Vietato manifestare in piazza comune nel giorno della “liberazione”. Ma la manifestazione si farà.

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Prato libera dallo sfruttamento

Prato libera dallo sfruttamento

Appuntamento h.18:30 in PIAZZA DELLE CARCERI

Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza ha deciso di vietare lo svolgimento della manifestazione PRATO LIBERA DALLO SFRUTTAMENTO #insorgiamo in piazza del Comune.
Il motivo non poteva essere più pretestuoso: pericolo assembramenti. Non c’è bisogno di commentare.
Impossibile non notare che le istituzioni abbiamo avuto il tempo di riunirsi in Prefettura per benedire il divieto a manifestare, dopo aver rifiutato la convocazione del tavolo interistituzionale richiesto con lo sciopero della fame dai lavoratori della Texprint.
Il divieto è politico ed è stato notificato a meno di 24 ore dalla manifestazione. Non ci stupiamo: è da venerdì scorso, da dopo il vergognoso sgombero degli operai Texprint, che Piazza del Comune è sotto occupazione militare di blindati e volanti di polizia, carabinieri e guardia di finanza.
La denuncia dello sfruttamento selvaggio al Macrolotto sono incompatibili con l'”ordine pubblico”. Perché evidentemente l’ “ordine”, per chi la governa questa città, deve continuare ad essere quello dei turni di lavoro 12-14 ore al giorno e del lavoro nero e la “sicurezza” quella che porta centinaia di operai a perdere le dita e mutilarsi in copri in fabbrica.
Firenze, nel giorno della Liberazione, dava la sua Piazza della Signoria ai lavoratori della GKN che da lì in cinquemila sfilavano in corteo per il centro città. E noi eravamo, come sempre, con loro. Questa invece è Prato.
Che tutto questo avvenga nel giorno della ricorrenza della Liberazione della città lo rende ancora più paradossale.
La Questura ha autorizzato il concentramento della manifestazione in piazza delle Carceri. L’appuntamento è lì alle 18:30.
Giunta Comunale, Prefettura e Questura fanno la guerra agli sfruttati, e non agli sfruttatori.

Ma è troppo tardi.
Non si può zittire l’urlo di riscatto che si alza dal Macrolotto.
Il re è nudo.

Solo un motivo in più per scendere tutti in piazza oggi. Pacificamente e con la determinazione di sempre.

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Nel ’44, Fontesanta fu l’ultima base negli spostamenti della Brigata Sinigaglia prima di scendere a Firenze per liberarla

Nel ’44, Fontesanta fu l’ultima base negli spostamenti della Brigata Sinigaglia prima di scendere a Firenze per liberarla, prima dell’insurrezione, prima che suonasse la martinella, quella stessa che l’11 agosto del 2021 è stata suonata dagli operai Gkn.

Il pranzo di Fontesanta sin dal dopoguerra è stato un momento della Brigata, di chi aveva condiviso quell’esperienza di lotta, liberazione e emancipazione.
Il Comandante Gracco, il partigiano Sugo e gli altri compagni della Brigata che abbiamo avuto la fortuna di conoscere ci hanno lasciato in eredità anche questo momento che abbiamo il dovere tenere vivo lontano da logiche retoriche e commemorative.

Per questo la consueta camminata del sabato è stata dedicata all’attenzione dei piccoli che si sono immedesimati nelle storie e nella quotidianità della vita in Brigata, hanno ascoltato il racconto su Aronne Cavicchi, il più piccolo della sua famiglia, ucciso dai nazifascisti dopo la Battaglia di Pian d’Albero e deposto una corona alla casina di Fontesanta sulle note di… “Occupiamola…”

Per questo oggi, nei boschi in cui la Brigata cantava “Insorgiamo”, si stanno confrontando gli antifascisti fiorentini e quelli genovesi, i portuali di Genova con gli operai Gkn.
Anche questi sono i momenti in cui si intrecciano esperienze e pratiche, si instaurano relazioni e si alimenta un dibattito quanto mai impellente e necessario per cambiare i rapporti di forza in questo paese.

Oggi siamo in Fontesanta, il 18 settembre saremo di nuovo tutti e tutte insieme in piazza a Firenze.

Fontesanta 2021

Fontesanta 2021

Fontesanta 2021

Fontesanta 2021

Fontesanta 2021

Fontesanta 2021

Insorgiamo con i lavoratori GKN

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4 arresti per lo sciopero della fame degli operai Texprint.

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Appuntamento sabato 4 settembre 2021 ore 9:00 al tribunale di Prato

Poco fa ci è arrivata la conferma che, oltre ad Abdou, lavoratore Texprint in sciopero della fame arrestato questa mattina durante lo sgombero in piazza del Comune, sono in stato di arresto anche Arturo, Milly e Lapo. Sono stati vergognosamente aggrediti dalla polizia questa mattina davanti alla Questura, che ora li ha arrestati inventandosi accuse di resistenza a pubblico ufficiale.

Abdou non mangiava da 2 giorni quando in 5 poliziotti l’hanno portato via di peso.
Arturo è stato aggredito mentre cercava di aiutare un altro operaio di Texprint che veniva preso a pugni dalla polizia davanti alla Questura.
Lapo e Milly stavano passando in macchina davanti alla Questura e hanno deciso di fermarsi per sostenere gli operai, non hanno fatto in tempo a percorrere il marciapiede ch e sono stati placcati da 5 poliziotti ciascuno e portati via.

Tutto questo è una grande vergogna che ha dei nomi: Matteo Biffoni, sindaco di Prato che la responsabilità politica di quanto accaduto, e Questura, che ha avuto una gestione criminale dell’intera giornata.
Domattina facciamo sentire il nostro calore a questi 4 compagni coraggiosi che passeranno la notte in cella per aver denunciato lo sfruttamento del distretto tessile Pratese!

APPUNTAMENTO ORE 9:00 AL TRIBUNALE DI PRATO
TUTTI LIBERI! TUTTE LIBERE! 8X5

Da: SiCobas Prato – Firenze

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Sabato 4 settembre e Domenica 5 settembre 2021 Brigata Sinigaglia sempre presenti – Fontesanta 2021

Fontesanta 2021

Fontesanta 2021

La camminata che ogni anno “Amici, parenti e compagni della Brigata Sinigaglia” hanno organizzato durante le iniziative alla Casina di Fontesanta prende una nuova veste e si rivolge in particolare alle nuove e nuovissime generazioni.

Ora e sempre Resistenza!
IL RADUNO DELLE BRIGATE PARTIGIANE
Sabato 4 Settembre ore 15.00

Un pomeriggio dedicato ai bambini e alle bambine (ma anche ai grandi) in cui attraverso il gioco ripercorreremo la vita dei Partigiani: dalla scelta di salire sui monti, alla costituzione dei gruppi partigiani, per arrivare alla liberazione di Firenze.
Oggi più che mai è necessario mantenere viva la memoria: cercheremo di farlo attraverso letture, canti ,storie della resistenza, ricominciando proprio dai bambini e dalle bambine perché come diceva il partigiano Sugo “io il mio l’ho fatto, ora tocca a voi”!

La camminata che ogni anno "Amici, parenti e compagni della Brigata Sinigaglia"

La camminata che ogni anno “Amici, parenti e compagni della Brigata Sinigaglia”

INSORGIAMO

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Fermiamo le delocalizzazioni

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L’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori Gkn ha votato e fatto proprio il seguente documento di indirizzo per una legge contro le delocalizzazioni, redatto dal gruppo dei giuslavoristi intervenuto il 26 agosto di fronte ai cancelli.

Nessuna legge sulle nostre teste, ma una legge che sia scritta con le nostre teste. Siamo pronti a presentare il testo di legge, ad arricchirlo sui cancelli di ogni azienda, a sostenerlo nelle piazze.

#insorgiamo

Fermiamo le delocalizzazioni

Delocalizzare un’azienda in buona salute, trasferirne la produzione all’estero al solo scopo di aumentare il profitto degli azionisti, non costituisce libero esercizio dell’iniziativa economica privata, ma un atto in contrasto con il diritto al lavoro, tutelato dall’art. 4 della Costituzione. Ciò è tanto meno accettabile se avviene da parte di un’impresa che abbia fruito di interventi pubblici finalizzati alla ristrutturazione o riorganizzazione dell’impresa o al mantenimento dei livelli occupazionali Lo Stato, in adempimento al suo obbligo di garantire l’uguaglianza sostanziale dei lavoratori e delle lavoratrici e proteggerne la dignità, ha il mandato costituzionale di intervenire per arginare tentativi di abuso della libertà economica privata (art. 41, Cost.).

Alla luce di questo, i licenziamenti annunciati da GKN si pongono già oggi fuori dall’ordinamento e in contrasto con l’ordine costituzionale e con la nozione di lavoro e di iniziativa economica delineati dalla Costituzione.

Tale palese violazione dei principi dell’ordinamento, impone che vengano approntati appositi strumenti normativi per rendere effettiva la tutela dei diritti in gioco. Per questo motivo è necessaria una normativa che contrasti lo smantellamento del tessuto produttivo, assicuri la continuità occupazionale e sanzioni compiutamente i comportamenti illeciti delle imprese, in particolare di quelle che hanno fruito di agevolazioni economiche pubbliche.

Tale normativa deve essere efficace e non limitarsi ad una mera dichiarazione di intenti. Per questo motivo riteniamo insufficienti e non condivisibili le bozze di decreto governativo che sono state rese pubbliche: esse non contrastano con efficacia i fenomeni di delocalizzazione, sono prive di apparato sanzionatorio, non garantiscono i posti di lavoro e la continuità produttiva di aziende sane, non coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici e le loro rappresentanze sindacali.

Riteniamo che una norma che sia finalizzata a contrastare lo smantellamento del tessuto produttivo e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali non possa prescindere dai seguenti, irrinunciabili, principi.

1. A fronte di condizioni oggettive e controllabili l’autorità pubblica deve essere legittimata a non autorizzare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte delle imprese.

2. L’impresa che intenda chiudere un sito produttivo deve informare preventivamente l’autorità pubblica e le rappresentanze dei lavoratori presenti in azienda e nelle eventuali aziende dell’indotto, nonché le rispettive organizzazioni sindacali e quelle più rappresentative di settore.

3. L’informazione deve permettere un controllo sulla reale situazione patrimoniale ed economico-finanziaria dell’azienda, al fine di valutare la possibilità di una soluzione alternativa alla chiusura.

4. La soluzione alternativa viene definita in un Piano che garantisca la continuità dell’attività produttiva e dell’occupazione di tutti i lavoratori coinvolti presso quell’azienda, compresi i lavoratori eventualmente occupati nell’indotto e nelle attività esternalizzate.

5. Il Piano viene approvato dall’autorità pubblica, con il parere positivo vincolante della maggioranza dei lavoratori coinvolti, espressa attraverso le proprie rappresentanze. L’autorità pubblica garantisce e controlla il rispetto del Piano da parte dell’impresa.

6. Nessuna procedura di licenziamento può essere avviata prima dell’attuazione del Piano.

7. L’eventuale cessione dell’azienda deve prevedere un diritto di prelazione da parte dello Stato e di cooperative di lavoratori impiegati presso l’azienda anche con il supporto economico, incentivi ed agevolazioni da parte dello Stato e delle istituzioni locali. In tutte le ipotesi di cessione deve essere garantita la continuità produttiva dell’azienda, la piena occupazione di lavoratrici e lavoratori e il mantenimento dei trattamenti economico-normativi. Nelle ipotesi in cui le cessioni non siano a favore dello Stato o della cooperativa deve essere previsto un controllo pubblico sulla solvibilità dei cessionari.

