La seconda settimana della raccolta di solidarietà a Campi Bisenzio sta per giungere al termine

La seconda settimana della raccolta di solidarietà a Campi Bisenzio sta per giungere al termine: che dire se non GRAZIE!

Grazie ai volontari e alle volontarie, grazie alle vostre donazioni, grazie al vostro sostegno che ci spinge ad andare avanti sempre di più! grazie grazie grazie!

Un po’ di numeri:
8 famiglie per un totale di 35 persone sostenute in questo periodo così complicato, 13 pacchi consegnati,
1200€ raccolti!

Ma non possiamo fermarci e per questo abbiamo ancora bisogno di voi. In particolare occorrono:
pasta, latte, riso, legumi in scatola, biscotti e tutto ciò che è a lunga conservazione.

Per info chiama 3713311785

Riprendiamo e facciamo nostro e vostro il motto delle dottoresse e dei dottori cubani: “Non offriamo ciò che ci avanza: condividiamo quello che abbiamo”

Anpi sezione Lanciotto Ballerini
Cantiere sociale Camilo Cienfuegos
Arci Cittavisibili
Gruppo casa Campi Bisenzio

Raccolta alimentare

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Raccolta alimentare

Raccolta alimentare

Raccolta alimentare

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Ogni giorno è il Primo Maggio!

Comunicato Stampa Ogni giorno è il Primo Maggio (PDF)

Non Ripartiremo tutti sulla stessa barca
La pandemia di Covid 19, ci ha tolto anche la possibilità di organizzare la giornata internazionale di lavoratrici e lavoratori del Primo Maggio.
Un momento di festa ma soprattutto di lotta che organizzeremo a fine quarantena per denunciare le problematiche del lavoro urgenti e gravose ma anche l’abuso, nella emergenza da Coronavirus, di Decreti Legge e di Dpcm da parte del Governo Conte, che ha sospeso i fondamenti costituzionali della repubblica parlamentare e sancito una pericolosa deriva autoritaria.
La pandemia ha soprattutto evidenziato il conflitto tra profitto e sicurezza. Confindustria ha esercitato continue pressioni sul Governo per limitare i blocchi produttivi, ha favorito la riapertura in deroga (con autocertificazione ma senza nessun controllo) e adesso freme per la riapertura totale delle aziende. Fretta sostenuta con passione anche dalle istituzioni locali, in particolare dal Sindaco di Firenze, Nardella. Per contro promettono di essere ancora stringenti le misure di limitazione delle libertà personali e civili. Cedere alle pressioni degli industriali mentre perdura un alto rischio di contagio sui posti di lavoro, è segno di come le istituzioni siano subalterne al capitale.
La ripartenza del 5 maggio ci lascia perplessi sulle reali possibilità di attuare distanziamenti, fornire Dpi idonei, rimodulare l’organizzazione del lavoro in modo da garantire la sicurezza di chi lavora.
Troppi sono già stati i morti in tutti i settori lavorativi, come nelle Poste, nei Trasporti, nell’Industria, nei Call Center, nei Servizi. Una mattanza che ha colpito con ferocia la Sanità, sia nel comparto ospedaliero che territoriale, sia nelle residenze protette per anziani e disabili, dove sono caduti in centinaia tra medici, infermieri, tecnici e lavoratori degli appalti spesso stranieri e a basso reddito, alla faccia delle ipocrite celebrazioni degli “eroi” di questi giorni.
Una strage colpevole, come dimostra la ridicola equiparazione, nel decreto governativo “Cura Italia”, delle mascherine chirurgiche a DPI (Dispositivi di Protezione Individuale per i lavoratori), regole condivise e ribadite in Toscana anche con le ultime ordinanze del Presidente del Consiglio Regionale, Rossi. Tale carenza di sicurezza per chi lavora ha generato una ondata di proteste e di scioperi in tutta Italia, che sono stati ostacolati e bloccati dal Governo; un vile attacco al diritto di sciopero che non sarà dimenticato. Inoltre sia prima che durante l’emergenza sono stati copiosi, anche in Toscana, i soprusi contro i diritti dei lavoratori, basti pensare alle vertenze Bekaert, Piaggio, Panorama, dove il cinismo delle multinazionali umilia il futuro di centinaia di persone ma anche a episodi emblematici come il licenziamento arbitrario di tre giovani lavoratori dalla cioccolatiera Venchi di Firenze, come la mancata riassunzione di apprendisti in Trenitalia, come i licenziamenti repressivi del Panificio Toscano a Prato, come l’ignobile licenziamento da parte di Ati (cooperativa in appalto di Alia) di un lavoratore della igiene ambientale che aveva denunciato la insufficienza di DPI nella pandemia, come alla condizione di sfruttamento di migliaia di lavoratori impiegati nel sistema degli appalti e subappalti con stipendi da fame.
Si aggiunge la vasta platea dei precari di cui fanno parte spesso anche partite iva e artigiani e la massa di disoccupati, ormai drammaticamente ampia anche nel sistema economico toscano. Inoltre fra le fasce meno abbienti sono tante le persone senza residenza che rischiano la vita perché, per effetto della normativa attuale, non possono accedere al medico di base né a nessuna forma di sostegno o aiuto economico dalle istituzioni. Una condizione grave che rischia il collasso con la sofferenza di settori portanti della economia regionale come il commercio e il turismo.
Sono pertanto urgenti misure di contenimento del dramma sociale, come la cassa integrazione al 100% del salario e il reddito di quarantena di 1.200 euro per chi è senza stipendio; ammortizzatori sociali ben più signifi
ativi delle elemosine previste da Governo, peraltro soggette al filtro burocratico dei Comuni.Vergognosa è inoltre la decisione del governo Conte di continuare a produrre aerei da guerra F-35, il cui costo singolo è pari a 7.113 respiratori polmonari. In ogni modo le misure emergenziali dovranno lasciare poi il passo a un discussione ampia sui modelli economici e sulla distribuzione della ricchezza e del lavoro, unica vera soluzione alle iniquità del sistema. È necessario colpire i grandi patrimoni e parallelamente ridurre l’orario di lavoro a parità di stipendio (lavorare meno per lavorare tutti). Rileviamo anche l’aggravamento dell’emergenza abitativa, già drammatica nella nostra Regione e che diviene insostenibile con la crisi economica, soprattutto se riprenderà la cinica esecuzione degli sfratti, che hanno colpito duramente, nei mesi precedenti all’emergenza, anche famiglie disagiate o momentaneamente insolventi, per questo ci batteremo per una moratoria a tempo indeterminato degli sfratti per gli indigenti e i morosi incolpevoli.
Va sottolineato che sono tante le iniziative importanti che in questa primavera non hanno avuto luogo a causa dei decreti di quarantena: L’8 Marzo come emblema delle parità di genere anche sul posto di lavoro, della denuncia della violenza sulle donne e del patriarcato, il 25 Aprile come celebrazione della resistenza antifascista e della liberazione dal nazi-fascismo, le manifestazioni per la tutela del territorio, in particolare contro Inceneritore, Aeroporto e TAV, quelle studentesche del Fridays for futures, per la tutela dell’ambiente e del clima. Sono inoltre state rimandate diverse iniziative contro le guerre imperialiste, che non si sono affatto fermate per la pandemia e che continuano a massacrare milioni di innocenti nel mondo. Il Primo Maggio è per noi sintesi di tutto questo, come presa di coscienza e lotta contro un sistema capitalista brutale e vigliacco, con il suo carico di privatizzazioni, tagli ai servizi e sfruttamento selvaggio di risorse e persone.
Per questo come Assemblea Unitaria per il Primo Maggio a Firenze, che riunisce i sindacati di base di Firenze e molte organizzazioni politiche e sociali della città, ci impegneremo per organizzare, con la massima sicurezza, un percorso di mobilitazione unitario che riunisca le vertenze del lavoro con quelle ambientaliste, quelle femministe, quelle contro la guerra, per la autodeterminazione, la libertà e i diritti dei popoli, quelle antifasciste, quelle in difesa dei beni comuni, quelle per il diritto alla casa e all’abitare, quelle per il diritto alla istruzione e per qualità e universalità della scuola, per la tutela del territorio, in particolare contro Inceneritori, Discariche, Aeroporti e TAV. Nondimeno controlleremo con accuratezza le reali tutele per lavoratrici e lavoratori e ci difenderemo con azioni di lotta sindacale e scioperi, rivendicando il diritto al lavoro sicuro, alla salute e ad una sanità pubblica ed efficiente.

Una battaglia che abbiamo iniziato in modo coeso e solidale e che proseguirà con determinazione, perché per noi ogni giorno è il Primo Maggio.

Ogni giorno è il primo maggio

Ogni giorno è il primo maggio

26/04/2020
Assemblea Unitaria per il Primo Maggio a Firenze

ADESIONI:
Cobas Firenze, Cub Firenze, Usb Firenze, Usi Cit Firenze, Cobas Sanità Università Ricerca, Collettivo Politico 13 Rosso, Presidio No Inceneritore No Aereoporti, Assemblea Beni Comuni/Diritti, Comitato San Salvi Chi Può , Cantiere sociale Camilo Cienfuegos, Comitato provinciale Firenze Pmli, Collettivo di Unità Anticapitalista Firenze, Movimento di Lotta per la Casa di Firenze, Fronte di Lotta No Austerity, Fondo Comunista Firenze, Unione Inquilini Firenze, Ateneo Libertario, Partito della Rifondazione Comunista Firenze.

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Raccolta alimentare a Campi Bisenzio

Raccolta alimentare a Campi Bisenzio

Raccolta alimentare a Campi Bisenzio

In questo momento difficile sosteniamoci a vicenda con la raccolta di alimenti di prima necessità per le famiglie in difficoltà economica.
Servono: pasta, riso, olio, latte UHT, pelati, prodotti in scatola.
Chi voglia fare un’offerta o partecipare alle attività ci contatti.

Chiunque si trovi a vivere un periodo di difficoltà economica non esiti a chiamarci! Siamo lavoratori e lavoratrici che si aiutano tra loro, la solidarietà è la nostra arma, nessuno deve sentirsi solo/a!++

[Consegniamo e ritiriamo i pacchi a domicilio, garantendo stringenti misure igieniche e discrezione]

Chi avesse in casa vecchi portatili, tablet o telefoni funzionanti e inutilizzati ci contatti, perché la continuità scolastica è un diritto di tutte le ragazze e i ragazzi.

Chi ha l’accesso fisso alla rete internet e vive in piccoli e grandi condomini, si organizzi tenendo la rete wifi accessibile liberamente a tutte/i, per una scuola a prova di ricarica telefonica!

Costruiamo reti di solidarietà!

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Nel 25 Aprile gli anticorpi al fascismo di ieri, al revisionismo e le ingiustizie di oggi!

A Firenze tante persone, compagne e compagni, spontaneamente o in maniera organizzata, sono uscite di casa per andare verso alle lapidi, ai cippi, alle targhe diffuse in molte parti della nostra città o della nostra campagna.
Da Piazza Puccini a Largo Bruno Fanciullacci, dal Monumento in Piazza Elia dalla Costa in Gavinana al Sacrario per i ragazzi del Campo di Marte, da Valibona alle pendici del Monte Morello a Piazza Giorgini sotto la targa di Orso.

I partigiani e le partigiane di ieri e di oggi, dunque, sono stati omaggiati come meglio si credeva e si è potuto, in tutta Firenze.
Sono spuntati attacchinaggi nelle strade, scritte sui muri e diversi striscioni alle finestre. In tanti modi si è espressa una volontà chiara, un sentimento diffuso.
Senza la piazza e i cortei forse, e in primis come senso di responsabilità collettiva, ma senza ridurci passivi e in silenzio.

Noi siamo andati in piazza, come avevamo detto di fare, sentendoci in piena legittimità di farlo, sia in piazza Tasso sia in piazza Santo Spirito.
Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto, in sicurezza e rispettando le distanze, in maniera autorganizzata e disciplinata, trovando altri/e antifascisti/e abitanti della zona ad aspettare il momento degli interventi, della deposizione della corona al Comandante Potente o ai Martiri di Piazza Tasso.
Dal momento dell’ingresso in piazza, Firenze Antifascista ha iniziato sui social (Fb e YouTube) più di 5 ore di diretta, con la volontà di esprimere e diffondere i contenuti, i messaggi e le lotte che da sempre animano la piazza del 25 Aprile e del nostro antifascismo: dalla memoria come strumento di lotta per le generazioni di oggi, alla militanza antifascista con ogni mezzo necessario.
Una “piazza in rete” che non è rimasta in silenzio a sua volta, ma che ha ribadito che essere antifascisti/e oggi significa immaginare una nuova società per il domani, combattere contro un sistema patriarcale, fatto di sfruttamento e guerre, significa intrecciare quei legami di solidarietà concreta e internazionale che vanno dalla Palestina al Kurdistan, dalla Brigata dei Medici Cubani al mutuo appoggio popolare con staffette solidali organizzate nei quartieri per far fronte alla crisi sociale che si sta diffondendo.
Una piazza virtuale attraversata però da esperienze di lotte reali, da quelle contro la violenza del sessismo a quelle per il diritto allo studio, dalle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità, a chi lavora in fabbrica o consegna le pizze, da chi è disoccupato a chi è costretto ad andare a lavorare in queste condizioni difficili.
Centinai di messaggi che hanno riempito di contenuti e partecipazione una piazza che è stata virtuale, ma univa esperienze, soggettività e percorsi collettivi, in una condivisione d’intenti.

Chi pensava che col virus si potesse dare un ennesimo colpo al 25 Aprile si è sbagliato, e tanti saluti ai La Russa di turno, chi invece lo vedeva oggi più di ieri come un giorno comodo e pacificato, anche.
Chi, come la direzione dell’ANPI Nazionale voleva limitarlo ad un flash mob con bandierina tricolore, la canzoncina buona per tutte le stagioni, e tutti fermi sul balcone alle 18, anche.
E così è accaduto in tutta la penisola, in un doppio livello di risposta spontanea o organizzata dai compagn*, a chi avrebbe voluto mettere in quarantena il 25 Aprile è ciò che rappresenta.

Tutta la nostra solidarietà va invece ai denunciati e agli antifascisti e le antifascista fermate Milano e Napoli. Insieme allo schifo per chi brandisce manganelli, prepotenza e abusi.

LIBERIAMOCI DAL VIRUS DEL FASCISMO
DALLO STATO DI POLIZIA
E DALLO SFRUTTAMENTO

Oggi come ieri, è tempo di Resistenza.
Firenze Antifascista

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

25 Aprile 2020

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Siamo a Valibona anche oggi, seppur con una piccola rappresentanza.

Siamo a Valibona anche oggi, seppur con una piccola rappresentanza.

La Festa della resistenza non è in vendita all’altare del revisionismo perché la memoria dei Partigian* è ancora viva ed è d’esempio a chi oggi combatte il fascismo in Rojava, in Palestina così come nelle piazze Italiane.
Un saluto a pugno chiuso al compagno Valerio e al Partigiano Sugo.
Ora e Sempre Resistenza

Video dell’intervento a Valibona:
https://www.facebook.com/1538844779699468/videos/842378642936055/

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25 Aprile 2020 – La piazza in rete

La piazza in rete

La piazza in rete

Con dirette, musica, memoria, interventi.

Firenze è AntiFascista!

Programma in aggiornamento

—-

A causa della pandemia il prossimo 25 aprile non potremo riempire quelle stesse piazze e strade che animarono la Resistenza fiorentina, esplodendo nell’estate del ’44 con l’ingresso della brigata Sinigaglia in Oltrarno per liberare Firenze.

In questa situazione, in cui media e politici cercano di attribuire tutte le colpe delle estreme difficoltà alla straordinarietà del momento, è doveroso sottolineare che non è stato il virus a causare i mali che ci stanno affliggendo, ma questa epidemia ha semplicemente fatto scoppiare le contraddizioni che da sempre caratterizzano la società capitalista. Così una sanità pubblica, depotenziata dai tagli, collassa al primo scossone. Così l’istruzione pubblica si è ancor più inginocchiata alla così detta meritocrazia, dove il sapere diviene una merce acquistabile soltanto da chi può permetterselo, con l’utilizzo della didattica a distanza, che ha accelerato il progressivo smantellamento del diritto allo studio in atto da anni.

In un contesto “emergenziale”, i lavoratori di categorie da sempre sottopagate diventano essenziali e nonostante ciò, sono obbligati a rischiare la propria vita lavorando senza adeguate protezioni. Senza contare la spietata corsa al profitto di Confindustria, che intervenendo nelle decisioni governative ha reso lampante quanto il profitto di pochi valga più della vita di molti, come dimostrano i fatti del bergamasco: nonostante tutto si è deciso di tenere le fabbriche aperte, creando quello scenario che oggi osserviamo.

In mezzo a tutto ciò, carcerati e migranti, stipati in spazi sovraffollati e promiscui, sono esposti a un elevatissimo rischio di contagio, oltre che essere isolati materialmente e mediaticamente dalla società: le fonti ufficiali infatti si sono affrettate a definire i morti durante le rivolte carcerarie come tossici in overdose, per paura che queste potessero riscuotere solidarietà aldilà delle sbarre. Questa quarantena, che per alcuni è un sognoromantico in cui riflettere e migliorare sé stessi, per chi porta e porterà sulle proprie spalle il peso delle crisi è un incubo che si concretizzerà in un tenore di vita ancora più basso nel futuro.

Sebbene il fantomatico “spirito patriottico” pompato da media e politici voglia farci credere che siamo tutti uniti e sulla stessa barca, gli ultimi stanno già pagando e continueranno a pagare ad altissimo prezzo in termini di diritti e benessere.

Se possibile, questa epidemia rende ancora più evidente che il nemico non è chi sta come o peggio di noi, ma chi sulle nostre vite continua a fare profitti, con le mani sporche del nostro sangue. E questo modello di società, con cui facciamo i conti ogni giorno, è lo stesso contro cui lottavano i partigiani e le partigiane: la sconfitta del fascismo è una delle facce di una lotta che ancora oggi si basa sulla costruzione di una società diversa, libera da razzismo, guerra, sfruttamento e repressione. Certo non una società che approfitta dell’epidemia per legittimare restrizioni di ogni genere e ampliare il potenziale strumentario del braccio repressivo dello Stato. Questi metodi sono cari a quella “sinistra”, di cui il sindaco Nardella è autorevole esponente, che per il 25 aprile si veste da antifascista per celebrare una memoria tradita nei fatti.

Quella stessa “sinistra” che rivendica il decreto Minniti-Orlando, che ha spianato la strada ai successivi decreti Salvini, in nome di una sicurezza che però non prevede una casa, una sanità, un’istruzione e un lavoro stabile e pagato per tutti e tutte.

Parliamo della stessa “sinistra” che a Firenze da anni reprime gli antifascisti e le antifasciste, legittimando Casapound e Forza Nuova e riconducendo alla “follia” stragi fasciste come quella di Piazza Dalmazia o del ponte Vespucci. Una “sinistra” che avvalla una falsificazione storica imponente. Già da diversi anni siamo costretti a sorbirci una ricostruzione storica falsa attorno al mito delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, una criminalizzazione della resistenza jugoslava e una mitizzazione di fascisti e repubblichini “uccisi perché italiani”. Su questa linea, il 19 settembre scorso il Parlamento europeo in una risoluzione ha equiparato il comunismo al nazismo, individuando nel patto Molotov-Ribbentropp la causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, costruendo così un altro falso storico. L’equiparazione fra aguzzini e liberatori, fra fascisti e antifascisti, fra partigiani e repubblichini è una costruzione ideologica con uno scopo preciso: infangare la memoria di chi ha lottato ieri per criminalizzare chi lotta oggi!

Un altro esempio, molto in voga a “sinistra” come a destra, è il ivellamento fra antisionismo e antisemitismo. Si equiparano due concezioni che niente hanno a che fare l’una con l’altra: da un lato una visione razziale del mondo e dall’altro una solidale. Molti attivisti antirazzisti per l’autodeterminazione del popolo palestinese si trovano infatti sotto processo a Roma, Milano e Torino con l’accusa di istigazione all’odio razziale. A loro va tutta la nostra solidarietà, e continueremo anche quest’anno a sventolare orgogliosamente la bandiera palestinese, per riaffermare ancora una volta che non siamo antisemiti, ma siamo antisionisti, antifascisti e antirazzisti!

“Io il mio l’ho fatto, ora tocca a voi!”, con queste parole il partigiano Sugo sottolineava la continuità tra la resistenza di ieri e le lotte di oggi: l’obiettivo comune di costruire una società diversa.
Lo stesso obiettivo degli internazionalisti e delle internazionaliste combattenti in Kurdistan, come Orso, caduto il 17 marzo 2019, ma anche come Eddi, recentemente colpita dalla sorveglianza speciale per “pericolosità sociale”. Gli internazionalisti tornati, come lei, sono stati colpiti da processi e misure restrittive, con l’accusa di essere socialmente pericolosi, ma pericolosi per chi? Per chi continua a sostenere un modello di sviluppo insostenibile per le classi popolari, la privatizzazione dei servizi pubblici e lo smantellamento dei diritti in materia di lavoro, studio e sanità, non certo per noi che da questo modello siamo schiacciati e ne paghiamo caro il prezzo ogni giorno.

