Solidarietà alle compagne e ai compagni! Tutti liberi! Tutte libere!

Ieri all’alba a Firenze sono state perquisite l’occupazione di Viale Corsica, di Via del Leone e abitazioni private di compagni e compagne per i fatti accaduti durante la manifestazione del 30 ottobre scorso.
Sono state emesse 19 misure cautelari di cui 7 arresti domiciliari, 7 obblighi di dimora e 5 obblighi di firma.

La repressione è l’unica risposta che lo stato sa dare al disagio dei giovani e delle classi popolari, che rivendicano le proprie ragioni con rabbia contro miseria, disoccupazione, precarietà.

Solidarietà alle compagne e ai compagni! Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

Tutti liberi! Tutte libere!

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Sabato 23 gennaio 2021 Il carcere è tortura. Presidio a Sollicciano

Il carcere è tortura

Il carcere è tortura

Pestaggi, costole fratturate, timpani rotti.
Questa è la rieducazione del carcere di Sollicciano, come emerso in questi giorni da indagini e articoli di giornale.

Ma come sono state rese note queste informazioni dà ancora più luce sul carcere italiano: cioè a partire dalla denuncia per aggressione e resistenza effettuata proprio nei confronti di uno dei detenuti pestati.
Come succede fin troppo spesso (sia dentro che fuori dalle galere) chi subisce soprusi da parte dello stato e dei suoi scagnozzi si ritrova poi a dovere anche pagare conseguenze legali, una procedura che descrive bene uno stato arrogante ed omicida sempre disposto ad autoassolversi.
Ci richiama alle recenti torture avvenute nel carcere di San Gimignano dove media e politici si sono lanciati a difendere i 15 secondini che hanno prestato brutalmente un detenuto.
Ci richiama a Paska, compagno denunciato in seguito a un pestaggio avvenuto durante un trasferimento.
Ci lascia capire di quanta impunità le forze della repressione ritengano di dover godere in questo sistema, impunità che fa sì che si possa entrare sulle nostre gambe all’interno di una questura o di una galera per uscirne dentro una bara.
Vogliamo rimarcare che i pestaggi, a S. Gimignano come a Sollicciano, rappresentano la ordinaria sanzione, da parte delle guardie, di una insubordinazione rispetto all’ordine costituito.
Che il carcere sia un mezzo utilizzato dallo stato per spaventare chi è fuori e annientare chi è dentro è una verità concreta.
Che sopraffazione e costrizione siano la struttura portante della galera e della società contro chiunque provi a ribellarsi e rifiuti di collaborare rimane una verità contro la quale è necessario lottare.
Lo faremo in solidarietà con tutt@ i compagn@ che si ritrovano prigionieri o sotto processo per le lotte contro questo stato che violenta, tortura e uccide ogni giorno attraverso i suoi servi.
Lo faremo perché riteniamo che la lotta contro le carceri, dentro e fuori le mura, sia un tassello fondamentale della rivolta contro l’esistente, contro questo stato che ci vuole collaboratori e servi.

Che la solidarietà resti sempre la nostra migliore arma.
Perché saremo tutt* meno liber* finché resterà in piedi una prigione!

Presidio sabato 23 gennaio ore 15 al carcere di Sollicciano

Cpa fi-sud
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Collettivo Politico Scienze Politiche
Collettivo Krisis
Rete dei Collettivi Fiorentini
ACAD onlus
PerUnAltraCittà
Rete Antirazzista Fiorentina
Collettivo di Unità Anticapitalista di Firenze
Rifondazione Comunista Firenze
Movimento di lotta per la casa di Firenze
Rete Antisfratto Fiorentina

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Venerdì 15 gennaio 2021 alle ore 16:00 Presidio contro la sentenza sulla strage ferroviaria di Viareggio.

