Venerdì 2 Settembre a Campi Bisenzio: liberiamoci dalla guerra!

Come in molti avevano previsto, l’invasione russa dell’Ucraina non si è risolta in breve tempo ma assume tutti i contorni di una guerra che durerà a lungo e che continuerà a portare i suoi frutti malati, fatti di bombardamenti, vittime civili, violenze, distruzione. Una guerra di cui i politici e i giornalisti cercano di nascondere le cause profonde, descrivendo Putin come un macellaio impazzito di recente e accusando chiunque non si arruoli al 100% nella retorica bellicista e antirussa di essere al soldo dello stesso presidente russo.

Non è questa la sede per fare delle analisi storico-politiche approfondite, ma è sotto gli occhi di tutti coloro che abbiano un minimo di onestà intellettuale il fatto che le rivolte di Piazza Maidan siano state un colpo di stato e che l’Occidente e la NATO stiano cercando di avanzare e di limitare il più possibile la Russia, in ripresa dopo la crisi profonda seguita alla caduta dell’URSS. L’ingresso di buona parte delle repubbliche ex sovietiche nella NATO (alleanza militare nata nell’immediato dopoguerra proprio in funzione antisovietica), con relativo dispiegamento militare (costruzione di basi, invio di soldati ed armamenti pesanti), rappresenta una sorta di accerchiamento e di sbarramento che i russi non possono accettare.

Ciò non ci porta certo a prendere le parti della Russia, nonostante le atrocità di cui si è macchiata la NATO in questi decenni e nonostante il fatto che la sua funzione originaria sia venuta meno da 30 anni. La Russia non rappresenta certo per noi un polo socialista ma neanche progressista a cui guardare con simpatia come militanti, lavoratori, proletari. Non lo è per la struttura economico-politica dello stato russo e non lo è per i rapporti politici che legano il blocco di potere putiniano alla destra europea e del nostro paese. E’ difficile non vedere come il governo russo rappresenti per le destre c.d. “sovraniste” (per loro sì!) un punto di riferimento e anche una fonte di grandi finanziamenti (vedi le varie inchieste su Lega Nord, Rassemblement National, Forza Nuova, la FPO austriaca, ecc).

Per non rimanere schiacciati tra Stati Uniti e Russia, per non subire e pagare le loro guerre, è necessario capire che l’attuale conflitto avviene sull’onda lunga della crisi del 2008, del 2011, della crisi pandemica e dei cambiamenti climatici. Ogni giorno diventa sempre più forte lo scontro economico, per chi ripaga il debito, per chi usufruisce dell’enorme liquidità finanziaria, per il controllo dei mercati in regime di sovrapproduzione, per le fonti energetiche, materie prime, industria estrattiva, porti, per gli spazi vivibili con la crescente desertificazione.

Tale scontro economico è tra chi sta in alto e chi sta in basso nella società, tra noi e loro, tra chi domina l’economia e chi ne è dominato. Ma lo scontro attraversa e divide anche coloro che dominano l’economia e che si spartiscono il mondo. Tra questa guerra “verticale” e guerra “orizzontale” c’è un rapporto stretto: tanto più veniamo arruolati nello scontro tra capitali, tanto meno riusciamo a difenderci dalla guerra che il capitale muove nei nostri confronti.

Solo così possiamo uscire dal vicolo cieco in cui ci stanno cacciando Biden, Draghi (e chi ne sosteneva il governo), Jhonson e compagnia, contestando radicalmente la politica guerrafondaia in atto e sabotando l’economia di guerra. Fermando l’invio di armi in Ucraina come in altre decine di teatri bellici, uscendo dalla NATO, pretendendo la fine delle servitù militari e la riconversione dell’industria bellica. Non certo sventolando bandiere della pace e bandiere dell’Ucraina, non certo invocando la fine delle ostilità mentre si vendono mine antiuomo e missili anticarro. A proposito vogliamo sottolineare, un’altra volta, l’ipocrisia di chi fa convegni sulla pace e poi definisce la Leonardo Spa un “fiore all’occhiello del nostro territorio”. E’ bene ricordarlo sempre, Leonardo, Thales e le altre fanno affari d’oro con questa guerra come con le altre, di cui alcuni esempi sono la guerra sporca di Erdogan contro i kurdi, quella di Israele contro i palestinesi e dell’Arabia Saudita contro gli yemeniti. Alla faccia della difesa della democrazia!

Senza contare che i miliardi di euro con i quali vengono finanziate le guerre vanno ad approfondire i tagli alla spesa sociale in un momento di crisi terribile come questo, con l’inflazione che galoppa e le famiglie che si impoveriscono a vista d’occhio.

In ultimo la questione ambientale: se la tutela di quel che rimane del pianeta e la “transizione ecologica” sono diventate irrinunciabili, la guerra ne è l’antitesi esatta, con la devastazione e il ritorno a combustibili fossili e industria bellica che porta con sé.

Forti di questi contenuti il 2 Settembre saremo in piazza a Campi Bisenzio dietro lo striscione “Il nemico è in casa nostra. Guerrafondai, padroni, governi, non pagheremo noi la vostra guerra”, e invitiamo tutti e tutte coloro si riconoscano nei valori del pacifismo, dell’anticapitalismo, dell’antifascismo e dell’internazionalismo a fare altrettanto.

Concentramento alle ore 21.00 in piazza Dante.

CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA, LOTTA DI CLASSE INTERNAZIONALISTA!
BASTA SPESE MILITARI E INDUSTRIA BELLICA! BASTA PROFITTI SPORCHI DI SANGUE!

I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio
Collettivo d’Ateneo Firenze

This entry was posted in Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, comunicati. Bookmark the permalink.