Emessa la sentenza nel “processo agli 86″… ma non chiamatela giustizia!

Riceviamo e ripubblichiamo il comunicato del Cpa Fi Sud

Il processo contro il movimento fiorentino, il “processone”, il processo agli 86 – chiamatelo come volete – è giunto alla fine.

Martedì 16 febbraio 2021 la Corte d’Appello del Tribunale di Firenze ha emesso la sua sentenza: cade definitivamente l’imputazione per associazione a delinquere confermando il primo grado, decadono per sopraggiunta prescrizione molti reati, mentre 4 compagni sono stati condannati a 9 mesi e altri 22 a 8 mesi a testa per reati specifici legati a manifestazioni di piazza.

Rispetto alle perquisizioni, gli arresti domiciliari, agli obblighi di firma e al quadro che avevamo davanti nel maggio del 2011, quando scattò l’operazione, ci pare evidente sia emersa l’inconsistenza di quell’inchiesta.

Detto questo, non possiamo certo cantar vittoria e non tanto per le condanne, che comunque avevamo messo in conto, o per le migliaia di euro che ancora una volta dovremo pagare, quanto perché in realtà Questura e Procura attraverso questa azione repressiva sono riuscite a mettere sul banco degli imputati, assieme agli 86 tra compagne e compagni, le lotte che questi hanno portato avanti.

L’azione repressiva, accompagnata da “un’attenta” campagna stampa di criminalizzazione, attaccò le mobilitazioni contro i tagli e la privatizzazione di scuola e università, le lotte contro la privatizzazione della sanità e dei trasporti, l’antifascismo, lo sciopero generale lanciato sull’onda delle occupazioni studentesche proclamato dal sindacalismo di base che si intrecciò con la battaglia dei metalmeccanici contro il “modello Marchionne”.

Non ci interessa fare l’ennesima disamina del processo, ma rimettere sul piatto le motivazioni che spinsero sul finire del 2010 migliaia di lavoratori e studenti ad organizzarsi e lottare: proviamo a guardarle con gli occhi che abbiamo oggi, gli occhi di chi da un anno vive nel contesto della pandemia. Non abbiamo vinto, forse non abbiamo inciso abbastanza, ma avevamo ragione noi ed abbiamo ancora ragione noi!

Guardate lo stato in cui versano oggi la scuola, l’università, la ricerca, il trasporto pubblico, le condizioni di lavoro e il salario per chi ce l’ha, la disoccupazione di massa, la criminalizzazione di cui sono fatti oggetto i giovani a cui questo sistema ha tolto tutto.

Guardate poi la schiera di tutto quel ceto politico che si complimentò con la Questura per il “ripristino della legalità”: tutti assieme nella grande ammucchiata di governo per mettere le mani nella marmellata del Recovery mentre i loro “tecnici ed esperti” hanno lucrato addirittura sulle mascherine distribuite alle elementari.

Oggi abbiamo davanti una situazione molto difficile e pericolosa: un anno fa scioperavamo per non essere costretti a lavorare mentre il virus entrava nelle nostre vite e lottavamo anche perché si organizzasse il sistema dei tamponi e dei tracciamenti, perché finalmente la sanità tornasse ad essere uno strumento di tutela della salute pubblica e non più fonte di profitto.

Mentre viviamo lo stesso triste teatrino anche per i vaccini, a distanza di un anno, niente di tutto ciò è stato fatto se non rimarcare che “cedere quote di libertà” continua ad essere l’unico strumento di reale contenimento del virus.

Siamo all’interno questo infame ricatto per il quale, coloro che fanno profitti addirittura sui vaccini, prodotti con il contagocce per scatenare aste al rialzo, fanno la morale a chi esce per aperitivo scaricando le proprie responsabilità sui comportamenti individuali: siamo al punto in cui è praticamente consentito solo avere relazioni mercificate, rinunciando alla socialità, al tempo libero, allo sport e sopravvivere all’interno della nostra bolla, tanto più piccola quante minori sono le merci che riusciamo ad accaparrarci sul mercato.