Riceviamo e pubblichiamo da Ogni giorno è il Primo Maggio

Verità e giustizia per Viareggio

Verità e giustizia per Viareggio

VERITÀ E GIUSTIZIA PER VIAREGGIO!!
Cassazione: una sentenza vergognosa!!
Partecipiamo al Presidio

Sono invitati i cittadini, i lavoratori/trici, i delegati RSU/RLS, le realtà sindacali e sociali del territorio. Parteciperà una delegazione di attivisti viareggini. Esprimiamo innanzitutto la nostra solidarietà ai familiari delle 32 Vittime della Strage di Viareggio del 29 giugno 2009 e di tutti i morti sul lavoro!
La sentenza della Cassazione dell’8 gennaio cancella infatti l’aggravante della violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, un precedente preoccupante e pericoloso che di fatto rimette in discussione la legislazione vigente su sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Per questo le Società e le Aziende sono assolte, l’omicidio colposo è prescritto, le condanne annullate con rinvio alla Corte d’Appello di Firenze (anche per l’ex AD FS Moretti), ribaltando così le sentenze di 1°grado e di Appello.
Il messaggio è sin troppo chiaro: Il sistema è sano e innocente, può continuare con omissioni, mancate valutazioni dei rischi, tagli di personale e aumento dei carichi di lavoro, scarsa manutenzione, I reati (quelli non prescritti!) saranno valutati e attribuiti ai singoli responsabili! Questa sentenza legittima e istiga il sistema a subordinare la sicurezza a logiche di mercato, a tagliare i costi per la sicurezza e la salute per aumentare i profitti, mentre si sprecano enormi risorse in grandi opere inutili e dannose!
Mobilitiamoci uniti contro una sentenza vergognosa che colpisce familiari, popolazioni, lavoratori/trici, attivisti e delegati sindacali, ferrovieri impegnati da anni nella lotta per questi diritti basilari e nella richiesta di verità e giustizia! Sosteniamo la campagna per l’abolizione “dell’obbligo di fedeltà” all’azienda, con il quale vengono sanzionati e licenziati quanti denunciano la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro (come il ferroviere Antonini) per intimorire tutto il movimento!

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Oggi, Lunedì 11 Gennaio 2021, a Milano inizia il processo ai/alle compagni/e solidali con il popolo palestinese.

Così come negli Usa e in molti paesi europei, dove la critica a Israele  è già reato, contestare l’entità sionista e le sue politiche significa essere fermati, denunciati, processati.

l'antisionismo non si processa

l’antisionismo non si processa

E’ la sorte che è toccata ad alcuni attivisti milanesi in occasione della contestazione allo spezzone della Brigata Ebraica nel corteo del 25 Aprile 2018 (peraltro ripetuta molte volte negli anni) e ad altri attivisti a Roma e a Catania per il passaggio del Giro d’Italia, partito nel 2018 da Israele e in particolare da Gerusalemme, appena dichiarata da Trump capitale indivisibile dell’entità sionista. Ed è quello che vorrebbe l’”osservatorio Solomon sulle discriminazioni”, che ha recentemente accusato gli studenti torinesi di Progetto Palestina di diffondere idee antisemite in università. E non dimentichiamo che anche a Firenze l’associazione “Italia-Israele” ha incontrato il rettore per chiedergli di adottare la definizione di antisemitismo “elaborata” dall’ IHRA (International Holocaust Remmbrance Alliance), che vede l’antisionismo come una delle forme più diffuse di antisemitismo.

Queste, come molte altre, sono iniziative tese a screditare i sostenitori della causa palestinese e ad evitare che l’entità sionista venga criticata e contestata, in particolare in occasione di operazioni di propaganda come quella del Giro d’Italia o del corteo celebrativo della resistenza e della liberazione del 25 Aprile a Milano. Due operazioni che mirano a incassare sostegno e a dare un’immagine nel mondo di un’Israele giovane, colorata, cosmopolita, moderna e democratica, mentre dietro a questa facciata ci sono occupazione, pulizia etnica, apartheid, sfruttamento. Infatti, a Milano il 25 aprile sfilano le bandiere israeliane, come ammette l’associazione “Amici di Israele” che nel 2004 scriveva: “siamo stanchi di partecipare circondati da bandiere palestinesi”. La stessa associazione dichiara che la decisione di sfilare con la Brigata ebraica è solo un passaggio di un percorso che deve portare allo “sdoganamento del sionismo”.

