Martedì scorso si è chiuso a Firenze il primo grado di un processo che riguarda circa 30 compagni e compagne, accusati di resistenza a pubblico ufficiale in occasione del 21 Dicembre 2013.
Quel giorno scendemmo in piazza in risposta alla decisione della Questura fiorentina, di concerto con la Prefettura e il Sindaco, di negare un diritto fondamentale come quello di fare una manifestazione, precludendo l’accesso in corteo alle vie del centro storico in quanto, a detta loro, non si potevano disturbare gli affari consumistici dello shopping natalizio.
Fu quindi predisposto un nutrito schieramento di poliziotti in tenuta antisommossa che sbarrava via Cavour, impedendo ai manifestanti di incamminarsi da piazza San Marco verso, appunto, il centro.
L’arroganza immotivata della Questura si risolse in più cariche verso i manifestanti e nelle successive denunce per resistenza a pubblico ufficiale: niente di nuovo, ahimè, ma ancora più grave se pensiamo all’imposizione di un divieto di manifestare in alcune zone della città.
Dopo quasi 7 anni di processo, martedì si è arrivati a 3 assoluzioni e alla condanna a 7 mesi per gli altri imputati, una vergogna!
Così, dopo le condanne arrivate a Luglio di 1 anno e 3000 euro per ciascuno dei 15 compagni e compagne coinvolti, ricordiamolo, per essersi “travisati” durante una manifestazione di protesta contro un’aggressione fascista avvenuta pochi giorni prima, ecco che in rapida successione arrivano 7 mesi per aver resistito ad un divieto arbitrario e immotivato.
L’amministrazione fiorentina vorrebbe, ora come allora, una Firenze vetrina fatta solo di negozi di lusso e super-affitti per turisti, interdetta quasi agli stessi abitanti e a qualsiasi manifestanzione del dissenso con chiusura di piazze, strade e l’instaurazione di zone rosse (poi velocemente e strumentalmente rimosse). Abbiamo visto però i risultati devastanti e la miopia di queste politiche economiche durante la pandemia, ed è quello che denunciamo da anni portando avanti la lotta contro la gentrificazione.
Ribadiamo con forza che i quartieri sono nostri, di chi li vive e li abita e di tutte le realtà che li attraversano, e che non esistono zone di salotti buoni dove potranno impedirci di far sentire le nostre ragioni.
Pensiamo inoltre che se i fascisti fanno fatica, qui più che altrove, a ritagliarsi spazi di agibilità; se il centro di Firenze non è off limits per manifestazioni e cortei; se nei quartieri, in tempi di pandemia come questi, ancora esistono realtà che si autorganizzano per dare risposte dal basso ai bisogni e alle difficoltà, è anche grazie a chi, in tutti questi anni, si è speso in prima persona per combattere il fascismo, l’individualismo, il razzismo, l’arroganza poliziesca, ed ha continuato a lottare per una società più giusta e solidale.
Massima solidarietà a tutti i compagni e le compagne colpiti dalla repressione, dai processi che si chiudono a quelli che si stanno aprendo in questi mesi.
Oggi come allora, la vostra repressione non ci fermerà!
Le compagne e i compagni del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos