Sabato 9 aprile 2022 Cuba tra bloqueo e pandemia

Cuba tra bloqueo e pandemia

Cuba tra bloqueo e pandemia

Ore 18:30 Incontro e dibattito sulla situazione cubana.
Il bloqueo, il più lungo della storia, continua a vessare il popolo cubano anche durante una pandemia globale.
Nonostante ciò la politica cubana, che ha sempre fatto della salute uno dei suoi capi saldi, ha reagito alla crisi pandemica con un intenso lavoro di ricerca per lo sviluppo di un vaccino anti Covid-19 pubblico e gratuito e con un’assistenza sanitaria di prossimità su tutto il territorio.
Mentre il mondo capitalista blocca l’ingresso a Cuba di medicine ed attrezzature salvavita il popolo cubano, attraverso la brigata medica, esporta anche in Italia supporto concreto nelle fasi più critiche della pandemia.

Un vero esempio d’internazionalismo a cui bisogna rispondere con il supporto alle campagne per la fine del bloque stesso.

Ne parleremo con:
Mirta Granda Aberhof – Ambasciatrice di Cuba in Italia
Claudia Morgate Donato – Consigliere politico ambasciata di Cuba
Cuba MAMBI – gruppo di azione internazionalista
e un contributo video di Fabrizio Chiodo – ricercatore e collaboratore del Finley institute Havana

Ore 20:30 cena di finanziamento per la carovana Banda dell’Emilia Rossa
Ore 22:00 concerto della Banda popolare dell’emilia rossa.

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Venerdì 8 Aprile 2022 Sta iniziando la quarta giornata di resistenza allo sgombero di viale corsica81!

Rioccupata Corsica 81

Rioccupata Corsica 81

Sta iniziando la quarta giornata di resistenza allo sgombero di viale corsica81. Gli sbirri, sempre più innervositi, cercano di disturbare e attaccare il gruppo che sta resistendo sul tetto. Intanto il presidio permanente formatosi in strada sin da martedì, è ogni giorno più numeroso. È la comune di Rifredi, luogo di socialità, di lotta, di contrapposizione al deserto sociale che vorrebbero imporre. La comune che rompe l’isolamento, quello spazio dove chiunque voglia passa a fare due chiacchiere, a portare cibo, a bere e mangiare in compagnia, a discutere del futuro che ci aspetta, a cantare, a sostenere i resistenti del tetto, ad insultare le guardie o a guardarsi un bel film.
La polizia e i carabinieri somigliano sempre di più ad esercito straniero che invade un territorio che non conosce. Frustrati nel vedere il vicinato che sostiene e rifornisce il presidio. Sconfortati dalla tenacia della resistenza e nel sentirsi sempre più spesso cantare “avete solo collleghi, solo colleghi”.
Come ci scrisse Orso dal Rojava, è solo sconfiggendo la solitudine e la rassegnazione che si può fare la differenza. La Firenze indomabile sta facendo la differenza. Nuovi legami si stringono, pratiche e idee ieri ritenute difficili, sembrano adesso la normalità. È tempo di riscatto, di porre fine al nulla che avanza, di essere tempesta.
Oggi in tribunale verrà discusso l’aggravamento delle misure cautelari per glii/le arrestat* del 19Marzo. A chi è sottoposto a restrizioni della libertà per aver difeso Corsica81 va tutto il nostro sostegno. Da parte nostra, il presidio di oggi sarà ancora più vivo, con spettacoli di teatro, letture e molto altro.

Non abbiamo paura del futuro, è il loro futuro che ha paura di noi.

P.s. l’area cani autogestita è ancora libera e sotto il controllo della libera comune di Rifredi. Ieri è stata presidiata per alcune ore dalle truppe in divisa ma adesso è libera ed aperta come è sempre stata.

libera comune di Rifredi

Libera comune di Rifredi

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Giovedì 7 Aprile 2022 Corsica resiste!

Rioccupata Corsica 81

Rioccupata Corsica 81

Buongiorno! La digos inizia ad essere irritata e ha provato tutta la notte a disturbare i compas sul tetto. Ma non saranno né pioggia né intimidazioni a fare scendere i nostri che continueranno a resistere! Oggi hanno anche chiuso la nostra area cani a tutte le persone del quartiere ! Ricordiamogli che anche quella è parte di casa nostra e la difenderemo.

Alle 17 assemblea e pizzata
Alle 18.30 passeggiata contro le speculazioni per le vie del quartiere
A seguire pizzata e proiezione al presidio!

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Martedì 5 Aprile 2022 Occupata di nuovo corsica 81 accorrete.

