Giovedì 11 Maggio 2023 Convergenza culturale

Condividiamo dal Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

In preparazione del corteo del 13 maggio per la libertà sindacale

In preparazione del corteo del 13 maggio per la libertà sindacale

In preparazione del corteo del 13 maggio per la libertà sindacale.
In solidarietà a Luca Toscano, per il foglio di via da Campi Bisenzio, e a tutto il Si Cobas.
Per parlare dello sfruttamento nel settore moda.
Per la convergenza culturale.
Perché sono umano e umano è tutto ciò che mi riguarda.

Giovedì 11 maggio, h 18.00. Con Deborah Lucchetti (Abiti Puliti), Luca Toscano e Sarah Caudiero (Si Cobas)

A seguire apericena

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

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Sabato 6 Maggio 2023 Corteo antifascista. Chiudere casapound!

Chiudere casapound!

Chiudere casapound!

CORTEO ANTIFASCISTA
6 maggio ore 16.00 piazza Pier Vettori
CHIUDIAMO CASA POUND!

Chiudere le sedi fasciste vuol dire creare attorno a quegli spazi un clima tale per cui sia chiara la delegittimazione sociale e politica della loro azione.
Vuol dire palesare quanto siano avulse dal tessuto sociale dove vorrebbero portare la loro propaganda.
Chi vive la stessa condizione sociale vive gli stessi problemi frutto di politiche basate sulla privatizzazione e sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla donna e del territorio con l’unico obiettivo di fare profitti privati sulle spalle della collettività.
La loro azione serve questa strategia perché in qualsiasi contesto essi abbiano provato ad insinuarsi hanno sempre e solo fomentato le divisioni e disuguaglianze.
Non è un caso che le loro azioni più rilevante sul territorio fiorentino corrispondano alla strage di piazza Dalmazia contro lavoratori ambulanti senegalesi e il pestaggio in piazza Repubblica contro alcuni studenti.
La sede di Casa Pound in via dei Vanni è una provocazione alla città intera a cui gli antifascisti e le antifasciste di Firenze hanno il compito di rispondere.
Il corteo sarà aperto dallo striscione “Firenze è Antifascista”.
La nostra volontà è quella di rafforzare il più possibile il senso di unità e compattezza dietro questo striscione.
Allo stesso tempo riteniamo sia importante restituire l’idea di quante realtà si schierino per la chiusura di questa nuova sede di neofascisti.
Per raggiungere questo obiettivo diamo le seguenti indicazioni.
Non raccoglieremo adesioni in vista del corteo del 6 maggio.
L’adesione sta nella reale partecipazione alla giornata e alla sua costruzione.
Chiediamo quindi ad ogni realtà antifascista di fare proprio questo corteo e rilanciarlo nella forma che riterrà più opportuna.
Ogni realtà scelga la forma migliore per rendere visibile la propria presenza che sia attraverso cartelli o bandiere fino alla costituzione di un proprio spezzone.
Nel corteo ci sarà un furgone con amplificazione il cui microfono sarà a disposizione delle realtà antifasciste che vorranno intervenire.
Il corteo sarà determinato e militante ma anche chiassoso e rumoroso pertanto è auspicabile che ogni realtà porti in piazza un megafono per rilanciare cori e slogan.

Firenze Antifascista

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Venerdi 5 Maggio 2023 Jam Session

Jam Session

Jam Session

CIRCO JAM!
Non solo jam musicale, ma una jam di tutte le arti del mondo! Danza, poesia, giocoleria, magia, e tutto quello che può essere messo su palco e accompagnato da musica

PORTA IL TUO STRUMENTO
Sul palco troverai microfoni, batteria completa, 2 ampli per chitarra, 1 ampli per basso e basso elettrico. Porta quello che vuoi!

COME SALIRE SUL PALCO
Non ci sono prenotazioni: arrivi, aspetti la fine del pezzo in esecuzione, alzi la mano, e sali!

COME ESIBIRSI
Se vuoi esibirti in altre arti, lànciati sotto palco durante un pezzo in esecuzione, oppure ti daremo noi il contorno musicale! Danza, giocoleria o poesia, qualsiasi arte sarà stupenda accompagnata dalle note giuste!

COSA SUONARE
Potete fare quello che volete: intere cover, gorgheggi a caso, riff famosi, inventare su scale mai tentate… Il motto è “no virtuosismi, sì presobenismi”: non importa essere dei draghi, anche con poco può sempre nascere qualcosa di bellissimo!… Poi bhé se siete dei draghi viene ancora meglio!

HOUSE BAND
Ci saranno sempre 3 mesicistə (batteria, chitarra e basso) che apriranno le danze e se necessario durante la serata prenderanno posto per non lasciare mai nessuna postazione scoperta!
Salite sul palco e divertitevi!

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25 aprile 2023 – Valibona

Grazie a tuttə coloro che si sono unitə a noi nella camminata per Valibona e all’iniziativa, nonostante il maltempo e la pioggia del rientro.
Un grazie particolare agli Ex-Macelli per averci accompagnato con la musica nel racconto della battaglia di Valibona e della brigata Lupi Neri.
Di seguito riportiamo l’intervento iniziale:
“Come ogni anno il 25 Aprile i compagni e le compagne del Cantiere, assieme ai ragazzi di
Quinto, sono qui per festeggiare la liberazione dal nazifascismo, ascoltando la musica resistente degli Ex Macelli e eseguendo delle letture tratte dall’archivio dell’Anpi e dal testo “Campi Bisenzio un anno di guerra”, per poi salire al cippo a deporre la corona e omaggiare Lanciotto, Vladimiro, Vandalo, Guglielmo e tutti gli altri che persero la vita per un paese (e un mondo, vista la presenza degli internazionali) libero dall’oppressione nazifascista.
Non possiamo che iniziare questa nostra piccola riflessione se non denunciando lo schifo che ci fa questo governo e i suoi esponenti, che non perdono occasione per palesare le loro idee reazionarie e fasciste, tenute in qualche maniera a bada durante la campagna elettorale per rassicurare chi si doveva rassicurare, ma che adesso rendono evidente a tutti da che mondo vengano questi soggetti e i legami con esso che non hanno mai reciso. E così abbiamo avuto il “piacere” di sentire dal Presidente del Senato La Russa che l’azione di via Rasella fu una pagina ingloriosa della Resistenza e che il battaglione bersaglio dell’attentato era una sorta di coro di alpini pensionati, forse brilli. Chi conosce un po’ di storia e ha un po’ di onestà intellettuale sa che fu una pagina importante della Resistenza partigiana, e che l’eccidio delle Fosse Ardeatine che ne seguì, una delle stragi più efferate di quegli anni, dove a perdere la vita furono antifascisti, compagni, ebrei, eccetera. Non furono uccisi “solo perché italiani” come ama ripetere la Meloni, riproponendo in questa occasione la solita formula che viene utilizzata per le vittime delle foibe.
Perché alla fine l’obiettivo di questa destra, coadiuvata da certi pezzi di cosiddetta sinistra, è annacquare tutto in una retorica nazionale, in nome della quale mettere una pietra sopra al conflitto mai sopito tra neofascisti e antifascisti. Questo non lo possiamo e non lo dobbiamo permettere, la lotta politica e culturale al revisionismo, in questo senso, è fondamentale.
Se poi pensiamo alle recenti dichiarazioni di Lollobrigida, viceministro, fedelissimo e cognato della Meloni, sulla teoria della sostituzione etnica, una teoria che proviene dal mondo del neonazismo e del suprematismo bianco… Una teoria che però, a ben guardare, non è conosciuta solo da Lollobrigida: ci sono vari video di Meloni e Salvini che la citano.
Quindi, a seconda dei momenti, si danno una veste democratica, accettabile, e in altri strizzano l’occhio ai settori più radicali della destra: la realtà è fatta di un governo che aiuta i grandi industriali, incoraggia i furbetti e gli evasori, nega diritti e attacca frontalmente lavoratori e proletari in grave difficoltà economica.
Noi, compagne e compagni che non apparteniamo a nessun partito o sindacato, che facciamo dell’attivismo sociale e politico il nostro agire quotidiano, che aneliamo a un cambio radicale dell’esistente, sappiamo bene che molto, se non tutto, di quello che viene adesso rimproverato al governo di Fratelli d’Italia si poggia su ciò che è o non è stato fatto nei governi precedenti, in cui il Partito Democratico ha avuto più di una responsabilità. Non ci dimentichiamo Jobs Act, mancato ritiro dei pacchetti sicurezza, spinte guerrafondaie, solo per dirne alcune. E il bello è che ogni volta viene chiesto al “popolo della sinistra” di fare da argine all’avanzata del fascismo. Premettendo che non ci siamo mai fatti abbindolare da questa retorica, il risultato è sotto gli occhi di tutti: tra la destra e la sinistra che fa politiche di destra, la gente sceglie la destra. Oppure ci ritroviamo amministratori come l’ex sindaco di Campi Bisenzio, che lascia il Comune commissariato per un anno e adesso non è neanche capace di esprimersi in maniera netta contro l’aeroporto poiché “deve tenere insieme tutti i pezzi e fare sintesi”. Oppure un Giani che, al di là delle figurucce che colleziona in giro, ha gestito la pandemia in modo totalmente inadeguato e classista, vorrebbe imporci il nuovo aeroporto, ha imposto il rigassificatore di Piombino e ripropone l’incenerimento dei rifiuti come soluzione al problema. Ma di che ci meravigliamo, per uno che quando era presidente del Consiglio Regionale dava il patrocinio alle iniziative del Progetto Dinamo di Domenico Del Nero, espressione della realtà neonazista bonehead chiamata Lealtà e Azione.
Quello di cui abbiamo bisogno noi lavoratori, proletari, è una politica che dia risposte sul reddito e sui salari di fronte al carovita, che impedisca alle multinazionali di distruggere il tessuto produttivo di un territorio mettendo sul lastrico centinaia di famiglie, che smetta di pompare miliardi di euro provenienti dalle nostre tasse per produrre armi, proiettili, mine antiuomo, elicotteri e aerei, che abbandoni finalmente la NATO e la sua politica espansionistica e guerrafondaia.
Non accettiamo più che si debba andare a lavorare per neanche mille euro al mese mentre il costo delle case e affitti vanno alle stelle, con migliaia di famiglie sotto sfratto nella sola città di Firenze.
Non accettiamo più che multinazionali come Melrose – GKN, e loro galoppini alla Borgomeo, si comportino con l’arroganza che hanno dimostrato in questi anni.
Non accettiamo più che vengano prescritti esami urgenti ed invece le liste di attesa sono di anni oppure è proprio impossibile prenotare.
Non accettiamo più lo smantellamento del sistema sanitario nazionale in favore della sanità privata. Il diritto alla salute è di tutti e non solo di chi ha i soldi per pagarsi esami e terapie.
Non accettiamo più che i nostri soldi siano usati per produrre armamenti che vanno a ingrassare gli arsenali dei peggiori aguzzini, tipo la Turchia di Erdogan, l’Arabia Saudita di BinSalman e Israele.
Non accettiamo più che il nostro paese sia punteggiato di basi militari da cui partono armi e aerei che vanno a bombardare nei vari teatri di conflitto. Basi militari che peraltro contengono un numero imprecisato di testate nucleari.
E, in ultimo, non accettiamo più questo livello repressivo, che intimidisce, denuncia, incarcera e sempre più spesso uccide, coloro che lottano contro questo scenario. Per questo vogliano ribadire la nostra massima solidarietà a tutti i compagni e le compagne che vengono colpiti dalla repressione, comunque essa si manifesti. Solidarietà ad Alfredo Cospito, che con circa 180 giorni di sciopero della fame ha sollevato quel velo di indifferenza che caratterizzava la questione del 41bis, vero e proprio strumento di tortura di stato.
Infine un saluto militante e solidale ai prigionieri politici palestinesi, tra cui anche alcuni nostri amici e compagni, Bilal, Tawfeeq, Nidal e Mohammed. Arrestati dai sionisti per la loro attività politica e sociale da sempre svolta alla luce del sole nella gestione del Centro Amal al Mustaqbal, un centro giovani del Campo profughi di Aida, nei pressi di Betlemme.
Sempre dalla parte di chi lotta, mai da quella di chi sfrutta, bombarda, arresta e uccide.”

25 aprile 2023 - Valibona

25 aprile 2023 – Valibona

25 aprile 2023 - Valibona

25 aprile 2023 – Valibona

25 aprile 2023 - Valibona

25 aprile 2023 – Valibona

25 aprile 2023 - Valibona

25 aprile 2023 – Valibona

Il 25 aprile non è una ricorrenza
Ora e sempre resistenza!

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25 Aprile a Valibona

25 Aprile a Valibona

25 Aprile a Valibona

7:30 Ritrovo al @k100fuegos

8:30 partenza dal tiro al piattello alle Croci di Calenzano della camminata verso Valibona

11:00 interventi, letture e musica resistente con ExMacelli!

a seguire pranzo con panini&vino
…e dopo tutti in Santo Spirito con @firenzeantifascista!

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Il 25 aprile della Firenze Antifascista

Il 25 aprile della Firenze Antifascista

Il 25 aprile della Firenze Antifascista

Programma:
Ore 11.00 volantinaggio da piazza dell’Isolotto fino a piazza Santo Spirito
PIAZZA SANTO SPIRITO
Ore 15.00 intervento di apertura
Ore 16.30 saluto a Potente e CORTEO per le vie del quartiere, fino a piazza Tasso e ritorno in Santo Spirito
Ore 20.30 concerto e musica dal vivo con Malasuerte fi-sud

Durante tutta la giornata saranno presenti punti ristoro e banchini informativi.

Il ricavato della giornata andrà a sostenere l’autofinanziamento delle attività di Firenze Antifascista, le spese legali degli antifascisti sotto processo e a sostenere la partecipazione della Malasuerte fi-sud al Festival che si svolgerà a Cuba tra novembre e dicembre “Chocolate con Caffe” e le iniziative di solidarietà ad esso correlate.

Firenze Antifascista

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Arriva lui… bello bello…

Il fu Bussolin, da oggi Bussolini al merito, nonchè Segretario provinciale della Lega di Salvini, preciso come un orologio svizzero, fa la sua uscita sul 25 aprile con un’interrogazione a sindaco e assessore.

È preoccupato Bussolini che le oltre “due mila persone” che prendono parte alle iniziative del 25 aprile in piazza Santo Spirito, come recita la sua stessa interrogazione, diano vita ad uno spettacolo non in linea con i continui richiami al decoro urbano.
Propone quindi che vengano emesse “ordinanze” di divieto per evitare concerti e iniziative.
A questo punto perché invece non richiedere direttamente il “confino” o bel “foglio di via” per tutti gli antifascisti e le antifasciste dal Comune di Firenze? Ci sembrerebbe francamente più coerente e sincero!

Il caro nostalgico di buona famiglia però è in ottima compagnia.
Il PD infatti, il partito che “farà opposizione dura e intransigente al governo delle destre”, inciampa ancora sulla sua gamba destra e cede sempre più in quella direzione.
Senza la minima capacità di dare una lettura politica della provocazione del giovane rampollo cade nel tecnicismo e si lava le mani da ogni responsabilità: “ancora non ci è pervenuta nessuna comunicazione in merito”.

Cogliamo quindi l’occasione per ribadire questa fantomatica comunicazione già effettuata con la pubblicazione del programma de IL 25 APRILE DELLA FIRENZE ANTIFASCISTA.
Il 25 aprile 2023, come ogni 25 aprile da quasi 20 anni a questa parte, le iniziative di Firenze Antifascista prenderanno il via alle ore 15.30 in piazza Santo Spirito.
Dopo il saluto a Potente, verso le ore 16.30, partirà per le vie del quartiere il corteo che, dopo essere arrivato in piazza Tasso, farà ritorno in Santo Spirito dove, udite udite, avrà luogo il concerto della Malasuerte fi-sud.

C’è di più. Il concerto non sarà solo un momento di piacevole accompagnamento musicale alla giornata e di sana socialità ma servirà per autofinanziare un progetto che proprio la Malasuerte fi-sud sta sviluppando con l’ambasciata cubana: la raccolta fondi per istituire un’unità mobile pediatrica a Cuba. Ci sembra un’iniziativa, oltre che necessaria, anche doverosa verso chi manda in giro per il mondo medici e aiuti umanitari mentre il blocco economico imposto dagli USA vorrebbe intralciare lo sviluppo dei progetti del governo Cubano.

Forse un messaggio complesso per Bussolini e il governo di cui fa parte troppo impegnato invece a inviare in giro per il globo “solo” armi e militari a discapito di chi sotto quelle bombe muore oltre che delle nostre scuole, della nostra sanità e dei nostri trasporti.
Sia mai che poi qualcuno però cerchi di scappare da quelle guerre, vero Bussolini? Purtroppo oltre che nelle operazioni di terra sono bravi anche il quelle di mare. Sarà per quello che il Mediterraneo restituisce continuamente corpi di uomini, donne e bambini annegati.

Che volete farci… siamo fatti così e pensiamo siano fatte così anche le migliaia di persone a cui rinnoviamo l’invito ad esser presenti perché a questo genere di provocazioni non possiamo che rispondere con la partecipazione e il protagonismo di coloro che vivono di testa, pancia e cuore, non di ordinanze e divieti.
Buon 25 aprile… ma non a tutti.
Solo a coloro che credono sia ancora necessario seguire l’esempio di chi l’11 agosto 1944 liberò Firenze cantando “…non più guerra, non più distruzione… solo forza che sa costruir”!

Firenze Antifascista 25 Aprile

Firenze Antifascista 25 Aprile

Firenze Antifascista 25 Aprile

Firenze Antifascista 25 Aprile

Firenze Antifascista

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22 Aprile 2023 Giornata antifascista in Gavinana

Giornata antifascista in Gavinana

Giornata antifascista in Gavinana

Non passa giorno in cui qualche esponente del governo e di Fratelli d’Italia non se ne esca con qualche dichiarazione provocatoria rispetto a fatti storici legati alla Resistenza Antifascista.
In pochi giorni siamo riusciti a collezionare le dichiarazioni sulle Fosse Ardeatine della Meloni secondo la quale lì sarebbero state massacrate 335 persone “solo perché italiane” e quelle di Ignazio La Russa secondo cui i Partigiani avrebbero compiuto un’azione poco onorevole in via Rasella colpendo una banda musicale di pensionati anziché una colonna SS.

Sono provocazioni attraverso le quali coloro che sono cresciuti nelle file del neofascismo e oggi sono al governo cercano, da una parte di avvalorare l’idea secondo la quale i fascisti fossero “le vittime” e i partigiani “i carnefici”, dall’altra di dare sostanza attraverso la menzogna al sentimento nazionalista e di italianità.
Stanno cercando di piegare la verità storica per riabilitare e legittimare definitivamente la tendenza autoritaria e coercitiva del presente.

Ancora una volta lo stanno facendo in un contesto di guerra che li vede protagonisti a partire dalla vendita di armi: giusto per fare un esempio, Crosetto, oggi ministro della Difesa, fino al giorno della sua nomina era presidente della AIAD, per intendersi la Confindustria delle armi.
Sono fondi pubblici che per interesse privato, speculativo e imperialista vengono sottratti alla spesa sociale per esser destinati alle spese militari.
Nella preparazione del 25 aprile in piazza Santo Spirito, dell’intera giornata e del corteo che attraverserà San Frediano, chiamiamo tutta la Firenze Antifascista a scendere in piazza anche in Gavinana per dare un segnale respingendo queste provocazioni.
I Partigiani erano dalla parte giusta della storia e a loro dobbiamo la liberazione di Firenze l’11 agosto del 1944 mentre i franchi tiratori sparavano sui civili per terrorizzare la popolazione.

Per questo diamo appuntamento a tutti e tutte nel piazzale del CPA Firenze Sud alle ore 15.00 dove abbiamo installato la targa sull’eccidio di Pian d’Albero che è arrivata a noi dai partigiani della Brigata Sinigaglia.
Ci muoveremo quindi in corteo per raggiungere il monumento ai caduti di Pian d’Albero in piazza Elia Dalla Costa: quell’eccidio, commesso dalle SS sulla base di una spiata di alcuni fascisti della zona, dimostra una volta di più che contadini, partigiani e internazionalisti, venivano trucidati perché antifascisti e non certo per la loro nazionalità.

Faremo poi ritorno al CPA fi-sud dove a seguire verrà proiettato il video documentario “Brucia Ancora Dentro” a vent’anni dalla “Notte nera di Milano” quando il Dax fu ucciso dalle lame fasciste e i suoi compagni e compagne pestati all’ospedale San Paolo.
Infine cena popolare e raccolta fondi per la “Campagna 130mila”.

Il 25 aprile è divisivo? Che lo sia. Fuori da ogni retorica.
Perché con i rigurgiti della storia non abbiamo niente da condividere.

Firenze Antifascista

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Foglio di via da Campi Bisenzio per Luca: gravissimo attacco alle libertà sindacali e al diritto di sciopero!!

Ancora un attacco al sindacalismo di base, ancora un attacco a chi lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici.
Solidarietà al Si Cobas e a Luca Toscano

Foglio di via da Campi Bisenzio per Luca: gravissimo attacco alle libertà sindacali e al diritto di sciopero!!

Secondo la Questura di Firenze il coordinatore provinciale del nostro sindacato sarebbe un soggetto “socialmente pericoloso”. La prova? Il fatto di aver organizzato proteste e volantinaggi davanti ai negozi di #LiuJo durante la lotta dei lavoratori della #IronLogistics.

Questo foglio di via è un attacco inaccettabile alle libertà democratiche e sindacali. Un attacco a tutto il S.I.COBAS e a tutti i lavoratori e le lavoratrici che in questi mesi hanno deciso di unirsi al Sindacato a Campi Bisenzio dalle pelletterie dei brand di lusso ai magazzini della logistica.

Chi tocca uno tocca tutti. E infatti oggi in cento ci siamo riuniti in assemblea generale per organizzare insieme una risposta.

Deciso all’unanimità l’apertura dello stato di agitazione per le province di Firenze e Prato.

La Questura di Firenze pensa di mettere un freno alle lotte nella logistica e al movimento 8×5 con dei metodi che conosciamo bene. Già 4 anni fa ci avevano provato a Prato. Hanno perso nel 2019, perderanno anche questa volta.

È grazie al sindacato e agli scioperi che molti lavoratori di Campi hanno smesso di lavorare come schiavi riportando, dopo anni di “far west” di diritti, il rispetto di leggi e contratti nazionali in fabbriche e magazzini. Grazie alle lotte che vogliono criminalizzare decine di lavoratori prima a nero ora hanno un contratto regolare, con contributi regolarmente versati, paghe dignitose e orari di lavoro umani. A chi fa comodo questo foglio via?

Indietro non si torna. Stay tuned!

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Sabato 15 aprile 2023 Corteo contro tortura e 41 bis, contro repressione, stato di guerra e carovita, solidarietà a chi lotta!

Rilanciamo e partecipiamo al corteo dalle ore 16 in Piazza dell’Isolotto

Corteo contro tortura e 41 bis, contro repressione, stato di guerra e carovita, solidarietà a chi lotta!

Corteo contro tortura e 41 bis, contro repressione, stato di guerra e carovita, solidarietà a chi lotta!

Sono anni che viviamo ogni giorno le conseguenze della crisi del sistema capitalistico, che genera guerre, emergenze sanitarie, ambientali e sociali. Le cause della crisi sono da ricercare nel sistema stesso ed è necessario organizzarsi per invertire questa tendenza, perché a pagarne il conto siamo sempre e solo noi. Ma cosa succede quando ci organizziamo contro questa logica?
Se scioperiamo e lottiamo per ottenere un salario più alto, ci scontriamo con minacce, ricatti, lettere di richiamo, fino ad arrivare ai licenziamenti. Se blocchiamo un magazzino, rivendicando un contratto migliore, veniamo denunciate, inquisitite, spesso arrestate o peggio ancora investiti, come è successo, solo negli ultimi anni, ad Abd Elsalam, nel 2016, e ad Adil Belakhdim, nel 2021. Ma non dobbiamo avere paura perché è solo lottando che possiamo vincere e strappare migliori condizioni di vita. Nelle scuole siamo costrette a lavorare gratis e a mettere a rischio la nostra vita senza alcuna tutela, sono 18 le/i ragazze/i morte/i durante il PCTO, negli utili 4 anni. Quando come studenti e studentesse abbiamo manifestato contro tutto questo abbiamo ricevuto cariche, denunce e arresti. Anche quando ci opponiamo con l’arte veniamo perseguite penalmente. In ogni caso, quando alziamo la testa, veniamo represse. La lista è lunga ed il messaggio chiaro: mettere a tacere chiunque si opponga.
Il costo della vita è triplicato, dagli alimenti, all’energia, alle materie prime, mentre i nostri salari sono sempre più miseri con un sistema di welfare sociale inesistente, distrutto dalle politiche di privatizzazione. Le politiche economiche del governo Meloni, come la più recente eliminazione del reddito di cittadinanza, non fanno che peggiorare le nostre vite. In un paese che si vanta di avere una costituzione che ripudia la guerra, qualsiasi governo ha sempre agito in direzione opposta, a partire da quelli a guida PD, alimentando per i propri interessi economie di guerra con ingenti investimenti militari. Infatti molti investimenti pubblici sono dirottati per l’economia di guerra che alimenta la produzione e vendita di armi per cui il nostro paese primeggia. L’attuale governo non cela le proprie intenzioni, ma anzi si scaglia con tutta la sua intolleranza verso chiunque si opponga, criminalizzando qualsiasi azione o idea che non si piega alla sua logica. È la logica di uno stato in guerra, che per affrontare la crisi economica e l’adesione totale ai piani bellici della NATO, non può che accanirsi contro chiunque provi a mettergli i bastoni tra le ruote, con una gestione poliziesca delle contraddizioni sociali per farci accettare salari miseri, per toglierci tutti quei diritti essenziali, dalla sanità all’istruzione pubblica e farci vivere una costante precarietà abitativa ed esistenziale.
Pur di tenere insieme questo sistema marcio e pur di pacificare ogni forma di dissenso, lo stato sta sperimentando sempre nuovi modi per sedarci, controllarci, dividerci e reprimerci. La violenza inflitta dallo stato si manifesta in tante forme: dall’accanimento sulla socialità, col decreto rave e la militarizzazione delle nostre strade e piazze, agli sgomberi di occupazioni sociali e abitative; fino alla repressione nei confronti del sindacalismo di base, dei disoccupati organizzati e dei movimenti ambientalisti. È all’interno di questo scenario che bisogna cogliere il continuo inasprimento repressivo, che negli ultimi 30 anni si è caratterizzato con un progressivo accentramento dei poteri utilizzando l’emergenzialità per legittimare tutti i salti in avanti delle politiche autoritarie. Sulla punta del castello di carta del nostro stato “democratico”, si pone il regime di tortura del 41-bis, utilizzato anche contro i rivoluzionari prigionieri, nel tentativo di annientarne l’identità politica e sociale, con l’isolamento totale e la deprivazione fisica, sensoriale e affettiva. La tortura, in un sedicente “stato di diritto”, non potrebbe essere uno strumento di punizione nei confronti di nessuna. Eppure, attualmente, ci sono 728 persone costrette a vivere una stanza di 1.5x2m per ventitré ore al giorno, in completo isolamento, filmata 24h, senza la possibilità di informarsi su cosa succede nel mondo, con la possibilità di vedere la propria famiglia una sola volta al mese e separate da un vetro divisorio. Tra queste, c’è Alfredo Cospito, anarchico, che ha iniziato uno sciopero della fame lo scorso ottobre per protestare contro il 41 bis, le cui condizioni peggiorano ogni giorno. La nostra solidarietà ad Alfredo Cospito è, infatti, lotta alla repressione, per rompere i meccanismi di differenziazione e premialità, su cui la controparte fa leva per isolarci e dividerci, innescando percorsi de-solidaristici. È per questo motivo che rifiutiamo la logica dei buoni e dei cattivi, di quelli che si possono “recuperare” e quelli che invece sono da “punire”.
Si riempiono la bocca di parole contro la violenza, ma la agiscono ogni giorno su chi lavora, chi migra, chi lotta o, come nel caso di Cospito, chi decide di scrivere e diffondere le proprie idee contro lo stato. Morte in mare e morte sul lavoro sono all’ordine del giorno in Italia, mentre politici e grandi imprenditori si arricchiscono sulle nostre spalle. La violenza delle proteste è la risposta di chi subisce soprusi e sopraffazioni da tutta la vita, di chi non ha più niente da perdere o di chi ha il coraggio di opporsi a un sistema che sembra indistruttibile, ma che ha molti punti deboli, e desidera un mondo diverso.
In questo contesto di crisi costante, c’è solo una certezza: non possiamo accettare questo stato di cose, dobbiamo prendere coscienza che a vivere così siamo la maggior parte e che ribellarsi è giusto e necessario. Come fanno in Francia, dove un popolo si riconosce e lotta insieme, in tutte le forme, senza buoni e cattivi, per migliorare le proprie vite, in uno sciopero generalizzato che sta letteralmente bloccando li paese, mettendo in ginocchio produzione, settore logistico e apparato poliziesco.
Il futuro è incerto, ma questo presente è insopportabile. Non ci resta che scendere in piazza, riappropriarci delle nostre vite, riprenderci le strade e liberare il tempo, farla finta di ripetere il mantra che questo sia il migliore dei mondi possibili, ma soprattutto smettere di servire uno stato che non ci serve, ma anzi ci sfrutta ed isola, stringendo sempre più la morsa su chi non si allinea. La solidarietà, invece, deve essere nostra pratica comune, che si sviluppa tra tutti i soggetti colpiti dalla repressione: dai prigionieri politici fino ai cosiddetti comuni, lavoratori, studenti, immigrati, proletari e tutte le categorie che in questo sistema vengono sfruttate.

CORTEO CONTRO 41 BIS, TORTURA, STATO DI GUERRA E REPRESSIONE 15 APRILE PIAZZA DELL’ISOLOTTO ORE 16

Occupazione Corsica – Via Ponte di Mezzo 32 e CPA Firenze Sud

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