Per tutti questi motivi, come Firenze Antifascista, il prossimo 25 aprile onoreremo la memoria della Brigata Sinigaglia, con una piccola delegazione che, rispettando tutte le norme di sicurezza sanitarie, renderà omaggio al monumento a Potente in piazza Santo Spirito e al monumento ai 5 martiri in piazza Tasso. Inoltre, sarà organizzata una diretta streaming sui social media con interventi e contributi politici e artistici per permettere a tutti/e di partecipare a questa giornata anche da casa. E, con buona pace di chi afferma che il Coronavirus ha avuto il merito di “liberarci” dalla retorica della Resistenza e del 25 aprile, torneremo presto in tanti in quelle strade e in quelle piazze, per ribadire che non pagheremo il prezzo dell’ennesima crisi del sistema, ma saranno i responsabili a dover pagare per aver innescato questa crisi!

Ora e sempre Resistenza!

Firenze Antifascista

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3 Gennaio 1944 Lanciotto Ballerini e la Battaglia di Valibona.

Purtroppo l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus vedrà un 25 Aprile “sottotono” anche a Valibona, località della Calvana situata tra Calenzano e Vaiano e teatro della battaglia che si tenne il 3 Gennaio del 1944 tra i partigiani della brigata “Lupi Neri” guidata da Lanciotto Ballerini e i fascisti.

A seguito di una delazione, infatti, repubblichini e carabinieri accerchiarono il fienile di Valibona, dove erano accampati i partigiani. Lanciotto si rese presto conto che l’unica soluzione possibile sarebbe stata quella di una sortita per cercare di rompere l’accerchiamento e così fece. Diede l’ordine di attaccare e uscì per primo armato di bombe a mano, consentendo alla maggioranza dei suoi compagni di fuggire e mettersi in salvo. In seguito ciò che rimaneva della Brigata “Lupi Neri” andò a formare, assieme ad altri partigiani, la Brigata “Lanciotto Ballerini” che partecipò alla liberazione di Firenze.
Questa storia continua a raccontarci di coraggio, dedizione, abnegazione e sacrificio per un obiettivo più alto di ognuno di noi. Non la dimenticheremo.

3 Gennaio 1944 Lanciotto Ballerini e la Battaglia di Valibona

3 Gennaio 1944 Lanciotto Ballerini e la Battaglia di Valibona

Firenze Antifascista

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25 Aprile 2020 “La risposta fu una bomba all’ordine d’arresa e altre grida di fuoco dalla bocca della breda…”

Quest’anno non potremo essere presenti a Valibona come tutti gli anni, per commemorare come si deve Lanciotto e la brigata Lupi Neri, al cippo di partigiani di Valibona.
Come Banda K100, (formatasi all’interno del Cantiere sociale Camilo Cienfuegos e allargatasi poi con l’arrivo di altri/e compagni/e) il ricordo della lotta e il sacrificio di Lanciotto e degli altri caduti, lo portiamo tutti i giorni nel cuore e cerchiamo di farlo vivere quotidianamente, tramite la musica popolare di lotta, oltre la mera ricorrenza, narrando le gesta eroiche dei/lle partigiani/e di ieri che ci hanno liberato dal nazi-fascismo.
Come antifascisti/e di oggi, sappiamo bene che l’unica strada da seguire è quella della lotta, la lotta contro tutti i fascismi sotto qualsiasi forma, la lotta di classe, la lotta per non perdere la dignità ed inseguire il sogno e l’obiettivo di una società più giusta, socialista e comunista!

