“Un gruppo di partigiani guidato da Lanciotto Ballerini e Ferdinando Puzzoli parte il 15 settembre per Monte Morello, forse il primo gruppo di partigiani dell’intera Toscana che in maniera organizzata si sposta sui monti.
Nei mesi a seguire l’azione è incentrata sul vettovagliamento e sulla costituzione di una sufficiente dotazione di armi ed equipaggiamento.
Numerose volte Lanciotto torna a Campi Bisenzio per prelevare quello che amici e compagni erano riusciti a mettere da parte. Quando passa per le vie del paese i fascisti fingono di non vederlo per non doversi misurare con lui e perché è evidente da che parte sta la popolazione.
Gli ultimi giorni del 1943 Lanciotto si sposta con la sua banda da Monte Morello verso i monti del pistoiese.
Guida valorosamente la Brigata Lupi Neri per 4 mesi nelle sue molteplici azioni di guerra.
Durante la battaglia di Valibona, con soli 17 uomini affronta le forze nemiche e, dopo aver inflitto fortissime perdite, sì da costringerle a ritirarsi su posizioni retrostanti, assale arditamente da solo, a lancio di bombe a mano, l’ultima posizione che ancora minaccia la sorte dei suoi uomini.
Cade da eroe nel generoso slancio, colpito in fronte da fuoco nemico, sulla Calvana, il 3 gennaio 1944.
Dopo cinque giorni la famiglia Ballerini ottiene il permesso di recuperare il corpo, che si è conservato intatto a seguito delle temperature rigide e delle lievi nevicate.
All’arrivo in paese il carro che trasporta le spoglie di Lanciotto viene accolto da ali di folla. I fascisti allora transennano la casa e impediscono il corteo funebre e il rito religioso, ma tutto il paese si dà appuntamento al cimitero dove il parroco nonostante le minacce porta a termine il rito.
Vengono stampate e distribuite centinaia di foto di Lanciotto, consacrandolo così come uno dei simboli della lotta popolare contro il nazi-fascismo.”