Condividiamo dal Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze
Noi l’abbiamo detto: Gkn non appartiene al fondo finanziario e in un certo senso non appartiene nemmeno solo a noi. Appartiene al territorio che la difende. Noi l’abbiamo detto e voi l’avete praticato. L’avete ribadito con i vostri corpi, con la vostra presenza nelle diverse date di mobilitazione.
Sarebbe egoistico da parte nostra coinvolgervi solo quando si tratta di essere “piazza”. Noi vogliamo invitarvi ad essere insieme a noi futuro, progetto, trattativa, strategia, tattica, vertenza.
La nostra vicenda deve essere una casa di cristallo dove ognuno possa vedere cosa succede. Lo facciamo per trasparenza. Lo facciamo per riconoscenza, per rendervi conto degli sforzi che avete fatto insieme a noi partecipando ai turni, cucinando, donando soldi, organizzando la protesta. Ed è un dovere minimo discutere con voi dei prossimi passi di una mobilitazione che vi appartiene.
Lo facciamo perché, che qua si vinca o si perda, questa nostra vicenda sia comunque lezione per il futuro. Possono toglierci tutto, ma non questo: la possibilità di imparare.
E lo facciamo soprattutto perché avremo bisogno dell’intelligenza di tutti. Gkn si salva come risultato di una intelligenza collettiva, sociale o sarà lentamente risucchiata nella normalità. E purtroppo normalmente le vertenze come le nostre perdono. Per questo faremo una assemblea cittadina giovedì 28 ottobre al Teatro Puccini alle h 20.30. Sarà come fare idealmente una nostra assemblea sindacale di fronte a tutti voi, con tutti voi.
La vittoria dell’articolo 28 è provvisoria. Provvisoria perché Melrose è stata costretta a ritirare la procedura di licenziamento per vizi procedurali, ma ad un certo punto potrà riaprirla. E’ provvisoria perché, in assenza di una legge contro le delocalizzazioni, la nostra vicenda è destinata a ripetersi. E’ provvisoria perché ci ha dato solo tempo. Ma per cosa vogliamo usare questo tempo?
Il rischio, vero e drammatico, è che questo tempo venga usato solo per bollirci a fuoco lento. Per elaborare strategie “rassicuranti” con cui chiuderci gradualmente. Ci viene offerto l’ammortizzatore sociale e l’attesa di un nuovo compratore. Ma la fabbrica potrebbe ripartire a produrre in qualsiasi momento. E dove sta scritto che debbano essere i soldi pubblici a mantenerci, nel frattempo, per coprire la ritirata a Melrose?
E, guardiamo in faccia la realtà, quante fabbriche e quante aziende sono state chiuse dopo anni di ammortizzatori e in attesa del cavaliere bianco – del compratore – che non arriva mai? Bekaert, Bluetech, acciaierie di Piombino, Arcerol Mittal e ora forse Whirlpool ecc. ecc.: l’elenco è lungo. Noi continuiamo ad insistere che se si lascia scappare Melrose, non c’è niente da attendere: lo Stato intervenga per fare da ponte pubblico e rimettere subito in produzione l’azienda.
Questo è il passaggio complesso che abbiamo di fronte ad oggi. Abbiamo preso tempo. Dobbiamo evitare che il tempo prenda noi. Se scambiamo una vittoria parziale per la vittoria definitiva, noi alla fine perderemo. Forse perderemo gradualmente, forse con onore, ma perderemo comunque. E non c’è altra via che affrontare questa vicenda come intelligenza collettiva da un lato e dall’altro rilanciare ed estendere la mobilitazione. Fuori dalla lotta, non c’è salvezza.
Sulla vicenda Gkn si scaricano trent’anni di attacchi al mondo del lavoro. Si scarica la prepotenza e l’arroganza di multinazionali e Confindustria. Si scarica un tentativo di contrapporre la questione sociale alla questione ambientale, usando la transizione climatica come scusa per tagliare posti di lavoro. In verità la transizione climatica, con tutti i fondi connessi, sarebbe invece la ragione principe perché la riconversione del settore dell’auto sia sotto guida pubblica.
Noi non ci siamo svegliati un venerdì di luglio con l’idea di cambiare il paese. Noi quel giorno eravamo in ferie. Poi ci hanno chiuso la fabbrica e abbiamo realizzato che questo era il mondo in cui viviamo. E che tutto questo mondo attorno contribuisce a chiudere la fabbrica. Per questo non abbiamo avuto altra scelta che provare a cambiare il mondo attorno. E ad affermare con la nostra lotta che un altro mondo è possibile, è necessario.
Per questo saremo in piazza il 30 ottobre a Roma con tutti i movimenti – da quelli sulla casa, a Fridays for future – che sfileranno contro il G20. Saremo in quella piazza promuovendo uno spezzone operaio, in richiesta dello sciopero generale. Sarà lo spezzone “Insorgiamo”. E vi chiediamo, anche lì, di venire con noi. Lo chiediamo al territorio, a tutte le lavoratrici e ai lavoratori, siano essi precari, fissi, autonomi e agli studenti. In pratica chiamiamo in piazza la nostra famiglia.
-Gkn appartiene al territorio che la difende. Vi abbiamo chiamato ad essere piazza, ora vi chiamiamo ad essere progetto, strategia, tattica, futuro.
-Gkn si salva con i nostri e vostri corpi. Ma si salva anche con tutte le nostre intelligenze.
-La mobilitazione vi appartiene. Discutete insieme a noi i prossimi passi.
-Abbiamo preso tempo. Ora dobbiamo stare attenti che il tempo non prenda noi.
-Senza una legge antidelocalizzazioni, senza continuare la lotta, scambieremo una vittoria parziale per una vittoria definitiva. E perderemo.
-Non possiamo essere una vertenza normale, perché purtroppo normalmente si perde.
-In questo mondo, i posti di lavoro si bruciano e le fabbriche come la nostra chiudono, magari dopo una lunga agonia fatta di ammortizzatori e promesse. Per questo siamo obbligati a cambiare il mondo attorno a noi.
Per tutte queste ragioni, il 28 ottobre terremo la nostra assemblea con voi e davanti a voi: giovedì 28 ottobre al Teatro Puccini dalle h 20.30.
Per tutte queste ragioni, il 30 saremo di nuovo a Roma. Riempiamo di nuovo i pullman. Venite con noi in pullman a Roma. Andiamo in mezzo a tutti i movimenti a dire che bisogna insorgere, che ora più che mai bisogna unirsi e che lo strumento principe per farlo si chiama sciopero generale e generalizzato. #insorgiamo