Possiamo imbottirci di psicofarmaci, buttarci dalla finestra, metterci una corda al collo, sfogare la nostra rabbia all’interno delle mura di casa o drogarci: ma guai a pensare di ribellarsi… il 30 ottobre e gli arresti successivi a quella serata stanno lì, come monito, a dirci proprio questo, senza mai dimenticare che le misure definite emergenziali permangono anche quando la causa attraverso la quale sono state giustificate viene meno.

Questa contraddizione però può essere rotta dal nostro protagonismo, dalla nostra volontà di ribaltare la società della privatizzazione dei profitti e della socializzazione dei costi: la lotta e la solidarietà, ieri come oggi, continuano ad essere l’unica via che possiamo percorrere per far valere la nostra ragione perché una società che superi le disuguaglianze, l’autoritarismo e lo sfruttamento non è solo un sogno ma una necessità collettiva.

LA LOTTA È L’UNICA VIA… SOLIDARIETÀ!

Solidarietà!

Solidarietà!

Posted in comunicati | Comments Off on Emessa la sentenza nel “processo agli 86″… ma non chiamatela giustizia!

Spaccio di cultura – essere colti per essere liberi (Jose Martì)

Città Visibili APS, il Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos e la Pubblica Assistenza di Campi Bisenzio ODV, a giugno scorso, si sono unite per collaborare nella messa in opera di un servizio di utilità socio-culturale gratuito, rivolto a tutta la comunità: una piccola biblioteca libera di quartiere, dove scambiare libri e sguardi, a forma di casetta per gli uccelli, un luogo a disposizione di tutti, seguendo lo slogan: Prendi, Lascia e Diffondi! La casetta ha anche a corredo due fioriere che ospiteranno le piante ornamentali del progetto PiantiAMO Installazione permanente dedicata a uomini e donne che hanno rivolto la loro vita allimpegno nella solidarietà, con il contributo dellArci Firenze dal Bando Impatto Clima.
In Italia il primo esempio di “biblioteca libera di quartiere” risale al giugno 2012, quando l’insegnante Giovanna Iorio installò la prima casetta nel parco dell’Inviolatella Borghese, nel quartiere di Vigna Clara, a Roma. I piccoli atelier promuovono la lettura, sono centri di aggregazione, usati a tutte le ore e a tutte le età. Da quella prima iniziativa si sono poi diffuse in altre città italiane.
In data 27 febbraio alle ore 11 sarà inaugurata la prima casetta di distribuzione nel giardino della Pubblica Assistenza di Campi Bisenzio e invitiamo le persone a partecipare, ovviamente a distanza e muniti di mascherina. La casetta è stata costruita con materiali riciclati ed è totalmente ecologica, nata dal lavoro di un laboratorio di arte e costruzione a cui hanno partecipato i giovanissimi volontari della Pubblica Assistenza. In primavera, Covid permettendo, saranno organizzati altri laboratori dal Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos e verranno collocate possibilmente altre casette, perchè tutti ne possano usufruire, in diversi parchi della città di Campi Bisenzio.

Cassetta cultura

Spaccio cultura

ESSERE COLTI PER ESSERI LIBERI (Josè Martì).
Da un’idea di:
Pubblica Assistenza ODV
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
CittàVisibili APS

Posted in Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, comunicati | Comments Off on Spaccio di cultura – essere colti per essere liberi (Jose Martì)

La propaganda fascista censura la verità storica…

In solidarietà con il CPA Firenze sud e gli storici censurati e messi sotto attacco dai fascisti e dalle istituzioni, ripubblichiamo il loro comunicato.

—-

Ci riprendiamo la parola sulla polemica che i fascisti della Lega stanno montando rispetto alla presenza di una bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia esposta al CPA fi-sud.