E il colmo è che i compagni sono accusati di “istigazione all’odio razziale”, capovolgendo spudoratamente la realtà: è così che attivisti impegnati quotidianamente nell’antifascismo e nell’antirazzismo, nell’appoggio ai popoli in lotta per la propria autodeterminazione, diventano “antisemiti” solo perché criticano Israele e le politiche sioniste. Uno stato frutto di un’ideologia colonialista e razzista, che viene usualmente descritto come “l’unica democrazia del Medio Oriente”, ma che invece è uno stato confessionale, nelle cui leggi fondamentali è scritto, nero su bianco, che “Israele è lo stato-nazione del popolo ebraico”, dove non solo i cittadini arabo-palestinesi sono cittadini di serie b, ma anche gli ebrei sefarditi e originari del Corno d’Africa, così come tutte le fasce meno abbienti, vengono discriminati in tutti gli aspetti della vita e della società.
In effetti oramai non sorprende neanche più che lo stato sionista sia preso a modello sia dalle “sinistre” securitarie che dalle destre sovraniste e nazionaliste europee e non solo, che trovano nel suprematismo, nel militarismo e nel controllo sociale israeliani la via da seguire.

Per tutti questi motivi respingiamo con forza al mittente l’accusa di razzismo e antisemitismo, esprimiamo la nostra più convinta solidarietà a tutti i compagni e compagne indagati/e e sotto attacco, e dichiariamo inaccettabile l’offensiva portata avanti dal sionismo e dai suoi complici contro l’agibilità politica del movimento di solidarietà al popolo palestinese e contro la libertà d’espressione in generale. Perché è un diritto, oltre che un dovere, criticare e contestare Israele e i suoi governi, le sue politiche di occupazione, colonizzazione, apartheid (adesso anche sanitario, vista la scelta del governo israeliano di negare il vaccino anti-Covid ai medici palestinesi dei territori occupati mentre continua a somministrarlo ai coloni illegali in Cisgiordania, oppure visti gli episodi di distruzione di laboratori palestinesi usati per fare i tamponi) che condannano, assieme all’imperialismo dell’alleato americano, tutto il Medio Oriente ad un presente e un futuro di guerra e ingiustizia. Così come è un diritto e un dovere quello di denunciare gli accordi di Abramo, che normalizzano le relazioni tra Israele e alcuni stati arabi come Bahrein, Emirati Arabi, Sudan e Marocco, tradendo la causa e lasciando sempre più soli i palestinesi di fronte ai progetti di annessione, colonizzazione e spoliazione della loro terra.

Infine denunciamo il ruolo complice dell’Italia, che addirittura in tempo di pandemia trova utile siglare l’ennesimo accordo di collaborazione e scambio in campo militare, predisponendo una spesa di circa 350 milioni di euro che, manco a dirlo, sarebbe stato più utile spendere nel campo della sanità pubblica, della scuola, dei trasporti e del sostegno alle fasce popolari più in difficoltà, anziché nella guerra imperialista al fianco dei sionisti.

Solidarietà agli/alle attivist* colpit* dalla repressione!
Non siamo antisemiti ma antisionisti, antirazzisti e antifascisti!

Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio
CPA Firenze Sud
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Krisis – Collettivo di studi umanistici e della formazione
Rete dei collettivi fiorentini

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3 Gennaio 1944 – 3 Gennaio 2021. 77° anniversario della battaglia di Valibona

“Un gruppo di partigiani guidato da Lanciotto Ballerini e Ferdinando Puzzoli parte il 15 settembre per Monte Morello, forse il primo gruppo di partigiani dell’intera Toscana che in maniera organizzata si sposta sui monti.

Nei mesi a seguire l’azione è incentrata sul vettovagliamento e sulla costituzione di una sufficiente dotazione di armi ed equipaggiamento.
Numerose volte Lanciotto torna a Campi Bisenzio per prelevare quello che amici e compagni erano riusciti a mettere da parte. Quando passa per le vie del paese i fascisti fingono di non vederlo per non doversi misurare con lui e perché è evidente da che parte sta la popolazione.

Gli ultimi giorni del 1943 Lanciotto si sposta con la sua banda da Monte Morello verso i monti del pistoiese.
Guida valorosamente la Brigata Lupi Neri per 4 mesi nelle sue molteplici azioni di guerra.

Durante la battaglia di Valibona, con soli 17 uomini affronta le forze nemiche e, dopo aver inflitto fortissime perdite, sì da costringerle a ritirarsi su posizioni retrostanti, assale arditamente da solo, a lancio di bombe a mano, l’ultima posizione che ancora minaccia la sorte dei suoi uomini.

Cade da eroe nel generoso slancio, colpito in fronte da fuoco nemico, sulla Calvana, il 3 gennaio 1944.

Dopo cinque giorni la famiglia Ballerini ottiene il permesso di recuperare il corpo, che si è conservato intatto a seguito delle temperature rigide e delle lievi nevicate.
All’arrivo in paese il carro che trasporta le spoglie di Lanciotto viene accolto da ali di folla. I fascisti allora transennano la casa e impediscono il corteo funebre e il rito religioso, ma tutto il paese si dà appuntamento al cimitero dove il parroco nonostante le minacce porta a termine il rito.

Vengono stampate e distribuite centinaia di foto di Lanciotto, consacrandolo così come uno dei simboli della lotta popolare contro il nazi-fascismo.”

https://k100fuegos.noblogs.org/la-battaglia-di-valibona/

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

77° anniversario della battaglia di Valibona

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Presidio no inc-no aero: tutti assolti!

Presidio no inc-no aero: tutti assolti!

Presidio no inc-no aero: tutti assolti!

Era un pretesto per intimidire. Lo sapevamo tutt*.
Nel Novembre 2016 la Guardia Forestale metteva “i sigilli” al presidio.
Pochi giorni dopo, il 3 Dicembre, il movimento rispondeva con un’altra giornata sui terreni, un’assemblea pubblica, una polentata per continuare la lotta con la socialità e la solidarietà di sempre.
A distanza di 4 anni si chiude il processo contro gli attivisti accusati
di “aver violato i sigilli”.
TUTTI ASSOLTI perchè IL FATTO NON SUSSISTE
Festeggiamo questa vittoria legale che ci rafforza per le prossime
udienze relative alle proteste del Luglio 2017.
Vogliamo ringraziare tutt* coloro che continuano a sostenere la lotta di ieri e di oggi insieme ai nostri avvocati.

Il presidio No Inc No Aero NON SI TOCCA!
Come non si devono toccare i tanti presidi costruiti con la stessa
creatività popolare in tanti luoghi d’Italia e del mondo per difendere i territori dalla devastazione, le comunità dalle nocività, il pianeta dal riscaldamento globale e dal cambiamento climatico, le classi popolari dallo sfruttamento.

Presidi, lotte e mobilitazioni che testimoniano la volontà degli
abitanti dei vari territori di tutelare beni fondamentali per la vita
e luoghi di socialità e di relazioni umane, esercitando una
progettualità comune e un diritto-dovere di soggetti che sono i reali titolari di tali beni per un uso civico e collettivo, un diritto dovere che attua la Costituzione repubblicana in alcuni articoli fondamentali.

Un pensiero particolare va in questi giorni ai presidi della Val di Susa Notavinfo Notav di nuovo sotto attacco, di nuovo militarizzati, sempre e nuovamente in lotta!

Ci vediamo Sabato 12 ore 15.00 p.za S. Croce
per Reddito universale per salvare il pianeta e la vita!

A sara dura! Dappertutto!

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Sabato 12 dicembre 2020 Presidio in piazza Dalmazia – Non dimentichiamo, non perdoniamo!