8. Il mancato rispetto da parte dell’azienda delle procedure sopra descritte comporta l’illegittimità dei licenziamenti ed integra un’ipotesi di condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28 l. 300/1970

Riteniamo che una normativa fondata su questi otto punti e sull’individuazione di procedure oggettive costituisca l’unico modo per dare attuazione ai principi costituzionali e non contrasti con l’ordinamento europeo. Come espressamente riconosciuto dalla Corte di Giustizia (C-201/2015 del 21.12.2016) infatti la “circostanza che uno Stato membro preveda, nella sua legislazione nazionale, che i piani di licenziamento collettivo debbano, prima di qualsiasi attuazione, essere notificati ad un’autorità nazionale, la quale è dotata di poteri di controllo che le consentono, in determinate circostanze, di opporsi ad un piano siffatto per motivi attinenti alla protezione dei lavoratori e dell’occupazione, non può essere considerata contraria alla libertà di stabilimento garantita dall’articolo 49 TFUE né alla libertà d’impresa sancita dall’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE”

Riteniamo altresì che essa costituisca un primo passo per la ricostruzione di un sistema di garanzie e di diritti che restituisca centralità al lavoro e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori.

Per permettere una ponderata valutazione degli interessi incisi dal testo dell’atto legislativo in cantiere riteniamo necessaria ed immediata una sospensione da parte del Governo delle procedure di licenziamento ex l. 223/91 ad oggi avviate dalle imprese.

Documento redatto da
Danilo Conte
Giovanni Orlandini
Paolo Solimeno
Massimo Capialbi
Pier Luigi Panici
Silvia Ventura
Giulia Frosecchi
Marzia Pirone
Francesca Maffei

Approvato dall’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori Gkn

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

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Ciao Firenze, prendiamoci cinque minuti solo per noi.

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Ciao Firenze, prendiamoci cinque minuti solo per noi. Questa lotta non riguarda solo te, riguarda potenzialmente tutte le lavoratrici e i lavoratori del paese. Ma prendiamoci un attimo per guardarci negli occhi, solo noi.

Sediamoci da qualche parte qua al presidio. Meglio sotto un gazebo, perché di solito su questo spiazzo o picchia il sole o picchia il vento. La fabbrica te la stiamo curando noi. Se tendi l’orecchio, puoi sentirne il respiro. Sembra quasi una bambina che dorme. Pronta a svegliarsi da un momento all’altro e a riprendere la sua vita. A volte piglia quasi un dolore allo stomaco all’idea che la vogliano smantellare, smontare, ridurre a uno scheletro.

Sul pennone abbiamo messo quattro bandiere. Quella dei pirati perché siamo una ciurma ribelle, il tricolore con la stella a simboleggiare la Resistenza, la bandiera dell’organizzazione sindacale più presente in fabbrica e infine il giglio. Perché questa fabbrica in fondo appartiene più a te che a noi. Questo stabilimento mantiene un filo rosso con la Fiat di Novoli. E’ il risultato di generazioni di operai, tecnici, impiegati che hanno attraversato questo nostro territorio. Questi 500 posti di lavoro sono ciò che rimane di una storia collettiva e appartengono alla collettività.

Firenze, non pretendiamo di parlare a tutte le tue anime. Forse non ne saremmo nemmeno capaci. Forse con alcune abbiamo poco da spartire. Ma sappiamo che tra le tue caratteristiche c’è quella di città ribelle, mai doma. Capace di sfidare papi, re, di resistere agli assedi, di insorgere con la propria plebe che fossero i tempi dei Ciompi o il 1944.

E qua ancora una volta c’è un assedio da sostenere e una guerra impossibile da vincere: contro lo strapotere di un fondo finanziario, l’impotenza o la piena complicità di leggi e istituzioni, contro la paura, la disperazione, la rassegnazione, la disoccupazione.
Solo che questo moderno assedio non si gioca ad eserciti schierati. L’assedio che subirà questa nostra vertenza sarà di manovre, di logoramento, di fini tattiche per farci cedere.

Per questo Firenze, ti chiamiamo ancora una volta a stupire. Spingiamo insieme. Sbaragliamo senza paura ogni manovra, smascheriamo ogni presa di posizione retorica e formale, facciamo entrare aria pulita in questi luoghi pieni di aria viziata.

Qua sventola la tua bandiera, ti chiediamo di mettere la nostra bandiera ai tuoi balconi o alle tue finestre. Ne abbiamo stampate diverse copie. E sabato le distribuiremo la mattina alla Coop di San Donato, all’Esselunga di Novoli e al mercato di Piazza Dalmazia.

Se non basteranno, ti chiediamo di mettere ai tuoi balconi un drappo dello stesso colore rosso o un lenzuolo, un foglio, con scritto #Insorgiamo

E sabato 18 pomeriggio, ti chiediamo di tenerti libera e pronta. Probabilmente a ospitare un corteo nazionale.

Ti chiederemo di fermarti, di rimandare qualsiasi impegno e di fare il tuo dovere come capitale di questa nostra lotta. Perché di sabati ce ne saranno tanti, di gite fuori porta, di spese e commissioni da fare, ce ne saranno sempre tante.
Ma un sabato dove si può scrivere un piccolo pezzo di storia capita poche volte nella vita.

Condividi questo messaggio, prendi la nostra bandiera e mettila sul balcone, oppure qualcosa di rosso o qualsiasi cosa con scritto #insorgiamo, parla con chiunque di questa vertenza, segui la pagina del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze o Insorgiamo con i lavoratori GKN. Teniamoci libere e liberi per sabato 18 pomeriggio.

Bandiere in Gkn

Bandiere in Gkn

Insorgiamo

Insorgiamo

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Nessuno ferma la rabbia operia

Nessuno ferma la rabbia operia

Nessuno ferma la rabbia operia

Dopo le incredibili ambiguità e le manovre a cui abbiamo assistito al tavolo di ieri, siamo a chiedere conto alla Regione. E da qua non ce ne andiamo fino a che non saremo ricevuti.
Non ci ammaleremo della vostra paura, non ci perderemo nelle vostre manovre. Prendetene atto: questa volta no. Questa volta no. Questa volta no. Per il nostro bene e per il bene di tutti. Noi #insorgiamo

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Uno dei momenti del concerto del 28 agosto, che ha chiuso la fase estiva della nostra lotta.

Uno dei momenti del concerto del 28 agosto, che ha chiuso la fase estiva della nostra lotta.
https://www.facebook.com/insorgiamoconilavoratorigkn/videos/2992119374379888/

28 agosto 2021, concerto in Gkn

28 agosto 2021, concerto in Gkn

Il concerto del 28 agosto è stato un abbraccio collettivo. Ogni volta che vi abbiamo chiamati, ci siete stati. Ora ci muoviamo noi.
Ecco il calendario del nostro tour e dei prossimi appuntamenti:

  • 2 settembre, A CAMPI BISENZIO data della liberazione di Campi Bisenzio. Corteo alla mattina a Campi Bisenzio, dalle 19.30 apericena presso il presidio e a seguire alle 20.30 reading sui Gap presso il presidio organizzato dall’Anpi di Campi
  • 2 settembre, h 18.00 MASSA assemblea presso Casa Rossa Occupata, via Castagneta 1, Aurelia Sud Montignoso
  • 3 settembre, NAPOLI a partire dalle h 17.00 assemblea all’ Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo , via Matteo Renato Imbriani 218, Napoli. Assemblea e poi a seguire cena e spettacolo serale.
  • 4 settembre, ROMA, assemblea h 14.00 all’interno di Renoize 2021, presso Parco Schuster a Roma.
  • 4 settembre FIRENZE, dibattito h 20,00 alla festa della Fiom di Firenze al Circolo Rondinella del Torrino, Lungarno Soderini 2
  • 4 settembre FIRENZE, cena solidale con Gkn presso SMS RIFREDI
  • 5 settembre TORINO, h 17.30 assemblea presso Csoa Gabrio via Francesco Millio 42.
  • 6 settembre TREVIGLIO, assemblee presso la Same
  • 6 settembre MILANO, h 20.30 assemblea presso Ri-Make , via del Volga 4.
  • 6 settembre PRATO, iniziative per la liberazione della città
  • 8 settembre, presso il presidio in Gkn incontro con vignettisti e grafici solidali, a partire dalle h 20.30 con Vignettisti per la Costituzione , Militanza Grafica, @(Z)ZeroCalcare