Intanto ci sembra chiaro e lampante che “il Giorno del Ricordo” sia una giornata che i fascisti usano per alzare la testa e siamo arrivati al paradosso per cui agiscono in termini di censura rispetto a ciò che si può dire e non si può dire rispetto alle vicende legate al “nostro” confine orientale.
Questo attacco è assimilabile alle aggressioni e alle minacce che hanno subito e stanno subendo gli storici, che secondo i fascisti dovrebbero tacere sulle loro ricerche, al punto che le stesse istituzioni democratiche tagliano i fondi di ricerca a tutti coloro che non si allineano al copione della propaganda.

Andiamo al punto: è pienamente legittimo esporre una bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nel Giorno del Ricordo.
Se Giorno del Ricordo dev’essere allora è giusto ricordare tutto: noi con quella bandiera vogliamo ricordare le migliaia di soldati italiani che dopo l’8 settembre disertano la chiamata della RSI e si unirono alla Resistenza partigiana slava formando la Brigata Italia, la Brigata Mameli, la Brigata Garibaldi e la Brigata Antonio Gramsci, tanto che il tricolore sventoló nelle piazze della capitale jugoslava il giorno della liberazione di Belgrado.

Qui la domanda è una: perché creare allora una memoria nazionalista e semmai non patriottica?
La risposta sta nella scelta del 10 febbraio come Giorno del Ricordo: quello è l’anniversario della firma dei trattati di Parigi del 1947 e il 10 febbraio è quindi stato scelto con il chiaro scopo di dare slancio all’irredentismo fascista.
Visto che in quelle terre, da secoli, molte etnie diverse convivevano tra loro evidentemente la distruzione di quell’equilibrio va ricercato, non nei contrasti etnici, ma nelle scelte politiche fatte dal 1918 in poi e cioè nell’italianizzazione forzata.
In questo senso, forse, il 6 aprile, giorno dell’invasione militare della Jugoslavia da parte dell’Asse avvenuta nel 1941, sarebbe stata una data più appropriata per mettere al centro del dibattito pubblico queste complesse vicende.
Ma la scelta di questa data avrebbe messo l’Italia nelle condizioni di dover fare i conti con i crimini del fascismo e l’operazione politica in atto sarebbe venuta meno.
Ancora una volta i negazionisti sono i fascisti che vorrebbero imporre una narrazione parziale e decontestualizzata, oltre che falsa, con il solo scopo di alimentare l’anticomunismo e attaccare i valori della Resistenza partigiana.

Chiediamo a tutti i partiti, i sindacati, le associazioni, le realtà di base e tutti gli antifascisti che hanno a cuore la verità storica e i valori della Resistenza di condividere questo messaggio in solidarietà con il CPA Firenze sud e gli storici censurati e messi sotto attacco dai fascisti e dalle istituzioni.

bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia

bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia

Cpa Firenze Sud

Posted in comunicati, Iniziative comunicati altre realtà | Comments Off on La propaganda fascista censura la verità storica…

Sabato 13 febbraio 2021 Libertà per Apo! Basta aggressioni turche al Rojava e il movimento kurdo!

Firenze – Dalle 15.30 Piazza Duomo, dalle 17.00 Piazza Signoria

Libertà per Apo

Libertà per Apo

In piazza a Firenze per la liberazione di APO 0calan e di tutti/e i prigioniere politiche in Turchia, per sostenere il movimento kurdo di liberazione!

In Turchia prosegue senza sosta una repressione che colpisce ogni forma di opposizione politica e sociale. Tutti i media non schierati con il regime sono stati chiusi, il partito HDP è sotto attacco e rischia la chiusura, tutti i sindaci kurdi democraticamente eletti sono stati rimossi dall’incarico ed arrestati, ed oggi tutte le municipalità kurde sono amministrate da commissari fiduciari del governo turco. Il regime turco sta annullando ogni spazio di libertà, facendo di nazionalismo, fondamentalismo religioso, guerra e repressione i suoi pilastri. In questi giorni si susseguono inoltre gli arresti degli studenti universitari che protestano contro la nomina da parte del partito di governo del rettore della più grande Università di Istanbul, già noto per le sue posizioni misogine e omofobiche. Tutto questo mentre Erdogan continua ad agitare venti di guerra in tutto il Kurdistan con l’obiettivo dichiarato di mettere fine all’esperienza del PKK.

In tutto il mondo le Comunità Kurde ed il movimento di solidarietà manifestano in occasione del 15 febbraio, ricordando l’arresto nel 1999 del Presidente del PKK Abdullah 0calan, sequestrato dai servizi segreti turchi col sostegno delle grandi potenze internazionali e da 22 anni rinchiuso nell’isola-carcere di Imrali, in condizione di totale isolamento.

Anche a Firenze saremo presenti, insieme alla Comunità Kurda toscana, con manifestazioni sotto la Regione ed il Comune, per ricordare che non bastano le prese di posizione a favore della liberazione di 0calan e di sostegno al movimento kurdo, ma è necessario che diano seguito con coerenza alle numerose mozioni già approvate, premendo per la fine del sostegno italiano al regime di Erdogan e che si arrivi finalmente ad intitolare una strada della nostra città a Lorenzo Orsetti, Tekoser Orso, caduto in Siria per la liberazione di tutti/e noi.

Saremo presenti per sostenere ancora la lotta di liberazione kurda in Siria come in Turchia, in Iraq e Iran, per l’affermazione delle politiche di liberazione sociale, popolare, di genere che il movimento kurdo, guidato dal PKK, sta portando avanti!

Sabato 13 Febbraio
Firenze – Dalle 15.30 Piazza Duomo, dalle 17.00 Piazza Signoria

Coordinamento Toscano per il Kurdistan – Comunità Kurda Toscana

Posted in iniziative, Kurdistan | Comments Off on Sabato 13 febbraio 2021 Libertà per Apo! Basta aggressioni turche al Rojava e il movimento kurdo!

Giorno del ricordo? Giorno dei falsi storici!

A Sorgane, il Comune di Firenze intitolerà un giardino a Norma Cossetto per commemorare il giorno del Ricordo, assecondando la richiesta di Fratelli d’Italia e Lega che da anni ormai operano un utilizzo strumentale e revisionista dell’occupazione italiana di Istria e Dalmazia. Non ci stupisce tuttavia il consenso di Nardella e delle istituzioni di “centrosinistra”, che si sono sempre resi complici e artefici di questa manipolazione storica: basti pensare alle dichiarazioni rilasciate da Mattarella e svariati altri esponenti politici di “sinistra” che non hanno mai perso occasione di legittimare e diffondere una narrazione storica delle Foibe meschina e artificiosa, il cui unico scopo è demonizzare la lotta portata avanti dai partigiani italiani e jugoslavi in modo da riabilitare il ventennio fascista, nella generale logica degli opposti estremismi: come se fossero intercambiabili la guerra di resistenza e liberazione titina e italiana e quella di occupazione nazifascista.

Il caso di Norma Cossetto è estremamente rappresentativo di quanto detto sopra: dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, infatti, è stata operata una manipolazione storica volta a rappresentare la sua morte come sempre più cruenta e riconducibile ai partigiani titini, nonostante non ci siano mai state le prove per dimostrare questa ricostruzione parziale dei fatti. Inoltre, sembra curioso che ogni anno gli stessi Fascisti e le istituzioni si scordino puntualmente del ruolo giocato dal padre di Norma Cossetto, Giuseppe, che portava avanti attivamente operazioni di rastrellamento antipartigiano in un reparto posto sotto il comando tedesco.

Come se non bastasse, ieri il Comune di Firenze ha tenuto una conferenza con Emanuele Merlino, autore di “Foiba rossa” nonché figlio del noto fascista Mario Merlino. Il libro in questione, oltre a basarsi su miti e fonti storiche meno che attendibili per diffondere le solite posizioni revisioniste, è stato pubblicato dalla casa editrice nota per i suoi rapporti con Forza Nuova e Casapound, Ferro Gallico. Insomma, questo altro non è che l’ennesima riprova dell’antifascismo di facciata istituzionale, pronto a sbandierare una retorica antifascista il 25 aprile per poi collaborare attivamente con le destre sposando in pieno le loro politiche e coccolando i vari gruppuscoli locali.

Siamo di fronte all’ormai decennale assalto nei confronti delle nostre azioni e della nostra storia, popolare e partigiana, quella che ancora ricorda si, rastrellamenti e i crimini di guerra fascisti perpetrati contro il popolo jugoslavo e italiano, ma anche la giusta e sana risposta a anni di schiavitù, torture, occupazione e pulizia etnica, da parte di chi decise di impugnare le armi per alzare la testa, dire basta e prendere in mano il proprio futuro.

In virtù di questi fatti, l’unica risposta possibile rimane quella di sempre: negare a fascisti qualsiasi spazio in cui possano acquisire legittimità: dalle nostre strade alla narrazione storica.

Giorno del ricordo? Giorno dei falsi storici!

Giorno del ricordo? Giorno dei falsi storici!

Firenze Antifascista

Posted in comunicati, Firenze Antifascista | Comments Off on Giorno del ricordo? Giorno dei falsi storici!

Solidarietà alle compagne e ai compagni! Tutti liberi! Tutte libere!

Ieri all’alba a Firenze sono state perquisite l’occupazione di Viale Corsica, di Via del Leone e abitazioni private di compagni e compagne per i fatti accaduti durante la manifestazione del 30 ottobre scorso.
Sono state emesse 19 misure cautelari di cui 7 arresti domiciliari, 7 obblighi di dimora e 5 obblighi di firma.

La repressione è l’unica risposta che lo stato sa dare al disagio dei giovani e delle classi popolari, che rivendicano le proprie ragioni con rabbia contro miseria, disoccupazione, precarietà.

Solidarietà alle compagne e ai compagni! Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

Posted in Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, comunicati | Comments Off on Solidarietà alle compagne e ai compagni! Tutti liberi! Tutte libere!

Sabato 23 gennaio 2021 Il carcere è tortura. Presidio a Sollicciano

Il carcere è tortura

Il carcere è tortura

Pestaggi, costole fratturate, timpani rotti.
Questa è la rieducazione del carcere di Sollicciano, come emerso in questi giorni da indagini e articoli di giornale.

Ma come sono state rese note queste informazioni dà ancora più luce sul carcere italiano: cioè a partire dalla denuncia per aggressione e resistenza effettuata proprio nei confronti di uno dei detenuti pestati.
Come succede fin troppo spesso (sia dentro che fuori dalle galere) chi subisce soprusi da parte dello stato e dei suoi scagnozzi si ritrova poi a dovere anche pagare conseguenze legali, una procedura che descrive bene uno stato arrogante ed omicida sempre disposto ad autoassolversi.
Ci richiama alle recenti torture avvenute nel carcere di San Gimignano dove media e politici si sono lanciati a difendere i 15 secondini che hanno prestato brutalmente un detenuto.
Ci richiama a Paska, compagno denunciato in seguito a un pestaggio avvenuto durante un trasferimento.
Ci lascia capire di quanta impunità le forze della repressione ritengano di dover godere in questo sistema, impunità che fa sì che si possa entrare sulle nostre gambe all’interno di una questura o di una galera per uscirne dentro una bara.
Vogliamo rimarcare che i pestaggi, a S. Gimignano come a Sollicciano, rappresentano la ordinaria sanzione, da parte delle guardie, di una insubordinazione rispetto all’ordine costituito.
Che il carcere sia un mezzo utilizzato dallo stato per spaventare chi è fuori e annientare chi è dentro è una verità concreta.
Che sopraffazione e costrizione siano la struttura portante della galera e della società contro chiunque provi a ribellarsi e rifiuti di collaborare rimane una verità contro la quale è necessario lottare.
Lo faremo in solidarietà con tutt@ i compagn@ che si ritrovano prigionieri o sotto processo per le lotte contro questo stato che violenta, tortura e uccide ogni giorno attraverso i suoi servi.
Lo faremo perché riteniamo che la lotta contro le carceri, dentro e fuori le mura, sia un tassello fondamentale della rivolta contro l’esistente, contro questo stato che ci vuole collaboratori e servi.

Che la solidarietà resti sempre la nostra migliore arma.
Perché saremo tutt* meno liber* finché resterà in piedi una prigione!

Presidio sabato 23 gennaio ore 15 al carcere di Sollicciano

Cpa fi-sud
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Collettivo Politico Scienze Politiche
Collettivo Krisis
Rete dei Collettivi Fiorentini
ACAD onlus
PerUnAltraCittà
Rete Antirazzista Fiorentina
Collettivo di Unità Anticapitalista di Firenze
Rifondazione Comunista Firenze
Movimento di lotta per la casa di Firenze
Rete Antisfratto Fiorentina

Posted in manifestazione | Comments Off on Sabato 23 gennaio 2021 Il carcere è tortura. Presidio a Sollicciano

Venerdì 15 gennaio 2021 alle ore 16:00 Presidio contro la sentenza sulla strage ferroviaria di Viareggio.

Riceviamo e pubblichiamo da Ogni giorno è il Primo Maggio

Verità e giustizia per Viareggio

Verità e giustizia per Viareggio

VERITÀ E GIUSTIZIA PER VIAREGGIO!!
Cassazione: una sentenza vergognosa!!
Partecipiamo al Presidio

Sono invitati i cittadini, i lavoratori/trici, i delegati RSU/RLS, le realtà sindacali e sociali del territorio. Parteciperà una delegazione di attivisti viareggini. Esprimiamo innanzitutto la nostra solidarietà ai familiari delle 32 Vittime della Strage di Viareggio del 29 giugno 2009 e di tutti i morti sul lavoro!
La sentenza della Cassazione dell’8 gennaio cancella infatti l’aggravante della violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, un precedente preoccupante e pericoloso che di fatto rimette in discussione la legislazione vigente su sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Per questo le Società e le Aziende sono assolte, l’omicidio colposo è prescritto, le condanne annullate con rinvio alla Corte d’Appello di Firenze (anche per l’ex AD FS Moretti), ribaltando così le sentenze di 1°grado e di Appello.
Il messaggio è sin troppo chiaro: Il sistema è sano e innocente, può continuare con omissioni, mancate valutazioni dei rischi, tagli di personale e aumento dei carichi di lavoro, scarsa manutenzione, I reati (quelli non prescritti!) saranno valutati e attribuiti ai singoli responsabili! Questa sentenza legittima e istiga il sistema a subordinare la sicurezza a logiche di mercato, a tagliare i costi per la sicurezza e la salute per aumentare i profitti, mentre si sprecano enormi risorse in grandi opere inutili e dannose!
Mobilitiamoci uniti contro una sentenza vergognosa che colpisce familiari, popolazioni, lavoratori/trici, attivisti e delegati sindacali, ferrovieri impegnati da anni nella lotta per questi diritti basilari e nella richiesta di verità e giustizia! Sosteniamo la campagna per l’abolizione “dell’obbligo di fedeltà” all’azienda, con il quale vengono sanzionati e licenziati quanti denunciano la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro (come il ferroviere Antonini) per intimorire tutto il movimento!

Posted in manifestazione | Comments Off on Venerdì 15 gennaio 2021 alle ore 16:00 Presidio contro la sentenza sulla strage ferroviaria di Viareggio.

Oggi, Lunedì 11 Gennaio 2021, a Milano inizia il processo ai/alle compagni/e solidali con il popolo palestinese.

