Novembre 2013, i leoni di casapound, ospitati alle Giubbe Rosse, aggrediscono due giovani compagni in piazza della Repubblica sotto gli occhi della digos fiorentina. Pochi giorni dopo Firenze Antifascista organizza un corteo che passerà molto vicino alla sede dei suddetti leoni (situata giusto di fianco a via Zara).
In quel corteo si respirava una giusta tensione, tanta voglia che la sentissero anche i vigliacchi nascosti nello sgabuzzino della questura che chiamavano sede. Tanti in quella piazza e tutti partecipi, fu espressa rabbia, solidarietà e compattezza. Una risposta pubblica che non aveva bisogni di scontri o dimostrazioni plateali: siamo tanti, siamo determinati, dovete tenere bassa la testa. Passa il tempo e arrivano le notifiche delle denunce prese quel giorno, travisamento c’è scritto, qualcuno aveva il casco, qualcuno la sciarpa sul viso, qualcuno aveva tirato su il bavero.
Oggi a distanza di 7 anni e due gradi di giudizio, quindici compagni/e hanno sul collo chi un anno, chi un anno e due mesi di condanne in appello, il massimo della pena erogabile all’epoca dei fatti. Se tutto ciò non bastasse ad alcuni è stata pure negata la condizionale.
Il 23 giugno avrà luogo l’ultimo atto di questo processo: la Cassazione. In un quadro che vede i fascisti garantiti dalle istituzioni, oggi come ieri, non ci aspettiamo altro da chi ha sempre difeso gli interessi delle classi padronali. Perché in fondo è utile difendere chi fomenta la guerra fra poveri e reprimere chi parla di riscatto sociale. Siamo coscienti di non essere sotto processo a causa di un casco in testa, ma perché antifascisti.In quanto tali rimaniamo determinati a non concedere spazi alle destre, a rivendicare le nostre pratiche, a far vivere ed estendere la solidarietà in tutti i modi di cui saremo capaci.
Firenze Antifascista