Ad un anno dalla morte di Manolis Glezos, partigiano della resistenza greca che nella notte tra il 29 maggio 1941 trafugò la bandiera nazista dall’acropoli e grazie alla missione sua, insieme ad Apostolos Santas, la mattina del 30 tutta Atene si svegliò vedendo sventolare la bandiera del proprio popolo e non quella dell’invasore sulla cima della città.
La strenua dedizione di tutta una vita, l’instancabile impegno per la resistenza ancora nei mesi successivi in carcere e sotto tortura fino all’evasione e poi la lotta partigiana durante la guerra civile.
Dopo la sconfitta della rivoluzione ellenica e l’instaurarsi di un regime fascista in grecia, a seguito della spartizione alla fine della seconda guerra mondiale, Manolis fu arrestato più volte come dissidente e condannato più volte anche durante la dittatura dei colonnelli.
Per tutta la vita Manolis Glezos lottò per la libertà del suo popolo: contro l’occupazione tedesca prima, contro l’occupazione inglese poi, sotto il regime dei colonnelli prima, sotto il regime dell’austerity negli ultimi anni prima di morire. Clandestino tra le vie di Atene, dall’acropoli alle carceri, alle torture, poi sulle montagne e dentro e fuori tra latitanza, tribunali, condanne e le lotte dell’EDA, poi all’isola di Nasso e infine dentro e contro i palazzi del potere.
Firenze Antifascista