Così come negli Usa e in molti paesi europei, dove la critica a Israele  è già reato, contestare l’entità sionista e le sue politiche significa essere fermati, denunciati, processati.

l'antisionismo non si processa

l’antisionismo non si processa

E’ la sorte che è toccata ad alcuni attivisti milanesi in occasione della contestazione allo spezzone della Brigata Ebraica nel corteo del 25 Aprile 2018 (peraltro ripetuta molte volte negli anni) e ad altri attivisti a Roma e a Catania per il passaggio del Giro d’Italia, partito nel 2018 da Israele e in particolare da Gerusalemme, appena dichiarata da Trump capitale indivisibile dell’entità sionista. Ed è quello che vorrebbe l’”osservatorio Solomon sulle discriminazioni”, che ha recentemente accusato gli studenti torinesi di Progetto Palestina di diffondere idee antisemite in università. E non dimentichiamo che anche a Firenze l’associazione “Italia-Israele” ha incontrato il rettore per chiedergli di adottare la definizione di antisemitismo “elaborata” dall’ IHRA (International Holocaust Remmbrance Alliance), che vede l’antisionismo come una delle forme più diffuse di antisemitismo.

Queste, come molte altre, sono iniziative tese a screditare i sostenitori della causa palestinese e ad evitare che l’entità sionista venga criticata e contestata, in particolare in occasione di operazioni di propaganda come quella del Giro d’Italia o del corteo celebrativo della resistenza e della liberazione del 25 Aprile a Milano. Due operazioni che mirano a incassare sostegno e a dare un’immagine nel mondo di un’Israele giovane, colorata, cosmopolita, moderna e democratica, mentre dietro a questa facciata ci sono occupazione, pulizia etnica, apartheid, sfruttamento. Infatti, a Milano il 25 aprile sfilano le bandiere israeliane, come ammette l’associazione “Amici di Israele” che nel 2004 scriveva: “siamo stanchi di partecipare circondati da bandiere palestinesi”. La stessa associazione dichiara che la decisione di sfilare con la Brigata ebraica è solo un passaggio di un percorso che deve portare allo “sdoganamento del sionismo”.

E il colmo è che i compagni sono accusati di “istigazione all’odio razziale”, capovolgendo spudoratamente la realtà: è così che attivisti impegnati quotidianamente nell’antifascismo e nell’antirazzismo, nell’appoggio ai popoli in lotta per la propria autodeterminazione, diventano “antisemiti” solo perché criticano Israele e le politiche sioniste. Uno stato frutto di un’ideologia colonialista e razzista, che viene usualmente descritto come “l’unica democrazia del Medio Oriente”, ma che invece è uno stato confessionale, nelle cui leggi fondamentali è scritto, nero su bianco, che “Israele è lo stato-nazione del popolo ebraico”, dove non solo i cittadini arabo-palestinesi sono cittadini di serie b, ma anche gli ebrei sefarditi e originari del Corno d’Africa, così come tutte le fasce meno abbienti, vengono discriminati in tutti gli aspetti della vita e della società.
In effetti oramai non sorprende neanche più che lo stato sionista sia preso a modello sia dalle “sinistre” securitarie che dalle destre sovraniste e nazionaliste europee e non solo, che trovano nel suprematismo, nel militarismo e nel controllo sociale israeliani la via da seguire.

Per tutti questi motivi respingiamo con forza al mittente l’accusa di razzismo e antisemitismo, esprimiamo la nostra più convinta solidarietà a tutti i compagni e compagne indagati/e e sotto attacco, e dichiariamo inaccettabile l’offensiva portata avanti dal sionismo e dai suoi complici contro l’agibilità politica del movimento di solidarietà al popolo palestinese e contro la libertà d’espressione in generale. Perché è un diritto, oltre che un dovere, criticare e contestare Israele e i suoi governi, le sue politiche di occupazione, colonizzazione, apartheid (adesso anche sanitario, vista la scelta del governo israeliano di negare il vaccino anti-Covid ai medici palestinesi dei territori occupati mentre continua a somministrarlo ai coloni illegali in Cisgiordania, oppure visti gli episodi di distruzione di laboratori palestinesi usati per fare i tamponi) che condannano, assieme all’imperialismo dell’alleato americano, tutto il Medio Oriente ad un presente e un futuro di guerra e ingiustizia. Così come è un diritto e un dovere quello di denunciare gli accordi di Abramo, che normalizzano le relazioni tra Israele e alcuni stati arabi come Bahrein, Emirati Arabi, Sudan e Marocco, tradendo la causa e lasciando sempre più soli i palestinesi di fronte ai progetti di annessione, colonizzazione e spoliazione della loro terra.

