Spazio identitario “L’Indomabile” è la nuova maschera scelta dai fascisti di
Casapound per provare ad avere uno straccio di visibilità e agibilità in questa città.
Visibilità e agibilità, condizioni che questura e istituzioni hanno sempre garantito loro, ma che la Firenze popolare ha sempre e costantemente negato e sottratto, da Coverciano a Scandicci, da San Jacopino al centro storico.
Sarà proprio per uno straccio di visibilità, per qualche finanziamento in più, che alle ultime elezioni regionali i prodi camerati di Casapound hanno apertamente sostenuto Fratelli d’Italia, in lista con la Ceccardi, con tanto di foto tutti insieme nella sede di Fratelli d’Italia in via Frusa.
Insomma, dopo essersi presentati così ribelli sono finiti a sostenere pubblicamente personaggi e partiti che propongono “maggiore controllo”, “taser a forze dell’ordine e polizia municipale”, più telecamere e pattuglie di polizia e carabinieri, sostegno ai “decreti sicurezza”: del resto non avevamo dubbi.
Come nel 2013, dopo un’aggressione ai danni di due minorenni, delegarono la difesa di quella che allora era la loro sede (!) all’adiacente questura di via Zara, in una giornata di lotta che ha visto 15 condanne di oltre un anno a antifascisti e antifasciste e un’ammenda totale di 45.000 euro.
“L’Indomabile” vorrebbe rivendicare lo spirito di questa città, ma con quale faccia tosta?
Il passato, più o meno recente, di questa città parla di uno spirito di lotta, resistenza, orgoglio popolare. Firenze e la sua lunga memoria diffusa di generazione in generazione ricorda le stragi, da Piazza Tasso a Campo di Marte, omicidi e pestaggi da parte di quei vigliacchi repubblichini ai quali tanto si richiamano e che omaggiano i neofascisti oggi.
La memoria di questa città però è anche fatta dalla lotta dei gappisti, dalla lotta partigiana della Brigata Sinigaglia e di tutti coloro i quali, senza aspettarsi niente dagli “alleati”, resistevano e sparavano, casa per casa, via per via quartiere per quartiere, fino all’insurrezione popolare e la liberazione cittadina, consci dell’estrema necessità di protagonismo per costruire una società diversa da quella comandata dai padroni di sempre, anche dopo il 25 aprile 1945.
La storia di Firenze parla di silenzi, nascondigli e solidarietà, spesso pagati con tortura e morte, verso chi lottava da parte della popolazione, parla di barricate contro le squadracce armate dai padroni per spezzare la lotta popolare.
“Prima gli italiani?” Prima chi ha bisogno, prima gli ultimi, prima i lavoratori. Bianchi, neri, gialli o a pallini. La Firenze solidale sa riconoscere chi specula sul razzismo e la guerra fra poveri, e chi invece la guerra la vive tutti i giorni per un salario degno, un affitto, una bolletta, un ticket sanitario sapendo che chi nega i diritti e bisogni, sta più in alto, e “non arriva col barcone”.
La storia di Firenze parla chiaro, e se i fascisti devono persino provare ad afferrare goffamente immaginari di lotte altrui è perché i fascisti le lotte non le hanno mai fatte, se non quelle al servizio di chi sfrutta e guadagna sul nostro sudore.
A Firenze aprirà un altro covo fascista, un’altra fogna di collaborazionisti, infami e servi, ma aprirà circondata e costantemente sorvegliata da telecamere e polizia, perché questa città ne ha già decretato la chiusura!
Ci vediamo domani Sabato 26 alle 16:00 al giardino “Potente” in lungarno Soderini, liberi per le strade della nostra città, ribelle, solidale, antifascista, antirazzista e antisessista.
★ FIRENZE ANTIFASCISTA ★