Ad un anno di distanza dall’omicidio di Idy Dyene, la Firenze Antifascista e Antirazzista sarà nuovamente in piazza Martedì 5 marzo. Vogliamo ricordare Idy, un lavoratore che è stato ucciso perché, secondo il suo assassino, “la vita di un nero valeva di meno”. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà alla famiglia, agli amici e alla comunità senegalese che è stata ripetutamente colpita in questi anni dalla violenza armata fascista e razzista. Per questo continueremo anche martedì a mantenere viva la memoria della strage di Piazza Dalmazia del 2011, in cui Gianluca Casseri, fascista militante di Casapound, uccise Samb e Diop e ferì in modo gravissimo Moustapha. Pensiamo infatti ci sia un legame diretto tra questi due crimini. La strage di Piazza Dalmazia non è stata per nulla l’opera di un pazzo, al contrario ha rappresentato, dentro una tendenza ben chiara, un momento di rottura, che si è determinato quando l’allora sindaco Renzi, il PD e tutta l’informazione borghese hanno voluto ridimensionare la portata di quanto era accaduto, parlando appunto dell’opera di un pazzo, quando hanno difeso i fascisti di Casa Pound, le loro sedi, la loro presenza e agibilità dentro le istituzioni cosiddette democratiche, quando questura e giudici hanno insabbiato l’inchiesta su Casseri e invece hanno deciso di colpire sempre più gli antifascisti, a Firenze e non solo, con denunce, processi e arresti, addirittura con maxi inchieste per “terrorismo”.
E così la legittimazione dei gruppuscoli fascisti (CasaPound, Forza Nuova, LealtàAzione) è andata di pari passo con lo sdoganamento della propaganda razzista come argomento rispettabile da parte dei partiti di Governo, sia a livello cittadino che nazionale. Non è stata una novità assoluta certo, visto che i lager per i migranti in questo paese li hanno aperti per primi i governi di centrosinistra dell’Ulivo, ma sicuramente si è assistito, con il governo Renzi e il decreto Minniti-Orlando, ad un salto di qualità nei livelli di aggressione nei confronti di tutti i lavoratori attraverso l’attacco alle componenti più deboli della classe, come quelle migranti, che è responsabilità politica del Partito Democratico in tutte le sue articolazioni, nazionali e locali. Questo noi ce lo ricordiamo bene, e non mancheremo di ricordare anche allo “sceriffo” Nardella il suo comportamento di un anno fa quando, di fronte all’omicidio di un uomo, ha gridato ai quattro venti per due fioriere rotte dalla giusta rabbia degli amici di Idy. Per noi, il decoro tanto caro a Nardella e ai benpensanti di questa città, che è sempre più ridotta a una vetrina a beneficio di turisti dal portafoglio gonfio, continua, come un anno fa, a non valere la vita spezzata di un essere umano.
Per questo diciamo che Roberto Pirrone non è l’unico colpevole. Colpevoli sono Renzi, Minniti, Orlando, Nardella. Colpevole è il movimento 5 stelle, che ha contribuito negli anni alla propaganda reazionaria contro l’immigrazione e oggi come partito di governo prosegue, aggravandola, la politica razzista del governo Renzi. Colpevole è il ministro sbirro Salvini, che ha costruito la sua fortuna politica sciacallando sulla disperazione dei rifugiati e rubando il motto “prima gli Italiani” ai neonazisti di Forza Nuova. Basta però che questi italiani non siano di quelli che si azzardano a protestare perché non riescono ad arrivare alla fine del mese, come i pastori sardi in queste settimane, perché per loro il ministro sbirro ha pronta una bella denuncia per blocco stradale, reato appena ripristinato dal suo “decreto sicurezza”. O che non siano anarchici, antifascisti, antirazzisti, che possano infastidire le iniziative del suo partito, perché per loro sono già pronti sgomberi e maxi operazioni giudiziarie, come quelle messe in piedi a Torino e Trento nelle scorse settimane. O che non abbiano il problema della casa e siano costretti ad occuparne una, perché per loro è stato confezionato appositamente un nuovo reato e inasprite ulteriormente le pene. O che non siano donne, gay, transessuali o lesbiche perché per loro è pronta la normalizzazione forzata ad un aberrante modello di famiglia patriarcale da realizzarsi attraverso le proposte medievali dei vari Pillon e Gandolfini.
Di fronte ad un nemico che è comune sappiamo bene che la nostra arma migliore è la solidarietà, che respinga al mittente tutti i tentativi di seminare false divisioni tra italiani e stranieri, o di distinguere tra “buoni” (pacifici, democratici manifestanti da manganellare a sangue) e “cattivi” (pericolosi sovversivi da sbattere in galera). Sappiamo che nessuna guerra potrà mai risolvere i nostri problemi, se non quella che noi stessi dobbiamo condurre contro i nostri sfruttatori. Sappiamo che solo la solidarietà internazionalista tra gli sfruttati di tutti i Paesi potrà portare a quella fratellanza tra popoli a cui la Firenze popolare e antifascista, la parte migliore di questa città, aspira. Perché crimini come l’omicidio di Idy non debbano più ripetersi in futuro e perché la vergogna del razzismo e del fascismo finisca finalmente nella pattumiera della Storia.
Mai più morti per mano razzista e fascista!
Firenze Antifascista