A pugno chiuso
Banda K100

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Venerdì 24 Aprile 2020 Palestina, un punto su Covid/Antisionismo-Antisemitismo

Palestina, un punto su Covid/Antisionismo-Antisemitismo

Palestina, un punto su Covid/Antisionismo-Antisemitismo

Video dell’iniziativa: https://www.youtube.com/watch?v=uaMjhCG-_u8

La Palestina ai tempi del Coronavirus, il tentativo di equiparazione antisionismo/antisemitismo, i legami tra Italia e Entità Sionista, il processo ai compagni Milanesi e Piano Trump ne parliamo con:

  • Alberto, compagno internazionalista del Fronte Palestina
  • Rodolfo, esponente del comitato promotore della campagna “Processiamo il sionismo”
  • Un compagno palestinese che ci invierà un contributo audio da Aida Camp, Betlemme.

Le attività del sionismo in Palestina sono in stretta relazione coi nostri paesi, la cooperazione militare e in materia di sicurezza, accordi commerciali e accademici, rapporti diplomatici e politici sempre più stretti con le destre razziste e sovraniste, si legano all’offensiva ideologica che ha come punto focale la “campagna” per affermare l’equiparazione antisionismo-antisemitismo anche a livello giuridico. Un processo di normalizzazione da un lato e di ribaltamento della realtà dall’altro. In questo senso è paradigmatica l’attività della Brigata Ebraica nei cortei per il 25 Aprile a Milano.

Dalla Palestina che affronta quotidianamente le vessazioni e restrizioni dell’occupazione, la situazione è esasperata dal Coronavirus, nei campi profughi in particolare; le misure imposte dalle autorità, la “pressione” da parte delle forze d’occupazione; quali le conseguenze economiche che ci si aspettano e quali sono le necessità più impellenti?

Dalle 18.00 sul canale Youtube del Cantiere Camilo Cienfuegos.

https://www.youtube.com/channel/UCiEIMh9vD_15Wt_7vXo_W2w

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Coordinamento Toscana per il Kurdistan – Lunedì 20 Aprile 2020 – Diretta – Kurdistan e Palestina ai tempi dell’epidemia.

Kurdistan e Palestina

Kurdistan e Palestina

Lunedì 20 aprile alle ore 18.30
su Facebook e Canale Youtube
In diretta con Alessandro Orsetti, Alberto Mari del Fronte Palestina, un compagno italiano dal Rojava, Ylmaz Orkan dell’Ufficio Informazione del Kurdistan – UIKI Onlus

I conflitti e le lotte continuano nei territori sotto occupazione, che sia turca o israeliana. I prigionieri nelle carceri hanno iniziato a rivoltarsi per avere un minimo di tutele, subendo la repressione degli apparati statali.
L’epidemia viene utilizzata dai governi come altro strumento di attacco e repressione delle esperienze politiche e sociali e di ulteriore differenziazione, sia nella gestione degli aiuti alla popolazione che all’interno dei circuiti carcerari.

Nel Rojava gli scontri militari e i tentativi della Turchia di attacco ai territori controllati dai kurdi continuano.
In Italia continua la repressione verso i compagni internazionalisti, chi sottoposto a misure di controllo e divieto chi sotto processo come a Milano per i cortei a sostegno della Palestina.

Con un rappresentante del movimento kurdo in Italia, parliamo della situazione in Turchia, le lotte nelle carceri, la repressione del movimento e la gestione del Covid, dello sviluppo delle lotte e del conflitto nei territori amministrati nel Rojava dal movimento kurdo.
Alessandro Orsetti interverrà in sostegno dei compagni e delle compagne internazionaliste, sottoposti a misure preventive e processuali per la loro partecipazione alla lotta del popolo kurdo.

Alberto Mari del Fronte Palestina ci parlerà poi della situazione in Palestina, a Gaza in Cisgiordania. e la lotta nelle carceri sioniste e del processo che diversi compagni hanno a Milano per aver contestato la Brigata ebraica.

In Italia ci avviciniamo al 25 Aprile ed alla Festa della Liberazione e crediamo che la solidarietà internazionale, intesa come relazioni politiche e sociali e condivisione delle stesse lotte, sia determinante, pur nelle difficoltà del contesto attuale. Mantenere e rafforzare questi legami, comprendere che, se anche chiusi nelle nostre case, siamo sempre impegnati nella stessa lotta comune per la libertà e l’emancipazione deve fare parte delle nostre pratiche di lotta.

Sosteniamo i prigionieri in lotta, per la solidarietà internazionale!
Con l’esempio internazionalista di Orso Tekoser nel cuore e nella testa!
Biji Kurdistan! Yalla Yalla Palestina!

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