Come compagni e compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos vogliamo esprimere la nostra vicinanza ai compagni che pochi giorni fa sono saliti sul tetto di palazzo Vecchio a Firenze per dare visibilità alla campagna di solidarietà nei confronti dei prigionieri anarchici Alfredo Cospito, Juan, Ivan e Anna.
Questi compagni erano in sciopero della fame per denunciare quello che si sta configurando come un assassinio di Stato nei confronti di Alfredo, che è tuttora in sciopero della fame dal 20 Ottobre. Alfredo è stato condannato a 10 anni per il ferimento di un manager e a 20 per l’esplosione di due ordigni nei pressi di una caserma dei Carabinieri, azione che non ha provocato e non poteva provocare alcun ferimento e per la quale è stato chiesto addirittura l’ergastolo per il reato di “strage politica”.
Da Maggio Alfredo è stato trasferito in un altro carcere e sottoposto al regime del 41 bis, quello ideato per impedire ai capimafia di continuare a “operare” dall’interno delle carceri. Alfredo è in 41 bis per aver mantenuto contatti con i compagni e per non aver mai rinnegato il suo impegno politico. Tale regime carcerario prevede un totale isolamento per 23 ore al giorno, l’impossibilità di ricevere libri ed altro dall’esterno, una sorveglianza h24 e l’esclusione a priori dai benefici e sconti di pena, tra le altre misure. Può durare per 4 anni e può essere prorogato praticamente all’infinito; se ne esce, di fatto, solo collaborando con la giustizia.
Questo accanimento è stato denunciato, oltre che dai compagni, da vari appelli, tra cui quello di avvocati di tutta Italia e quello di giuristi ed intellettuali tra cui l’ex presidente della Corte Costituzionale.
Tra le richieste dei compagni in sciopero della fame c’è inoltre quella dell’abolizione dell’ergastolo ostativo, un istituto che prevede l’impossibilità per un prigioniero per determinati reati di accedere alle misure alternative, ai benefici penitenziari e alla libertà condizionale senza una collaborazione con la giustizia.
Da sempre denunciamo questi due istituti, il 41 bis e l’ergastolo ostativo, come strumenti che lo Stato si era dato nella lotta alla mafia ma che sarebbero stati utilizzati anche contro i compagni e contro chiunque mettesse radicalmente in discussione lo stato di cose presenti. E così è stato. Se poi guardiamo alla storia recente del nostro paese e all’alleanza che lega importanti pezzi di Stato alla criminalità organizzata…
Vogliamo dirlo chiaramente: questa è tortura, questo è omicidio. Ci indigna, ci schifa, ma purtroppo non ci stupisce. Abbiamo visto come in Italia si è combattuto il movimento e le sue organizzazioni: botte e morti per le strade, bombe sui treni e nelle piazze, secoli di galera, leggi e carceri speciali, tortura ed assassinio. Questo è lo Stato italiano: ci si fregia tanto di essere una democrazia liberale, ma quando l’ordine costituito viene messo in discussione non si esita a calpestare le stesse basi della democrazia.
E c’è chi dice che la democraticità di uno stato si vede dalle sue carceri… Decine di suicidi ogni anno, sovraffollamento, condizioni pessime, mattanze vere e proprie come a Modena ed in altre prigioni nel Marzo 2020.
Solidarietà ad Alfredo e a tutti i prigionieri politici, ovunque essi siano rinchiusi!
Sempre dalla parte di chi lotta, mai di chi sfrutta, affama, tortura e uccide!