La Solidarietà Antifascista funziona: RILANCIAMOLA
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Ci fa molto piacere confessarlo: il crowdfunding e la campagna di solidarietà “45.000 buoni motivi per essere Antifascisti” è andata ben oltre le nostre aspettative.
Nel giro di pochi mesi a partire da luglio sono state raccolte decine di migliaia di euro on line e attraverso le iniziative organizzate a Firenze e in molte altre città, per cui oggi possiamo dire con sollievo che mancano “solo” 9.000 Euro per raggiungere l’obiettivo di mettere in condizione i nostri compagn* condannati di sostenere una sanzione che non può essere elusa.
Il merito del risultato raggiunto fino ad oggi va, in pari misura, alle decine di compagn* che si sono impegnati a organizzare e pubblicizzare la campagna e tutte le iniziative che sono state portate avanti in questi mesi, e ai singoli antifascist* e a tutte le realtà collettive che hanno contribuito economicamente in un periodo che sappiamo essere di gravi difficoltà per molti. A tutte e tutti loro va il ringraziamento di Firenze Antifascista.
Al tempo stesso siamo consapevoli che non possiamo fermarci, perché l’obiettivo non è ancora raggiunto.
Per questo chiediamo a noi stessi e a tutt* gli/le antifascist* un ulteriore sforzo per donare, per rilanciare la campagna, per organizzare nuove iniziative. Per questo ci impegniamo a partecipare attivamente laddove si vorranno organizzare momenti di discussione e di solidarietà, perché la nostra è una campagna politica e non una richiesta assistenziale.
In questi mesi la macchina della repressione ha continuato a girare a pieno ritmo. A maggio con 12 arresti a Bologna i giudici hanno voluto colpire la solidarietà portata fuori delle carceri in rivolta. Nelle scorse settimane la persecuzione giudiziaria contro il Movimento No Tav ha portato alla restrizione in carcere di una compagna condannata in via definitiva per il reato di blocco stradale, a cui sono state negate le misure alternative proprio per la sua militanza. Allo stesso tempo nuovi processi si aprono, come quello contro 67 lavorator* e attivist* del sindacato Si Cobas a Modena impegnati nella vertenza contro Italpizza, città nella quale si arriva alla cifra esorbitante di 477 indagati per reati connessi alle lotte; quello contro 63 compagn* che nel 2016 manifestarono al valico del Brennero contro le politiche razziste dell’Italia e dell’Austria e che, accusati di devastazione e saccheggio, rischiano condanne fino a 15 anni; quello a Lecce contro 92 attivist* no tap accusati a vario titolo per le lotte condotte contro la devastazione ambientale del proprio territorio.
A tutte queste compagne e compagni, così come a tutt* coloro che subiscono quotidianamente i soprusi dello stato e dei suo sgherri nelle carceri nelle caserme e nelle strade, vogliamo esprimere, una volta di più, la nostra incondizionata solidarietà.
Se possibile, oggi più che mai riteniamo che la lotta contro la repressione sia centrale per ribaltare quei rapporti di forza che oggi ci vedono nella condizione di dover necessariamente resistere alla violenza e agli abusi di una classe dominante criminale e assassina e dei suoi servi.
Nella situazione presente non ci può essere una lotta sinceramente motivata e vissuta che non vada a scontrarsi immediatamente contro la violenza poliziesca e contro una impalcatura legislativa che, passando di “emergenza” in “emergenza” fino ad arrivare ai Decreti Salvini, non ha fatto altro che stringere nel tempo le maglie della repressione. Questa è la realtà che ci troviamo davanti e questo il compito che ci tocca. Di fronte a questo non possiamo e non vogliamo fermarci, ma al contrario vogliamo rilanciare le motivazioni alla base della nostra campagna.
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CHIEDIAMO A TUTTI E A TUTTE UN ULTIMO CONTRIBUTO!
Puoi donare qui
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