Rioccupata Corsica 81

Rioccupata Corsica 81

NON PER NOI MA PER TUTTI
Abbiamo detto che corsica è ovunque aprendo degli spazi il giorno dopo lo sgombero perché volevamo dire che sì: corsica può essere ovunque, che non siamo legati alla esistenza di quelle quattro mura e che non ci spaventa certo uno sgombero perché noi potremmo prenderne altri mille di posti. Potremmo ma no. Ancora non eravamo pronti a dire basta, a fare le valigie ed andarcende dalla nostra casa, a sentir parlare di un posto svuotato da tutta la sua linfa vitale improvvisamente, di un posto murato e destinato nuovamente all’abbandono e alla speculazione come di uno spazio liberato. Oggi abbiamo riaperto l’occupazione di Corsica 81, la abbiamo privata delle catene che la hanno chiusa nelle ultime tre settimane.
Abbiamo detto qualche giorno fa che dieci anni di occupazione non si cancellano con un colpo di spugna, magari perché siamo giovani ma per noi sono tanti. Dieci anni di lotte amori e affetti, in cui centinaia di persone hanno chiamato questo luogo casa, senza aver avuto bisogno di abitarci. Qui abbiamo imparato l’autogestione e abbiamo potuto vivere meglio, senza essere schiacciati dal ricatto del lavoro di merda. Ad una vita votata al sacrificio abbiamo preferito la gioia, qui abbiamo vissuto bene e vogliamo continuare a farlo.
Abbiamo sempre saputo da che parte stare: contro chi devasta e fa profitto, annichilisce le nostre vite in nome del progresso e uccide in nome della pace, contro chi contribuisce all’avanzata del deserto. In una città in cui sfratti, sgomberi e telecamere sono la prima preoccupazione anche in periodo di guerra e pandemia e in cui tutto deve essere votato al consumo e al profitto, in un quartiere che sta cambiando velocemente soggetto come è agli interessi della TAV come dei mille supermercati, non lasceremo che si prendano tutto.

Non siamo del resto noi gli unici a voler far vivere ancora questo luogo, lo ha dimostrato chi è venuto al corteo del 19 e chi ci ha applaudito dalle finestre, chi ci ha scritto un messaggio e chi ci ha accolto con un abbraccio come gli occhi lucidi delle persone che guardavano le finestre murate. Pensiamo che riaprire le porte di corsica sia dovuto ad ognuna di queste persone. Ma anche ai tanti compagni di cammino che ancora non abbiamo incontrato, e che forse potremo conoscere anche grazie a questo sgombero.

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Firenze Antifascista rende omaggio a Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, caduto pochi giorni fa in Donbass.

Firenze Antifascista rende omaggio a Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, caduto pochi giorni fa in Donbass.

Partito nel 2015 da Venezia, aveva raggiunto quelle terre quando il mondo guardava altrove, mentre il governo golpista di Kiev con i suoi battaglioni neonazisti bombardava e depredava quei territori in cui le Repubbliche Popolari rivendicavano la propria indipendenza.

Nello scontro tra Nato e Russia non troviamo schieramento perché quello é uno scontro tra capitali. Ci schieriamo invece dalla parte dei lavoratori e lavoratrici, di chi paga il prezzo più alto della guerra e per questo comprendiamo la scelta di Edy che ha scelto di arruolarsi nelle Brigate Antifasciste in Donbass, nello specifico nella Brigata Prizrak, basandosi sulla difesa di un’altra scala di valori a partire dalla solidarietà.
Per 8 anni la Nato avanzava e Mosca stava a guardare.
Per 8 anni le Repubbliche Popolari si sono dovute addossare la responsabilità di organizzare la Resistenza basandosi sulle proprie forze e sull’appoggio degli internazionalisti.

Per 8 anni Mosca ha respinto la richiesta di riconoscimento delle Repubbliche Popolari che era sostenuta anche dal Partito Comunista Russo.
Questi 8 anni sono costati 14 mila vittime tra la popolazione civile del Donbass.
Edy era là con loro. Edy era là come internazionalista e antifascista.
Edy e altri come lui sono là ben lontani dalla propaganda interventista dei salotti televisivi nostrani che ormai hanno completamente sdoganato i neonazisti come fossero “combattenti per la libertà” e traboccano dei loro sproloqui mentre il governo Draghi continua ad inviare armi a Kiev scegliendo di fatto di entrare in guerra al fianco dei neonazisti.

Ognuno può scegliere e decidere come portare il proprio contributo per la nascita di una società più giusta. Edy aveva fatto la scelta più difficile: anche per questo gli rendiamo omaggio.
Noi rimarchiamo la nostra: riconoscere “il nemico in casa”, sabotare la sua propaganda di guerra e lottare per una società davvero libera ed egualitaria.

Edy Ongaro

Edy Ongaro

Firenze Antifascista

 

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Giovedì 7 aprile 2022 Assemblea plenaria del gruppo di supporto “Insorgiamo con i lavoratori GKN”

Assemblea plenaria del gruppo di supporto "Insorgiamo con i lavoratori GKN"

Assemblea plenaria del gruppo di supporto “Insorgiamo con i lavoratori GKN”

La manifestazione del 26marzo è stato un momento straordinario. In 25mila abbiamo detto chiaramente che GKN è patrimonio di tutte e tutti, che non c’è contraddizione tra un ambiente vivibile e le istanze di milioni di lavoratori e lavoratrici, che la lotta per la pace si fa mettendosi di traverso, contro la guerra e le politiche di riarmo. E tanto altro, e tutto.
Noi non vogliamo certo fermarci qua. Abbiamo il dovere di riunirci e decidere, insieme, come andare avanti.
Per questo riuniamo l’assemblea plenaria di “Insorgiamo”, con un unico punto all’ordine del giorno: bilancio del 26 marzo e prossimi passi.
L’assemblea si terrà GIOVEDI’ 7 APRILE ORE 20:30, AL CIRCOLO ARCI “LA COSTITUZONE”, VIA GRAMSCI 560, SESTO FIORENTINO.

PS: Chiediamo puntualità per poter iniziare presto e consentire a tutte e tutti di intervenire.

Insorgiamo con i lavoratori GKN

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Sabato 2 Aprile 2022 L’Europa in camicia nera – l’estrema destra dagli anni Novanta ad oggi

L'Europa in camicia nera - l'estrema destra dagli anni Novanta ad oggi

L’Europa in camicia nera – l’estrema destra dagli anni Novanta ad oggi

Serata in solidarietà delle compagne e dei compagni sotto processo.

18:30 presentazione del libro L’EUROPA IN CAMICIA NERA – L’estrema destra dagli anni 90 in poi.
Ne parliamo con l’autore Elia Rosati storico, Università degli studi di Milano.

20:30 cena benefit Firenze Antifascista. (Prenotazione tramite messaggio al 3283835166)

22:30 Scarpe lucide e camicia a modo che c’è Sorelli Djset!!!

 

l’Antifascismo non si condanna, si pratica e si diffonde!

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Sabato 2 Aprile 2022 Presidio per la giornata della terra.

Al fianco del popolo Palestinese in lotta, rilanciamo il presidio per la giornata della terra, promosso da Firenze per la Palestina.

Presidio Per la Giornata della Terra

Presidio Per la Giornata della Terra

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Sabato 2 aprile 2022 Ponti, non armi! – Firenze contro la guerra!

Ponti, non armi! - Firenze contro la guerra!

Ponti, non armi! – Firenze contro la guerra!

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta provocando sofferenze intollerabili nella popolazione: morti, distruzione, la fuga di milioni di profughi privati del diritto di vivere nelle proprie case.
Fermare il massacro, interrompere la spirale della violenza, riportare la possibilità del dialogo e dell’ascolto reciproco: questa è l’unica via che tutti i soggetti coinvolti devono percorrere.
L’Unione Europea invece, prona alle indicazioni della NATO, corre al riarmo, destinando risorse ingenti all’acquisto di armamenti e alla mobilitazione di truppe.
La spesa militare italiana nel 2022 oltrepassa 25 miliardi, con un aumento del 3,4% rispetto al 2021. Più di 8 miliardi destinati all’acquisto di nuovi armamenti.
CHI VUOLE LA PACE?
Certamente non le lobbies delle armi, tese solo al loro profitto
Certamente non le potenze, occupate a spartirsi le zone di influenza geopolitica ed economica
LA PACE E’ DELLE POPOLAZIONI, DA SEMPRE VITTIME IMPOTENTI DELLE SCELTE SCELLERATE DI CHI LE GOVERNA.
La pace non si costruisce con le armi.
TACCIANO LE ARMI, PARLINO LE INTELLIGENZE!

Comitato fiorentino fermiamo la guerra

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Firenze antifascista verso il 26 marzo, oltre il 26 marzo.

Non c’è antifascismo senza lotta di classe, non c’è lotta di classe senza antifascismo.

Firenze antifascista verso il 26 marzo, oltre il 26 marzo.

Firenze antifascista verso il 26 marzo, oltre il 26 marzo.

Il 26 marzo a Firenze ci sarà la manifestazione nazionale promossa dal Collettivo di Fabbrica GKN e dal gruppo di supporto “Insorgiamo con i Lavoratori GKN.”
Questo corteo rappresenta a nostro avviso un importante banco di prova per tutte le realtà militanti e la loro capacità, mettendosi in gioco, di essere protagoniste dentro un processo che si pone l’ambizione di un reale ribilanciamento dei rapporti di forza in questo paese.
Come Firenze Antifascista abbiamo voluto fare nostro l’invito ad essere parte della costruzione della manifestazione, individuando i punti che secondo noi sono ad oggi centrali per chi fa dell’antifascismo militante una pratica di lotta quotidiana, e perché questa sia necessariamente la nostra piazza.

1. È la piazza di chi lotta, è una piazza contro paura e repressione! Vogliamo che quella del 26 marzo sia la piazza di chi lotta e paga il prezzo delle sue scelte: da sempre la macchina dello stato colpisce gli/le antifascisti/e che scelgono di opporsi concretamente alla presenza dei fascisti nelle loro città.

Lo sappiamo bene a Firenze, dove due anni fa abbiamo avuto 15 compagne/i condannati in Cassazione a oltre un anno di pena e al pagamento di 45mila euro complessivi di multa come conseguenza di un corteo antifascista nato in risposta a una aggressione squadrista ai danni di due adolescenti, e dove il 3 di maggio è attesa la sentenza per quelle/quei compagne/i che nel 2014 alle Piagge impedirono lo svolgimento di un comizio di Forza Nuova. Guardando oltre Firenze vediamo la repressione colpire compagne e compagni di tutta Italia, ci vengono in mente, ad esempio, gli antifascisti genovesi colpiti il mese scorso da condanne pesantissime in primo grado per i fatti di piazza Corvetto. La repressione è l’arma che lo stato usa per forzare le compagne e i compagni ad abbassare la testa, a rientrare nei ranghi di un sistema che ci vuole zitti e obbedienti, pronti a servire il capitale; la risposta a questi attacchi sta a nostro avviso nel rilancio della solidarietà attiva: due anni fa dopo le condanne della Cassazione un folto corteo di antifascisti attraversava Firenze per ribadire con forza che dove ci sono compagne e compagni organizzati e determinati il fascismo non avrà mai spazi di agibilità. Per questo motivo saremo presenti a Genova al corteo di solidarietà per i condannati di Piazza Corvetto. Per questo vogliamo insistere sulla creazione di una vera rete di solidarietà antifascista contro la repressione per riuscire a rispondere colpo su colpo alle mosse di polizia e magistratura, perché siamo convinte/i che l’antifascismo si faccia nelle strade e nelle piazze delle città.

Non possiamo però tracciare una riga che si fermi all’antifascismo: le classi popolari subiscono la repressione in mille altre forme, che sia a scuola quando si occupa o sul posto di lavoro quando ci si organizza per migliorare le proprie condizioni. Come sabato scorso, dopo le cariche e gli arresti sul corteo contro lo sgombero di Corsica81 e il processo per direttissima ai 4 arrestat* che ha stabilito obblighi di firma e un divieto di dimora. Se a Firenze sindaco e questura pensano di giocare con la logica dei buoni e dei cattivi si sbagliano di grosso: la nostra solidarietà concreta deve schierarsi con alzi la testa e si organizzi per cambiare questo sistema

2. I padroni, lo Stato e la carta del fascismo. È proprio in questo frangente che emerge un fascismo perfettamente complementare all’azione dello stato: parliamo di quel fascismo strumento dei padroni, utile ad arrivare dove le apparenze dello stato democratico sono ancora costrette a fermarsi. In questi mesi abbiamo assistito a un impiego sempre crescente di squadre di vigilanza privata e bodyguard fuori dai cancelli delle fabbriche, a volte per intimidire con la loro presenza, altre volte attaccando direttamente lavoratori in sciopero, come è successo innumerevoli volte fuori dai magazzini della logistica e come abbiamo visto succedere anche a Prato fuori dalla Texprint ma non solo.
Questo ricorso alla forza per eliminare situazioni scomode da parte del padronato è a nostro avviso sintomatico del senso di impunità che deriva dalla complicità dello stato, spesso evidenziata da celerini rimasti fermi ad assistere a pestaggi di lavoratori in sciopero ma sempre pronti a caricare quando davanti hanno lavoratori che rivendicano migliori condizioni.

3. “L’antifascismo è nostro, e non lo deleghiamo”. Questo atteggiamento da parte dello stato non è casuale. Ogni anno all’arrivo del 25 aprile le istituzioni si riempiono la bocca di belle parole (vero sindaco Nardella?), in cui ci dicono che le istituzioni dello stato democratico borghese rappresenterebbero il baluardo dell’antifascismo. Rifiutiamo fermamente questa idea: quella che noi vediamo è piuttosto una deriva reazionaria in cui “l’ordinarietà dell’emergenza” porta ad ogni emergenza successiva (immigrazione, terrorismo, pandemia, ecc.) ad un incremento del livello di controllo sociale e della repressione anche preventiva. La continuità tra misure repressive come la sorveglianza speciale, eredità del codice Rocco di epoca fascista, e misure più recenti come il Daspo urbano, il foglio di via ecc. indicano chiaramente la direzione in cui sta andando la “democrazia” ed è quella di una sempre maggior continuità e contiguità con il fascismo.

4.”Il nostro posto è qua. Gli anticorpi del fascismo siamo noi.”
Dunque, come avanzare e far maturare coscienza, pratica e militanza antifascista capace di saper riconoscere e combattere i mille volti reazionari del fascismo? Riconoscendone il ruolo storico -più che le sue forme storiche- il fascismo è una pedina funzionale agli equilibri di questo sistema, di cui si serve in modi e forme differenti ma con un chiaro obiettivo: agire come un bastone fra le ruote ai processi di trasformazione ed ai percorsi collettivi di emancipazione.

Dividere le classi popolari, i lavoratori, gli sfruttati e i subalterni, renderli dunque più affabili alla macchina di comando, tentando dunque di reprimere il nascere di percorsi di emancipazione e di lotta. Diffondere il germe nazionalistico, razzista o di una visione sessista, binaria, bigotta e abilista altro non è che funzionale ad una visione del mondo che omologa, che distingue e discrimina non fra chi sfrutta e chi è sfruttato, ma secondo logiche infami e vigliacche di supremazia, di dominio, di sopraffazione.

La ricomposizione e la diffusione della coscienza di classe, la solidarietà popolare, così come i percorsi di lotta, di autorganizzazione, di mutuo appoggio sono di per sé stessi antidoto al propagarsi e diffondersi del fascismo. Ogni territorio che si riconosce in comunità e dove si sviluppano legami di solidarietà, ogni posto di lavoro dove il protagonismo dei lavoratori è presente, ogni scuola dove nasce un collettivo, ogni quartiere dove è presente un comitato contro la speculazione, gli sfratti, un consultorio o un centro contro la violenza sulle donne, le lotte per la salvaguardia della salute e dell’ambiente sono di per sé azione e pratica antifascista. Lo sono non solo perché tolgono terreno da sotto i piedi a opportunisti, politicanti e venditori di odio quali sono i camerati, siano essi “da strada, o in doppiopetto”, ma perché tornano a marcare con forza una discriminante netta.

C’è chi rifiuta di essere servo o ingranaggio di questo sistema perverso, che impone ogni giorno di più egoismo, competizione sfrenata, paure e diffidenza, che deve costantemente arroccarsi per garantirsi la sicurezza dei propri privilegi e della propria sopravvivenza, ma continua a credere che sia possibile cambiare lo stato di cose. Chi non si fa ingannare, chi crede nella capacità delle proprie azioni, delle proprie scelte, della volontà collettiva; chi crede che bisogna mettersi in gioco e lottare, riconoscersi e trovarsi compagni e compagne nella lotta stessa, e che il futuro non sia già scritto.

La lotta (lo dimostra la lotta antifascista nata e cresciuta sotto un regime totalitario e in mezzo a guerra, repressione e povertà) è ancora il motore di una storia che è tutta da scrivere.

E ancora una volta, nel proprio piccolo grande percorso, anche la storia di una fabbrica e dei suoi lavoratori è qui a dimostrarlo. Lavoratori che si sono trovati costretti a scegliere, e hanno scelto di resistere davvero. E dal primo giorno hanno fatto proprio il motto partigiano delle brigate che liberarono Firenze. INSORGIAMO! Perché oggi, come allora, c’è bisogno di mettersi in gioco, e andare a farla la Storia. Perché oggi come allora, nessuno si libera e si salva da solo/a. Nessuna fabbrica si salva da sola, nessun posto di lavoro si salva da solo.

 

Perché essere partigiani e partigiane del nostro tempo, non è soltanto prendere parte e opporre resistenza. Ma ciò che muoveva ieri, e deve tornare a muovere oggi, i partigiani e le partigiane di ogni tempo è quella di portare nel cuore, immaginare, lottare e costruire un domani migliore e una società più giusta.

Per questo, da antifasciste e antifascisti, diciamo che è tempo di insorgere.
Diciamo che è tempo di tornare ad essere partigiani del nostro tempo!

Firenze Antifascista

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