Combattere il fascismo non è solo una dichiarazione d’intenti ma una pratica politica quotidiana per impedire a questi topi di fogna di agire indisturbati.
Abbiamo sempre indicato i responsabili della presenza dei fascisti e delle loro sedi sui nostri territori proprio nelle istituzioni e in un sistema politico che in nome di una malintesa libertà di espressione non ha fatto altro che concedere loro piena legittimità.
Per questo non ci stupiscono le accuse della magistratura ai compagn* di Genova, scesi in piazza il 23 maggio 2019 per opporsi al comizio di Casapound, ben protetto dalla questura e pienamente legittimato dalle istituzioni cittadine e nazionali. Allo stesso modo non ci sorprende venire a conoscenza delle indagini, portate avanti dalla questura fiorentina, nei confronti di chi il 19 maggio 2019 si oppose in modo determinato al comizio di Salvini in piazza Strozzi a Firenze.
In quei giorni a Genova e Firenze, così come in moltissime altre città d’Italia, migliaia di antifascist* sono scesi in piazza per ribadire che non c’è spazio nelle nostre città per chi fomenta la guerra tra poveri nel tentativo di nascondere i veri responsabili di una crisi politica ed economica che diventa ogni giorno sempre più grave. La presenza dei fascisti è necessaria per creare il terreno per politiche sempre più reazionarie, che colpiscono i settori popolari in piena continuità tra i successivi governi; ma lo è anche per sventolare davanti all’opinione pubblica democratica lo spauracchio della minaccia fascista.
Così, in un colpo solo, fascisti e razzisti portano acqua al mulino del sistema sia da destra che da sinistra. E così si crea un consenso completamente appiattito sulla logica dei “buoni” e dei “cattivi”: le sardine i buoni e salvini il cattivo/gli immigrati i cattivi e salvini il buono.
Quando invece, nel palcoscenico politico, intervengono
migliaia di persone che non riconoscono ai fascisti alcuna legittimità ecco che lo stato interviene puntualmente per punire chi è realmente incompatibile con questo sistema.
Purtroppo per loro però il legame della solidarietà è un valore che i nostri partigiani hanno saputo ben trasmettere e per questo non lasceremo solo nessuno davanti ad un tribunale che pensa di poterci giudicare per aver praticato ciò che riteniamo da sempre come antifascist* pienamente leggittimo, ovvero impedire ogni forma di propaganda fascista e razzista in questo paese.
Firenze Antifascista