Ritrovo:
Ore 7:45 al K100 Fuegos – Via Chiella 4 Campi Bisenzio
Ore 10:00 a Valibona
Ore 11:00
Recital Concerto “AZAD – Libertà” di e con Marco Rovelli e Sherat Akbal
tratto dal romanzo “La guerriera dagli occhi verdi” sulla lotta del popolo Curdo
Deposizione corona al ceppo commemorativo
Interventi e banchetti informativi
Ore 13:00 pranzo con panini e vino.
——–
AZAD – LIBERTÀ
da “La guerriera dagli occhi verdi”
La storia di una donna curda che, come tante sue compagne, non ha accettato di abbassare la testa di fronte all’oppressione e ha scelto di combattere non solo imbracciando il fucile ma portando avanti un nuovo ideale di libertà e democrazia.
La vita di Avesta Harun e la vicenda del popolo curdo vengono ripercorse nel recital Azad, Libertà. Il racconto viene scandito da momenti musicali in cui l’autore del libro, che è anche musicista (il suo ultimo album é stato candidato alla targa Tenco 2015), viene accompagnato da Serhat Akbal, straordinario suonatore di saz baglama, il tradizionale strumento a corde curdo (il suo album é in uscita per la prestigiosa etichetta Note). Le canzoni di Rovelli dedicate a chi cerca la libertà e i canti tradizionali dei curdi si alternano alla lettura recitata di brani del libro “La guerriera degli occhi verdi” per raccontare una storia che non è solo di Avesta, né solo del popolo curdo, ma di tutta l’umanità.
Marco Rovelli, scrittore e musicista, segue le tracce di Avesta Harun salita in montagna a 22 anni e uccisa due anni dopo dalle milizie del daesh in un’imboscata. In quei giorni le foto di questa ragazza dagli occhi verdi apparvero sui giornali e pc di tutto il mondo. Allora venne esaltato il coraggio di queste ragazze che sfidavano gli stereotipi maschilisti della cultura patriarcale combattendo a viso aperto i tagliagole dell’ISIS nel nome del confederalismo democratico di Abdullah Oçalan, il leader del Partito Kurdo del Lavoratori (PKK)
Ora sembra tutto dimenticato. L’Europa ha affidato a Erdogan il compito di fermare con ogni mezzo il flusso dei profughi e in cambio sta chiudendo gli occhi di fronte all’oppressione di un popolo.Ma una cosa dovremmo ricordare: se abbandoniamo chi è pronto a sacrificare la propria vita nel nome degli ideali di democrazia e libertà vuol dire che stiamo rinunciando quegli stessi ideali per noi.Per questo la loro lotta dovrebbe diventare la nostra lotta.