autodifesa. La nostra determinazione torni ad essere capace di scardinare i rapporti di forza nei posti di lavoro, nelle scuole, a casa e in famiglia.
Trasformiamo la paura individuale in rabbia collettiva, trasformiamo la rabbia di tutte in lotta che sappia essere liberatrice!

La rivoluzione o sarà femminista, o non sarà!
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!

Tutte e tutti in Sciopero femminista globale 8 Marzo a Firenze con Non Una Di Meno Firenze, ore 17.30 P.za SS Annunziata!

CPA Firenze Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi Fiorentini, Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos

lottomarzo

lottomarzo

Posted in manifestazione | Comments Off on Lottomarzo tutti i giorni, per sconfiggere la paura, per organizzare la solidarietà, per abbattere patriarcato e capitale, tutte e tutti, non una di meno!

Per Idy… i colpevoli siete voi!

Per Idy

Per Idy

Per Idy

Per Idy

Posted in manifestazione | Comments Off on Per Idy… i colpevoli siete voi!

Martedì 5 Marzo 2019 tutte e tutti in piazza per Idy e per tutte le vittime della violenza fascista e razzista!

Tutte e tutti in piazza per Idy

Tutte e tutti in piazza per Idy

Ad un anno di distanza dall’omicidio di Idy Dyene, la Firenze Antifascista e Antirazzista sarà nuovamente in piazza Martedì 5 marzo. Vogliamo ricordare Idy, un lavoratore che è stato ucciso perché, secondo il suo assassino, “la vita di un nero valeva di meno”. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà alla famiglia, agli amici e alla comunità senegalese che è stata ripetutamente colpita in questi anni dalla violenza armata fascista e razzista. Per questo continueremo anche martedì a mantenere viva la memoria della strage di Piazza Dalmazia del 2011, in cui Gianluca Casseri, fascista militante di Casapound, uccise Samb e Diop e ferì in modo gravissimo Moustapha. Pensiamo infatti ci sia un legame diretto tra questi due crimini. La strage di Piazza Dalmazia non è stata per nulla l’opera di un pazzo, al contrario ha rappresentato, dentro una tendenza ben chiara, un momento di rottura, che si è determinato quando l’allora sindaco Renzi, il PD e tutta l’informazione borghese hanno voluto ridimensionare la portata di quanto era accaduto, parlando appunto dell’opera di un pazzo, quando hanno difeso i fascisti di Casa Pound, le loro sedi, la loro presenza e agibilità dentro le istituzioni cosiddette democratiche, quando questura e giudici hanno insabbiato l’inchiesta su Casseri e invece hanno deciso di colpire sempre più gli antifascisti, a Firenze e non solo, con denunce, processi e arresti, addirittura con maxi inchieste per “terrorismo”.

E così la legittimazione dei gruppuscoli fascisti (CasaPound, Forza Nuova, LealtàAzione) è andata di pari passo con lo sdoganamento della propaganda razzista come argomento rispettabile da parte dei partiti di Governo, sia a livello cittadino che nazionale. Non è stata una novità assoluta certo, visto che i lager per i migranti in questo paese li hanno aperti per primi i governi di centrosinistra dell’Ulivo, ma sicuramente si è assistito, con il governo Renzi e il decreto Minniti-Orlando, ad un salto di qualità nei livelli di aggressione nei confronti di tutti i lavoratori attraverso l’attacco alle componenti più deboli della classe, come quelle migranti, che è responsabilità politica del Partito Democratico in tutte le sue articolazioni, nazionali e locali. Questo noi ce lo ricordiamo bene, e non mancheremo di ricordare anche allo “sceriffo” Nardella il suo comportamento di un anno fa quando, di fronte all’omicidio di un uomo, ha gridato ai quattro venti per due fioriere rotte dalla giusta rabbia degli amici di Idy. Per noi, il decoro tanto caro a Nardella e ai benpensanti di questa città, che è sempre più ridotta a una vetrina a beneficio di turisti dal portafoglio gonfio, continua, come un anno fa, a non valere la vita spezzata di un essere umano.

Per questo diciamo che Roberto Pirrone non è l’unico colpevole. Colpevoli sono Renzi, Minniti, Orlando, Nardella. Colpevole è il movimento 5 stelle, che ha contribuito negli anni alla propaganda reazionaria contro l’immigrazione e oggi come partito di governo prosegue, aggravandola, la politica razzista del governo Renzi. Colpevole è il ministro sbirro Salvini, che ha costruito la sua fortuna politica sciacallando sulla disperazione dei rifugiati e rubando il motto “prima gli Italiani” ai neonazisti di Forza Nuova. Basta però che questi italiani non siano di quelli che si azzardano a protestare perché non riescono ad arrivare alla fine del mese, come i pastori sardi in queste settimane, perché per loro il ministro sbirro ha pronta una bella denuncia per blocco stradale, reato appena ripristinato dal suo “decreto sicurezza”. O che non siano anarchici, antifascisti, antirazzisti, che possano infastidire le iniziative del suo partito, perché per loro sono già pronti sgomberi e maxi operazioni giudiziarie, come quelle messe in piedi a Torino e Trento nelle scorse settimane. O che non abbiano il problema della casa e siano costretti ad occuparne una, perché per loro è stato confezionato appositamente un nuovo reato e inasprite ulteriormente le pene. O che non siano donne, gay, transessuali o lesbiche perché per loro è pronta la normalizzazione forzata ad un aberrante modello di famiglia patriarcale da realizzarsi attraverso le proposte medievali dei vari Pillon e Gandolfini.

Di fronte ad un nemico che è comune sappiamo bene che la nostra arma migliore è la solidarietà, che respinga al mittente tutti i tentativi di seminare false divisioni tra italiani e stranieri, o di distinguere tra “buoni” (pacifici, democratici manifestanti da manganellare a sangue) e “cattivi” (pericolosi sovversivi da sbattere in galera). Sappiamo che nessuna guerra potrà mai risolvere i nostri problemi, se non quella che noi stessi dobbiamo condurre contro i nostri sfruttatori. Sappiamo che solo la solidarietà internazionalista tra gli sfruttati di tutti i Paesi potrà portare a quella fratellanza tra popoli a cui la Firenze popolare e antifascista, la parte migliore di questa città, aspira. Perché crimini come l’omicidio di Idy non debbano più ripetersi in futuro e perché la vergogna del razzismo e del fascismo finisca finalmente nella pattumiera della Storia.

Mai più morti per mano razzista e fascista!

Firenze Antifascista

Posted in comunicati, Firenze Antifascista, manifestazione | Comments Off on Martedì 5 Marzo 2019 tutte e tutti in piazza per Idy e per tutte le vittime della violenza fascista e razzista!

Martedì 5 Marzo 2019 Per Idy Dyene – Contro l’odio e la violenza razzista!

Per Idy Dyene - Contro l'odio e la violenza razzista!

Per Idy Dyene – Contro l’odio e la violenza razzista!

Dalle 18 sul Ponte Amerigo Vespucci.

NEL RICORDO DI IDI DYENE, IN LOTTA CONTRO LA VIOLENZA RAZZISTA!

5 marzo 2018, Firenze. Roberto Pirrone, quella mattina, esce di casa intenzionato a suicidarsi a causa di problemi economici. Porta con sé un’arma da fuoco. Durante il tragitto, cambia idea e decide che vuole ammazzare qualcuno per finire in galera. Sul suo percorso, per prima incontra una mamma con un bambino, poi un uomo bianco, e infine Idy Diene, un lavoratore senegalese, venditore di ombrelli dalla pelle nera. E spara.

Nei giorni successivi, giornali e televisioni attribuiscono la “follia omicida” di Pirrone alla sua disperazione, a una qualche specie di squilibrio mentale dovuto ai problemi economici e alla famiglia che lo tormentava per questo.
Ma era chiaro fin da subito che il movente fosse inequivocabilmente di stampo razziale: sparare alla persona la cui vita, secondo una personale valutazione, vale meno di altre è il frutto di un razzismo strisciante e dilagante che è stato sdoganato dal governo Lega-5 stelle, dal suo ministro dell’Interno Matteo Salvini che si è trovato il terreno spianato da Minniti e dal Partito Democratico.

La campagna elettorale delle politiche del 2018 è stata caratterizzato da un’escalation di violenza (pochi giorni prima di Firenze, Luca Traini se ne andava in giro indisturbato per la città di Macerata a sparare su donne e uomini di colore), che affonda le radici in un clima di odio che ormai da anni caratterizza il dibattito pubblico, alimentato dalla retorica del decoro e della sicurezza.

Ci riferiamo agli slogan come “prima gli italiani” portate avanti da gruppi di estrema destra come Forza Nuova, mutuati e portati alla ribalta dal nostro ministro dell’interno Matteo Salvini; le ronde di Casapound, che continua ad agire indisturbata grazie alla connivenza di questura e istituzioni, nonostante la strage di piazza Dalmazia sia stata compiuta proprio da un loro militante; il decreto sicurezza Minniti-Orlando che di fatto ha aperto la strada al decreto sicurezza di Salvini; il coprifuoco per i migranti dei Cas a Firenze dalle 20 alle 8, applicato dal prefetto Laura Lega, con il complice silenzio di Nardella.

Il 10 marzo 2018, la città di Firenze ha risposto con una grande mobilitazione per dire no alla discriminazione e al razzismo, per opporsi alla deriva securitaria con cui la politica specula sulle vite delle donne, dei migranti, degli esclusi e degli emarginati sociali.
Ad un anno di distanza, il clima di odio e di intolleranza continua ad aumentare, complice il governo Lega-5 stelle che del razzismo fa la sua bandiera e di un’opposizione che non fa altro che rincorrere la destra declinando i temi in maniera totalmente reazionaria.

Fra aprile e settembre 2018, i casi di violenza razzista documentati sono stati 66 (contro i 15 dello stesso periodo 2017), e l’ondata sembra non arrestarsi: aggressioni contro migranti sono all’ordine del giorno. Ed è per questo che scenderemo di nuovo in piazza il 5 marzo: per ricordare Idy Diene, Samb Modou, Diop Mor e tutte le vittime dell’odio razzista.

Ricordare non basta!

E’ necessario lottare tutti i giorni per opporsi a qualsiasi forma di razzismo e fascismo!

Posted in manifestazione | Comments Off on Martedì 5 Marzo 2019 Per Idy Dyene – Contro l’odio e la violenza razzista!

Domenica 3 Marzo 2019 Carnevale al K100

Anche quest’anno al K100, per i piccoli ma soprattutto per i grandi, arriva il carnevale!

Arriva il carnevale!

Arriva il carnevale!

Posted in cinelab-bimbi | Comments Off on Domenica 3 Marzo 2019 Carnevale al K100

Venerdì 1 Marzo 2019 E Cantavano Le canzoni – Rino Gaetano e Stefano Rosso

E Cantavano Le canzoni - Rino Gaetano e Stefano Rosso

E Cantavano Le canzoni – Rino Gaetano e Stefano Rosso

…E cantavano le Canzoni
– Omaggio A Rino Gaetano e Stefano Rosso –

L’associazione Altro Teatro e società musicale Michelangelo Paoli.

Ore 20:30 cena
Ore 22:30 concerto

Posted in concerti, teatro | Comments Off on Venerdì 1 Marzo 2019 E Cantavano Le canzoni – Rino Gaetano e Stefano Rosso

Domenica 24 Febbraio 2019 Laboratorio Bimbi: Reciclando Il Carnevale

Dalle 16 alle 19 Laboratorio di riciclo creativo per la creazione di maschere di carnevale.

Laboratorio Bimbi: Reciclando Il Carnevale

Laboratorio Bimbi: Reciclando Il Carnevale

Posted in cinelab-bimbi | Comments Off on Domenica 24 Febbraio 2019 Laboratorio Bimbi: Reciclando Il Carnevale

Venerdì 22 Febbraio 2019 Serata punk Nikotina Alano Bittercocks

Serata punk Nikotina Alano Bittercocks

Serata punk Nikotina Alano Bittercocks

Nikotina punk HC heroes dal 1995
Roccia (voce), Cincirinella (chitarra) “membri fondatori”, Andrea (basso), Savo (batteria) “gia’ del gruppo dal 1999 al 2001”.
Dal 1995 Punk alla GBH, Adolescents e Misfists, pochi giri di molto Punk.
https://www.facebook.com/NikotinaFirenzePunk/

Alano punk ‘n roll Novoli dal 2001
Francesca (voce) Leonardo (chitarra) Massi “il vena” (batteria) Matteo (basso). Street punk dalla periferia di Firenze. Ramones, e punk italiano ’90.
https://www.facebook.com/thealano/

Bittercocks Firenze punkrock
Glauco (chitarra, voce), Emiliano (basso, voce), Nicola (batteria, voce). I Bitter sono il punk Fiorentino. Ramones, GBH e Gigi…
https://www.facebook.com/Bitter-Cocks-165029897174405/

Posted in concerti | Comments Off on Venerdì 22 Febbraio 2019 Serata punk Nikotina Alano Bittercocks

Martedì 19 Febbraio 2019 Solidarietà al movimento fiorentino sotto processo – Presidio

Siamo tutti colpevoli di lottare

Siamo tutti colpevoli di lottare

PROCESSO CONTRO IL MOVIMENTO FIORENTINO, IL 19 FEBBRAIO 2019 ORE 9.30 PRESIDIO SOTTO IL TRIBUNALE DI FIRENZE IN OCCASIONE DEL PROCESSO D’APPELLO!

Con la sentenza di primo grado per il Processo contro il movimento fiorentino i giudici hanno condannato 67 compagni e compagne a pene tra i 6 mesi e i 2 anni, per un totale di oltre 60.

L’inchiesta, iniziata nel 2009 a partire dalle mobilitazioni studentesche e ben presto allargatasi ad altri ambiti e alla maggior parte delle realtà militanti del territorio fiorentino, è stata costruita attorno alla presunta esistenza di un’Associazione a Delinquere.

Prima il 4 maggio e poi il 13 giungo 2011 furono emesse 35 misure cautelari con un arresto in carcere, altri ai domiciliari e obblighi di firma.

In primo grado è caduta l’accusa di associazione a delinquere e i giudici hanno assolto i compagni e le compagne imputate per questo reato: è caduto tutto il teorema giudiziario alla base del processo e montato dal PM Coletta e dal GIP Rocchi. Rimane però il fatto che questo capo d’accusa abbia permesso la costruzione di un’inchiesta di questo tipo con intercettazioni e pedinamenti, che hanno riguardato un lasso di tempo molto lungo dando modo di monitorare e controllare l’attività politica dei compagni per due anni e giustificare pesanti misure cautelari.

I reati su cui sono state emesse le condanne riguardano fatti di piazza e avvenimenti specifici. I giudici partivano dalle richieste del PM Coletta per un totale di quasi 72 anni di carcere. Nonostante sia caduta l’accusa di Associazione a Delinquere il totale degli anni di condanna però si avvicina di molto alle richieste iniziali.

Da una parte i giudici disconoscono l’impianto del processo, dall’altro hanno colpito duramente episodi che secondo loro hanno rappresentato momenti di innalzamento del livello dello scontro come la contestazione a Daniela Santanchè all’Università di Novoli e le manifestazioni di solidarietà successive ai primi arresti del 4 maggio che criticavano le decisioni dei magistrati e mettevano in discussione la legittimità stessa delle decisioni istituzionali.

Alla luce di quanto stiamo vivendo a 10 anni di distanza pensiamo sia opportuno rivendicare il nostro protagonismo nelle lotte contro le politiche fasciste e razziste, contro le riforme della scuola, dell’università e del lavoro dei governi di allora e sottolineare quanto i motivi che ci spinsero ad organizzarci e scendere in piazza allora siano validi ancora oggi.

Manifestare la solidarietà ai compagni imputati in questo processo vuol dire difendere la legittimità di quelle posizioni.

Manifestare la solidarietà ai compagni imputati in questo processo vuol dire affermare che la lotta è una scelta ma anche una necessità. Significa esser consapevoli che alla lotta corrisponde un prezzo da pagare, ma è l’unico modo per riprenderci un presente e un futuro in cui le nostre vite non valgono solo nella misura in cui sono compatibili e produttive per questo sistema di guerra, sfruttamento e disuguaglianza.

Il 19 febbraio ci sarà l’udienza in cui i giudici della corte d’appello torneranno ad esprimersi, tra gli altri, anche sull’accusa di associazione a delinquere in virtù del ricorso presentato dal PM Coletta.
Solidarietà a chi lotta! Il movimento fiorentino non si processa!

Leggi anche:
Sulle condanne nel processo contro il movimento fiorentino

Dopo le cariche al corteo studentesco oggi tutti in piazza. Le sentenze del processo contro il movimento fiorentino slittano al 18 novembre.

Il 7 Ottobre 2016 le sentenze del processo contro il movimento fiorentino

Processo contro il movimento fiorentino. Il 7 Ottobre 2016 la sentenza!

Ieri a Firenze è scesa in piazza la solidarietà: 3000 persone hanno attraversato il centro storico…

Contro la repressione: estendere la solidarieta’, rilanciare la lotta!

Processo contro il movimento fiorentino – comunicato unitario

Processo contro il movimento fiorentino: i tempi si allungano

Inizia il processo al movimento fiorentino

Sul processo contro il movimento fiorentino e la Solidarietà

Posted in iniziative, Movimento Fiorentino | Comments Off on Martedì 19 Febbraio 2019 Solidarietà al movimento fiorentino sotto processo – Presidio

Sabato 16 Febbraio 2019 Manifestazione Nazionale a Roma – Libertà per Ocalan e per tutte e tutti i prigionieri politici

Libertà per Ocalan

Libertà per Ocalan

Difendiamo il Rojava per la libertà e la pace in Medio Oriente

Sono 20 anni che il leader del popolo curdo Abdullah Ocalan è sequestrato nell’isola-carcere di Imrali, in condizione di totale isolamento.
Dal 2011 gli è negato l’incontro con i suoi legali e dal 2015 lo Stato turco impedisce ogni qualsivoglia contatto.
Solo qualche giorno fa, per pochi minuti ha potuto riabbracciare il fratello, stante la pressione esercitata nel mondo dall HungerStrike di migliaia di curde/i, in particolare nelle carceri turche dove la deputata HDP Leyla GÜVEN è giunta al 70° giorno di sciopero insieme a centinaia di detenute/i con l’intento di “porre fine all’isolamento di Ocalan”.
Dietro tanta ferocia c’è la volontà di screditare la sua personalità , di impedire la diffusione delle sue idee all’opinione pubblica: Ocalan, nonostante le condizioni terribili di detenzione e di isolamento, non ha mai rinunciato alla speranza per una risoluzione politica dei conflitti in MedioOriente, ed in modo particolare della questione curda.

I suoi scritti hanno delineato le basi teoriche per l’avvio della rivoluzione in Rojava, per la liberazione dei curdi ezidi a Shengal , per la democratizzazione in Turchia. Nella Siria del Nord ha ispirato la nascita di un sistema democratico multietnico basato sulla parità di genere, dove le curde e i curdi insieme agli altri popoli della regione non solo hanno combattuto la minaccia globale dello Stato Islamico portandolo alla sconfitta, e pagando un prezzo elevato in termini di vite umane, ma hanno favorito nei territori liberati la diffusione di un modello amministrativo laico, democratico ed egualitario.
Ciò rappresenta una speranza di cambiamento per tutti i popoli della regione e per l’intero Medio Oriente. Per questa ragione l’esperimento del Confederalismo Democratico nella Siria del Nord- Rojava va difeso e sviluppato.

Il numero di persone nelle prigioni turche è arrivato a 260.000. Organizzazioni per i diritti umani denunciano violazioni crescenti contro i prigionieri. L’isolamento è una delle più pesanti di queste violazioni.

E’ davanti agli occhi del mondo intero, quanto il regime di Recep Tayyip Erdoğan sta facendo in termini di repressione nei confronti del popolo curdo e di tutte le istanze democratiche in Turchia e in Medio Oriente.
Favorendo così la diffusione del nazional-fascismo, del sessismo e del fanatismo religioso.
Occupando interi territori in Medio Oriente, distruggendone la storia e l’identità culturale, provocando genocidi ed esodi di massa di intere popolazioni, anche attraverso l’appropriazione dei fiumi Tigri ed Eufrate- patrimoni dell’umanità- irregimentati con dighe per lo sfruttamento elettrico a danno della sparizione di civiltà millenarie , come la città di Hasankyef.
Catastrofi umanitarie, di cui Afrin invasa, saccheggiata e occupata dai turchi e alleati jadisti è la dimostrazione della barbarie del regime di Erdogan, che, complici le superpotenze,sta oltremodo dispiegando le forze armate per invadere i cantoni di Kobane e Jazeera allo scopo di disperdere la rivoluzione del Rojava e decimare i combattenti curdi.
La libertà di Abdullah Öcalan è indispensabile.Per molti anni lo Stato turco ha tenuto colloqui con lui per la risoluzione della questione curda.
Egli infatti è in grado di svolgere un ruolo chiave essendo il leader che gode della fiducia di milioni di persone in Medio Oriente:
porre fine al suo isolamento significa dare una prospettiva di pace e di democrazia a tutti quei territori martoriati da decenni di guerra,distruzioni e milioni di profughi.

Libertà per Ocalan e per tutte e tutti i prigionieri politici
Difendiamo il Rojava per la libertà e la pace in Medio Oriente
16 febbraio manifestazioni a Roma e Strarburgo

Posted in Kurdistan, manifestazione | Comments Off on Sabato 16 Febbraio 2019 Manifestazione Nazionale a Roma – Libertà per Ocalan e per tutte e tutti i prigionieri politici