Seguiranno aggiornamenti del calendario, e comunque:

SABATO 18 SETTEMBRE TENIAMOCI LIBERE e LIBERI, TENIAMOCI PRONTE e PRONTI

#insorgiamo

Insorgiamo con i lavoratori GKN

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Combattere veramente le delocalizzazioni

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Riportiamo l’articolo uscito sul Manifesto, oggi dal titolo: “Combattere veramente le delocalizzazioni”, scritto da alcuni dei giuristi presenti all’assemblea del 26 agosto tenutasi di fronte a Gkn:

Secondo il famoso dizionario risorgimentale Tommaseo la parola legge viene dal greco “leghein” che vuol dire “scegliere” ma anche “dire” e cioè “le deliberazioni del popolo ne’ comizi, o finalmente perchè suolesse leggersi in pubblico onde tutti l’apprendessero”.

E’ quanto hanno saputo fare i lavoratori della GKN: dato che la loro lotta ha portato il Governo a formulare una ipotesi di normativa “antidelocalizzazione” hanno risposto con lo straordinario slogan “non sulle nostre teste ma con le nostre teste” indicendo per la notte del 26 agosto un “pubblico comizio”. E chiamando in fabbrica i giuristi ci hanno consentito di capire che la portata esemplare della GKN non è nella modalità con cui è stata annunciata la chiusura come dice Bonomi, fingendo di non comprendere che la pernacchia del fondo Melrose colpiva ben prima lui ed il suo avviso comune contro i licenziamenti che non i lavoratori.

Il punto è che la GKN ha macchinari all’avanguardia, elevata formazione del personale, commesse in corso e materiali in magazzino più che sufficienti per continuare a produrre equilibrio economico e redditività. E il fondo finanziario che la possiede non intende ristrutturarla o convertirla ma chiuderla e abbandonare l’Italia!

(…) Alla fine della procedura, insomma, dovrà partire un’unica lettera di licenziamento: per il fondo Melrose.

https://ilmanifesto.it/combattere-veramente-le-delocalizzazioni/

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

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Sabato 28 Agosto 2021 Concerto solidale davanti alla Gkn

Concerto solidale davanti alla Gkn

Concerto solidale davanti alla Gkn

Il 28 luglio lo spettacolo organizzato da Stefano Massini chiudeva idealmente la prima fase della lotta. Iniziava un agosto pericoloso, fatto di ferie, caldo, possibile isolamento.

Agosto volge al termine. Ed esattamente un mese dopo, il 28 agosto, è di nuovo concerto. Per salutare l’agosto che non ci ha piegato a ritmo di ska impegnato e militante.

Le sonorità giuste per omaggiare tutti i solidali che in queste torride settimane ci sono stati ancora più vicini. Le giuste sonorità per lanciare un messaggio chiaro al settembre che arriva: non osate far partire quelle lettere di licenziamento. Non osate anche solo immaginare che tutte le parole spese contro la chiusura di Gkn si concludano con un grande bluff.

Perché ogni giorno di più che passa, noi #insorgiamo

Ps come è già successo per lo scorso concerto, sarà un’occasione per noi per incontrare fonici, tecnici, montatori di palco, protagonisti nel proprio settore della lotta sindacale per condizioni di lavoro dignitose e contro il precariato dilagante.

Perchè nel mondo reale, il lavoro operaio non è solo quello confinato alle realtà industriali. Anche un concerto è fatto da carpentieri, elettricisti, manovali e da una complessità di lavoro manuale, direttivo, intellettuale quasi sempre sfruttato e mal retribuito.

Perchè nel nostro mondo ideale, non esiste un settore economico “strategico” ed uno secondario. La produzione di un semiasse può essere strategica quanto il suono di una chitarra elettrica, un cantante che prende una nota, il taglio di luci allestito su un palco.

Saremo diversi se saremo tutti.

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