PIAZZA DALMAZIA – FIRENZE
13 dicembre 2011- 13 dicembre 2020
Noi non dimentichiamo!
Noi non perdoniamo!

TROVIAMOCI IN PRESIDIO: Sabato 12 dicembre alle ore 10

(il presidio sarà svolto in sicurezza, porta la mascherina!)

Presidio in piazza Dalmazia - Non dimentichiamo, non perdoniamo.

Presidio in piazza Dalmazia – Non dimentichiamo, non perdoniamo.

Piazza Dalmazia 13 dicembre 2011- 13 dicembre 2020: Noi non dimentichiamo! Noi non perdoniamo!

Il 13 dicembre 2011 Gianluca Casseri, fascista appartenente all’organizzazione Casapound, apre il fuoco in Piazza Dalmazia contro 3 lavoratori senegalesi uccidendone 2, Samb e Diop, e ferendo in modo gravissimo il terzo, Moustapha.

All’epoca Casseri venne descritto dalle istituzioni e dagli investigatori come un pazzo isolato, che aveva concepito e realizzato da solo il suo “folle” proposito. Niente di più lontano dalla verità visto che la strage compiuta da Casseri si materializzò all’epoca in un clima già condizionato dalla propaganda anti-immigrazione e anti-degrado alimentata, tra gli altri, dall’allora sindaco Renzi. Tant’è vero che Casseri ha trovato dopo pochi anni imitatori come il fascista Luca Traini, che a Macerata aprì il fuoco contro decine di persone il 3 febbraio 2018, o l’apparentemente inconsapevole Roberto Pirrone, che riteneva tuttavia la vita di un africano di meno valore quando decise di uccidere Idy Diene, sempre a Firenze, il 5 marzo 2018. Tanto pazzi e tanto isolati erano tutti quanti, che dopo le elezioni del 4 marzo 2018 ci siamo ritrovati un governo che faceva proprio lo slogan “Prima gli Italiani!”, che fino a qualche anno prima era appannaggio dei nazisti di Forza Nuova, e in quella campagna elettorale divenne il cavallo di battaglia della Lega di Salvini.

Il panorama sociale che viviamo in questi mesi può sembrare, ad uno sguardo superficiale, lontanissimo da quello che era solo due anni fa. E tuttavia riteniamo che, in realtà, molto poco sia cambiato, se non in peggio. Non sono cambiati i decreti sicurezza, inaugurati da Minniti, fatti propri e resi ancora più inumani da Salvini, e infine acquisiti definitivamente con qualche aggiustamento dal governo Conte Bis, con tutto il loro carico repressivo sulle lotte sociali che resta immutato. Non è cambiato il ruolo dei fascisti: ieri, come oggi, servizievoli propagandisti del razzismo ma in più, dall’inizio della pandemia, a servizio degli interessi padronali come negazionisti che strillano spudoratamente contro…. la privazione della libertà e la dittatura! Gli stessi soggetti fascisti, che ieri si chiamavano Casapound e si accompagnavano con Casseri e oggi si chiamano Firenze Identitaria, con un piede dentro le istituzioni grazie ai loro camerati di Casaggi / Fratelli d’Italia e una sede appena inaugurata nel centro di Firenze.

Non sono cambiate le istituzioni, ieri come oggi pronte ad armare la mano dei razzisti per poi proclamarsi innocenti, democratiche e perfino antifasciste a cose fatte. Appunto le stesse istituzioni che, mentre molto poco hanno fatto per evitare le 60mila vittime che ci sono state fino ad oggi a causa della pandemia, molto hanno fatto e stanno facendo, invece, approfittando della pandemia, per restringere ulteriormente il diritto di manifestare e per reprimere chi si ribella sui posti di lavoro, nelle scuole, nelle carceri per difendere la propria salute e i propri diritti, e chi lotta contro una disuguaglianza e un’ingiustizia sociale sempre crescenti.

In questi mesi la macchina della repressione non ha mai smesso di girare a pieno ritmo. Continua la persecuzione di chi lotta sui posti di lavoro, contro il carcere e in difesa del territorio, a partire dai No TAV. Si aprono nuovi processi contro chi ha voluto portare la propria solidarietà ai migranti. E a Firenze, così come nel resto d’Italia, decine di militanti sono sotto processo o condannati per aver portato il proprio contributo alla lotta antifascista e antirazzista. Per questo pensiamo che la nostra lotta non potrà mai compiersi nei tribunali di questo stato: processare il fascismo e il razzismo vorrebbe dire per lo stato italiano processare sé stesso! Per capire quanto questo sia vero basta pensare alle decine di stragi impunite di cui è costellata la storia d’Italia, a partire dalla strage di Piazza Fontana a Milano di cui ricorre proprio il 12 dicembre il 51° anniversario, una strage fascista i cui mandanti si trovavano, anche allora, all’interno dello stato. Crediamo quindi che sia nostro dovere preservare e rilanciare, attraverso la memoria del passato, quel filo rosso di Resistenza che solo può aprirci la via di un futuro diverso, libero da fascismo, dal razzismo e da ogni forma di discriminazione.

★ ★ ★ ★ ★

Promotori:
Firenze Antifascista
CPA Fi-Sud
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Collettivo Krisis
Rifondazione Comunista Firenze
C.O.R.P.I.
Rete Antirazzista Firenze
Assemblea “ogni giorno è il primo maggio”
Comunità “Le Piagge”

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10 Dicembre giornata mondiale dei diritti umani.

Riceviamo e condividiamo la campagna per l’indipendenza del popolo Saharawi

#IOSTOCOLPOPOLOSAHARAWI #REFERENDUMORA #PERIDIRITTIUMANI
L’autodeterminazione dei popoli costituisce un principio fondamentale del diritto internazionale, in virtù del quale tutti i popoli hanno diritto a decidere autonomamente del proprio assetto politico, economico e sociale.

Il 10 dicembre è la Giornata mondiale dei Diritti Umani, indetta dall’ONU a seguito della proclamazione nel 1950 della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Una dichiarazione estremamente importante che si propone come universale e valida anche per culture, ideologie e religioni diverse e che imposta come criterio di convivenza civile la DIGNI TA’ UMANA.

Ecco perché non possiamo non pensare ai Saharawi, un popolo in attesa della propria autodeterminazione da ventinove lunghi anni, alla sua battaglia di dignità che si sta svolgendo in questi giorni e che non ha possibilità di difendere i 39 prigionieri politici nelle carceri del Regno del Marocco, che da 10 anni subiscono vessazioni e processi a porte chiuse in netto contrasto con l’art. 9 della Dichiarazione dei Diritti Umani: Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

POSTA SUI SOCIAL UNA TUA FOTO CON UN CARTELLO CON SCRITTO:

Ognuno e ognuna di noi può, anche durante questa pandemia, scendere in piazza anche se virtuale con forza e coraggio.

Diventiamo marea, facciamoci sentire per fermare questa ingiustizia, durata fin troppo. Non voltiamoci dall’altra parte.
Fate girare il più possibile per favore. Il 10 dicembre facciamoci una foto con un cartello con scritto #iostocolpopolosaharawi #referendumora #peridirittiumani
Postiamola sui nostri canali social, diventiamo un’unica voce, rompiamo il muro di silenzio, vicini al popolo Saharawi

https://cittavisibili.it/10-dicembre-giornata-mondiale-dei-diritti-umani/

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Sabato 21 Novembre 2020 Firenze parte dai trasporti! Presidio alla stazione SMN

Aderiamo e rilanciamo:

