La primavera della magistratura fiorentina è stata caratterizzata da numerose condanne in via definitiva a compagni e compagne di realtà politiche e sociali cittadine.
Dopo le condanne ad 1 anno per travisamento delle scorse settimane per 15 antifascisti, lunedi 29 aprile è arrivata la condanna ad 1 anno al compagno Mannu, già arrestato nel 2009 nell’ambito dell’inchiesta sui fatti di via della Scala.
Bisogna tornare al novembre di 10 anni fa quando la Digos piombò nelle case di una decina di antifascisti per perquisirle e notificare loro una denuncia per essere accorsi in aiuto di una ragazza che si era rifugiata in un bar perché aggredita dai fascisti di Forza Nuova, gli stessi che poco prima avevano pestato un altro ragazzo di ritorno da un concerto. Per questi fatti i compagni sono stati condannati in primo grado, anche se poi la pena è stata prescritta.
Mannu invece fu arrestato e portato a Sollicciano in quanto accusato anche di aver fatto esplodere di fronte all’Agenzia delle Entrate quello che polizia e giornali descrissero come un pericoloso ordigno e che si rivelò poi essere un semplice petardo. Il primo grado gli riconobbe assoluzione piena per mancanza di prove, ma, inspiegabilmente, a 10 anni di distanza e senza nessun ulteriore elemento di prova prodotto dall’accusa ecco che arriva la condanna ad 1 anno.
Ci domandiamo cosa abbia spinto i giudici a cambiare un verdetto di assoluzione senza nuovi elementi. Constatiamo da tempo un acuirsi della repressione sia a livello di questure che di tribunali; vedi l’utilizzo sempre più diffuso di provvedimenti che limitano le libertà, spesso senza la necessità di un avallo dell’autorità giudiziaria, quali fogli di via, obblighi di dimora, avviso orale, sorveglianza speciale affiancati a condanne massime e misure cautelari, in carcere o ai domiciliari, che molto spesso assumono la forma di una vera e propria pena anticipata.
Un clima sempre più repressivo e oppressivo per chi non è in linea con l’ordine costituito, mentre i fascisti possono manifestare liberamente come successo a Prato il 23/3 per festeggiare i 100 anni dalla nascita dei fasci di combattimento. Un episodio quello di Prato che è rimbombato sui giornali per le critiche alla Prefetta Scialla, che prima autorizza un corteo nazionale ai fascisti, poi lo nega formalmente lasciandoli di fatto sfilare in meno di 100 tra le strade della città mentre migliaia di antifascisti erano chiusi in P.zza delle Carceri. Critiche continuate il 25/4 contro il questore Cesareo che quasi per ripicca minaccia denuncia verso l’ANPI ed altri antifascisti per averlo fischiato e criticato!
Dovrebbe essere chiaro a questo punto che gli spazi di manovra per chiunque voglia partecipare alla vita pubblica sono sempre più risicati, e non sono solo gli attivisti e militanti politici a subire il controllo e la repressione quanto l’intera società.
Il decreto sicurezza, fiore all’occhiello del Ministro Salvini, che segue ed amplifica il decreto Minniti del passato governo PD, di fatto limita la libertà di manifestazione inasprendo le pene per iniziative di protesta come blocchi stradali (ora reato penale), limita la libertà di movimento sostenendo e promuovendo il Daspo urbano come forma repressiva ed avalla l’istituzione delle “zone rosse” (a Firenze in via sperimentale e presto in tutte le città vetrina d’Italia) in cui le forze dell’ordine hanno la facoltà di allontanare categorie di persone denunciate (anche con processo ancora non concluso) per reati quali accattonaggio o vendita abusiva; venendo meno al principio costituzionale della presunzione d’innocenza in maniera così spudorata da spingere il collegio degli avvocati di Firenze a dichiarare sciopero. A queste si affiancano le misure previste nei confronti degli stranieri come l’abolizione della protezione umanitaria, estensione del periodo nei CPR (veri campi di reclusione) e la creazione di un limbo per chi è attualmente sul nostro territorio in maniera legale a cui si nega il diritto all’iscrizione al registro anagrafico e quindi ad avere una residenza necessaria per la copertura sanitaria, l’istruzione o un contratto di lavoro. Senza dimenticare l’introduzione dei teaser tra le dotazioni delle forze dell’ordine, un nuovo “giocattolo” potenzialmente mortale nelle mani di chi si è macchiato impunemente a Firenze di pestaggi, come quello di Magherini, e dello stupro di due ragazze americane.
In questi mesi sono arrivate varie condanne, e nei prossimi si apriranno e chiuderanno altri processi che vedono imputati militanti e attivisti di varie realtà. Dal “processo agli 86”, in cui sono coinvolte praticamente tutte le realtà politiche fiorentine, e che arriverà a brevissimo alla sentenza d’appello, fino a quello che si aprirà a fine mese per alcuni attivisti del movimento No Inceneritori – No Aeroporto, accusati di aver bloccato le trivellazioni propedeutiche alla realizzazione di queste due opere inutili e dannose e denunciati inoltre per aver violato i sigilli messi dalla forestale su chiamata di toscana Aeroporti al Presidio No-Inc No-aero di Via dell’Osmannoro, terreni poi assegnati in uso civico e collettivo dallo stesso consiglio comunale di Sesto Fiorentino ai comitati.
Invitiamo dunque tutte e tutti ad esprimere la massima solidarietà ai/alle compagn* sotto processo, a non lasciarl* sol* e a partecipare alle iniziative di sostegno così come alle mobilitazioni future:
SABATO 04 MAGGIO ore 16:00 S. Lorenzo FI – Passeggiata contro le zone rosse e assemblea
SABATO 11 MAGGIO ore 15 P.zza Puccini FI – Corteo contro la repressione
Le compagne e i compagni del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio