Condividiamo dal Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze
Il Tribunale del Lavoro di Firenze ha accolto i ricorsi per 3 decreti ingiuntivi “pilota” presentati da operai Qf in collaborazione con il Collettivo di Fabbrica e la Rsu, riguardo al mancato pagamento dello stipendio di ottobre. Si tratta potenzialmente solo dell’inizio.
Questi decreti sanciscono al momento una cosa basilare, disarmante nella sua semplicità: il contratto a tempo indeterminato in assenze di valide ragioni deve essere pienamente retribuito. La condotta di Qf è stata illegittima.
Per quanto ci riguarda questa è solo la punta dell’iceberg. Riteniamo in mora l’intero reddito da gennaio 2022. Qf paghi immediatamente tutto ciò che è dovuto, a partire dalle spettanze arretrate di ottobre, novembre, premio di risultato fisso, ferie, malattie, contributi Inps, contributi Cometa, tredicesima. L’8 di gennaio paghi le spettanze di dicembre. Cessi le calunnie contro lo stabilimento e l’assemblea permanente. Cessi l’assedio, mirato probabilmente allo smantellamento dello stabilimento in assenza di chiarezza sulla reindustrializzazione.
Il rifiuto dell’Inps di concedere la cassa integrazione ordinaria per l’anno passato è una decisione presa in totale autonomia dall’Inps stessa, su cui nessuno di noi ha inciso. Per quanto ci riguarda, da marzo in poi, Qf ha prorogato unilateralmente la cassa integrazione ordinaria per causali assolutamente discutibili e inaccettabili. Questa situazione è interamente responsabilità di Qf che, a nostro parere, è stata un anno ai tavoli “a prendere tempo, per perdere tempo”.
Se il Ministero del Lavoro vorrà intervenire concedendo una cassa integrazione in deroga e retroattiva, lo farà in piena autonomia, prendendosi la gravissima responsabilità di decurtare a posteriori il nostro stipendio, usando i soldi pubblici, dell’Inps.
Ci permettiamo un ulteriore commento generale: questi tre mesi di mancato pagamento di stipendi, ferie, pdr, mancanze contributive, di evidente confusione sull’ammortizzatore sociale, su concetti come l’agibilità dello stabilimento, accordo di sviluppo, consorzio, il totale caos comunicativo, la mancata presenza dell’azienda agli incontri Regionali, i comunicati via Telegram o mail a scavalcare la rappresentanza sindacale, hanno funzionato sostanzialmente come “licenziamenti di fatto”.
Una condotta probabilmente finalizzata ad aumentare il numero di dimissioni volontarie e a piegare la tenuta psicologica della nostra comunità e del nostro Collettivo.
A fronte della tenuta dell’assemblea permanente, ancora una volta un pezzo importante della politica ha balbettato o è stato alla finestra.
Il Collettivo di Fabbrica ha presentato un proprio piano industriale. Chiede che sia messo a verifica. Si colleghi semmai la cassa integrazione, d’ ora in poi, non retroattiva, a quel piano industriale e all’intervento pubblico. Lo Stato, la Regione, Invitalia, il Ministero dello Sviluppo Economico, Cassa Depositi e Prestiti intervengano. Ogni giorno immobili è un giorno di complicità con i “licenziamenti di fatto”. Soldi pubblici per ripartire, non per stare fermi.
Cassa integrazione per riprenderci il tempo, non per perdere tempo.
Rsu Qf ex Gkn, 3 gennaio ‘23