Infine denunciamo il ruolo complice dell’Italia, che addirittura in tempo di pandemia trova utile siglare l’ennesimo accordo di collaborazione e scambio in campo militare, predisponendo una spesa di circa 350 milioni di euro che, manco a dirlo, sarebbe stato più utile spendere nel campo della sanità pubblica, della scuola, dei trasporti e del sostegno alle fasce popolari più in difficoltà, anziché nella guerra imperialista al fianco dei sionisti.

Solidarietà agli/alle attivist* colpit* dalla repressione!
Non siamo antisemiti ma antisionisti, antirazzisti e antifascisti!

Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio
CPA Firenze Sud
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Krisis – Collettivo di studi umanistici e della formazione
Rete dei collettivi fiorentini

Posted in comunicati, Palestina | Comments Off on Oggi, Lunedì 11 Gennaio 2021, a Milano inizia il processo ai/alle compagni/e solidali con il popolo palestinese.

3 Gennaio 1944 – 3 Gennaio 2021. 77° anniversario della battaglia di Valibona

“Un gruppo di partigiani guidato da Lanciotto Ballerini e Ferdinando Puzzoli parte il 15 settembre per Monte Morello, forse il primo gruppo di partigiani dell’intera Toscana che in maniera organizzata si sposta sui monti.

Nei mesi a seguire l’azione è incentrata sul vettovagliamento e sulla costituzione di una sufficiente dotazione di armi ed equipaggiamento.
Numerose volte Lanciotto torna a Campi Bisenzio per prelevare quello che amici e compagni erano riusciti a mettere da parte. Quando passa per le vie del paese i fascisti fingono di non vederlo per non doversi misurare con lui e perché è evidente da che parte sta la popolazione.

Gli ultimi giorni del 1943 Lanciotto si sposta con la sua banda da Monte Morello verso i monti del pistoiese.
Guida valorosamente la Brigata Lupi Neri per 4 mesi nelle sue molteplici azioni di guerra.

Durante la battaglia di Valibona, con soli 17 uomini affronta le forze nemiche e, dopo aver inflitto fortissime perdite, sì da costringerle a ritirarsi su posizioni retrostanti, assale arditamente da solo, a lancio di bombe a mano, l’ultima posizione che ancora minaccia la sorte dei suoi uomini.

Cade da eroe nel generoso slancio, colpito in fronte da fuoco nemico, sulla Calvana, il 3 gennaio 1944.

Dopo cinque giorni la famiglia Ballerini ottiene il permesso di recuperare il corpo, che si è conservato intatto a seguito delle temperature rigide e delle lievi nevicate.
All’arrivo in paese il carro che trasporta le spoglie di Lanciotto viene accolto da ali di folla. I fascisti allora transennano la casa e impediscono il corteo funebre e il rito religioso, ma tutto il paese si dà appuntamento al cimitero dove il parroco nonostante le minacce porta a termine il rito.

Vengono stampate e distribuite centinaia di foto di Lanciotto, consacrandolo così come uno dei simboli della lotta popolare contro il nazi-fascismo.”

https://k100fuegos.noblogs.org/la-battaglia-di-valibona/

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

Posted in Valibona | Comments Off on 3 Gennaio 1944 – 3 Gennaio 2021. 77° anniversario della battaglia di Valibona