Firenze parte dai trasporti

Firenze parte dai trasporti

Autocertificazione

Una seconda ondata di contagi con la fine della bella stagione era prevista eppure come per la sanità, anche sui trasporti pubblici non è stato fatto niente per contenerla.
Chi si occupa dei trasporti, dal livello statale al livello regionale, sembra non abbia mai preso un autobus o altro mezzo pubblico per
spostarsi in vita sua.
Arrivati a Settembre, con il rientro di tutti i pendolari in piena attività (lavoro e scuola) si sono accorti che i mezzi non erano sufficienti per garantire una mobilità sicurezza, da decreto hanno diminuito la capacità dei mezzi ulteriormente dall’80% al 50% (escludendo i trasporti scolastici però!) pensando che bastasse dirlo, senza prevedere nessun aumento di linee nelle ore di punta, per non vedere più i mezzi pubblici stracolmi di persone e delegando agli autisti l’onere di controllare la capienza e gestire eventuali situazioni di tensione.
L’unica soluzione che la nuova giunta regionale PD ha saputo mettere in atto, non prima di metà ottobre, è stato un accordo con ditte di trasporto privato. Lo stesso partito che a Firenze ha privatizzato l’Ataf che chiaramente si guarda bene di aggiungere le corse mancanti senza aumentare i profitti. Se già la notizia esultante di accordi con le società private dei trasporti ci sembrava fuori luogo, dati gli effetti catastrofici che la privatizzazione di questo servizio pubblico ha comportato negli ultimi decenni, ci sembra oltremodo fuori tempo, quando ormai gran parte degli studenti era tornato in dad e classi intere erano in quarantena.

Questa difesa imperterrita del sistema capitalista, che passa dalla privatizzazione sia nei trasporti che della sanità che nella scuola, deve finire ora!
Basta soldi ai privati, i servizi devono essere pubblici, gratuiti e accessibili per tutti e tutte.
Fuori i soldi per il trasporto pubblico!

Le compagne e i compagni del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio

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Questa crisi la paghi chi in tutti questi anni ha speculato e si è arricchito sui tagli alla sanità! Tirate fuori i soldi per la sanità pubblica!

Oggi molti del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos non sono potuti essere presenti al presidio a Careggi, ma ci tenevamo a dare la nostra solidarietà al personale sanitario, ai pazienti e ai loro familiari, ci siamo trovati quindi davanti all’asl di Montelupo e di Campi Bisenzio con uno striscione per ribadire che adesso basta fare discorsi scaricabarile sui cittadini, devono tirare fuori i soldi per la sanità pubblica!

Continuano a colpevolizzare i singoli comportamenti, innescando una caccia alle colpe tra vicini, per deviare l’attenzione su quanto NON è stato fatto durante questi mesi.
Negli ultimi vent’anni abbiamo visto smantellare la sanità pubblica, partendo dai presidi territoriali (medici di base, guardie mediche e asl) che non riuscendo a dare una prima risposta ai pazienti provocano un sovraccarico esponenziale nei pronto soccorso e nei reparti ospedalieri.

Quella che continuano a chiamare “emergenza” però noi sappiamo che è in realtà il risultato dell’approccio capitalista che reputa la sanità un’azienda che deve fare profitti e non un diritto collettivo e pubblico.
Hanno smantellato i servizi, dando finanziamenti alle cliniche private e continuando ad appaltare settori anche nel pubblico. E continuano a fare nuove convenzioni nel privato adesso con la scusa dell’emergenza, che riempiranno le tasche ai privati anche quando la pandemia sarà finita.

Tutto questo ha portato ai cittadini una sanità pubblica malfunzionante e ai lavoratori e alle lavoratrici mancanza di garanzie e diritti, e se provi a denunciare ti licenziano pure!
Le speculazioni che creavano liste d’attese lunghissime e disservizi prima, adesso sono la causa di centinaia di morti che si sarebbero potute evitare se solo non fossero state tagliate le terapie intensive, non fossero stati distrutti i presidi territoriali e se fossero state fatte nuove assunzioni nel pubblico di tutte le figure professionali necessarie.

fuori i soldi per la sanità pubblica!

Fuori i soldi per la sanità pubblica!

Fuori i soldi per la sanità pubblica!

Fuori i soldi per la sanità pubblica!

Questa crisi la paghi chi in tutti questi anni ha speculato e si è arricchito sui tagli alla sanità.

Tirate fuori i soldi per la sanità pubblica!

I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos

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