Contro i fascisti e chi li protegge, antifascismo militante!

Sabato 23 Marzo assisteremo all’ennesima uscita pubblica di Forza Nuova. Stavolta la città scelta per manifestare contro l’immigrazione e “celebrare” il centenario della nascita dei Fasci di combattimento è Prato. Forza Nuova infatti è un partito neofascista fondato nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello, ex militanti dei NAR e di Terza Posizione e coinvolti nello stragismo degli anni Settanta/Ottanta. Per questo sono fuggiti in Inghilterra, dove hanno potuto vivere indisturbati e anzi sono diventati imprenditori di successo, cosa che consente loro di finanziare il partito.
Dunque un partito che si rifa all’ideologia del ventennio, che strizza l’occhio all’area più conservatrice e retriva della Chiesa, che ha tendenze negazioniste, antisemite, omofobe e xenofobe, che sostiene la teoria della “sostituzione etnica” (dipingendo l’immigrazione come un fenomeno orchestrato da potentati sovranazionali che mirano così a indebolire l’Italia e l’Europa) così come dice di voler combattere l'”ideologia gender”.
Negli anni i fascisti di Forza Nuova si sono resi protagonisti di aggressioni squadriste ai danni di migranti (si ricordino ad esempio i raid punitivi contro i bengalesi a Roma), omosessuali, militanti di sinistra e semplici cittadini che avevano la colpa di essere vestiti o di comportarsi in maniera “alternativa”. Vicini a Forza Nuova erano gli assassini di Nicola Tommasoli, il ragazzo di Verona pestato a morte per non aver dato una sigaretta ai neofascisti. Così come vicino a FN (e ancor più alla Lega, con la quale i rapporti sono piuttosto stretti, vedi la “carriera” di Borghezio) era Luca Traini, lo “sparatore” di Macerata, al quale il partito di Fiore ha offerto fin da subito sostegno politico e legale.
Ma non è solo colpa della destra e della Lega se siamo arrivati a questo punto. I neofascisti si sono nutriti innanzitutto del revisionismo portato avanti anche dal centrosinistra, PD in testa, che in nome di una inconcepibile “memoria condivisa” ha teorizzato l’equiparazione tra partigiani e repubblichini, ha contribuito a quella che è un’operazione di falsificazione storica bella e buona come quella fatta sulla vicenda delle foibe. I governi e le giunte locali di centrosinistra hanno tollerato i fascisti, hanno consentito loro di aprire decine di sedi in tutta Italia, in alcuni casi hanno addirittura patrocinato le loro iniziative (come ha fatto il Consiglio regionale della Toscana con quelle di Lealtà e Azione/Progetto Dinamo, anche questi a braccetto con la Lega), hanno fortemente e ripetutamente condannato le azioni degli antifascisti, che negli anni si sono sempre mobilitati contro Forza Nuova, Casapound, ecc, etichettandoci come “fascisti rossi” e contribuendo a generare il clima grazie al quale oggi decine di militanti antifascisti sono sotto processo e rischiano pesanti condanne. Proprio oggi sono arrivate le sentenze ai danni di 13 compagn*: 1 anno di galera per “travisamento”, cioè per essersi coperti il volto in occasione di una manifestazione del novembre 2013 in risposta al pestaggio da parte di Casapound di un militante di sinistra. Senza dimenticare che se oggi i neofascisti proliferano e partiti come la Lega godono di un largo sostegno elettorale parte della responsabilità è anche di chi in questi anni ha rincorso la destra sui temi della sicurezza, del degrado e della lotta all’immigrazione (con i vergognosi accordi con la Libia stipulati da Minniti, ad esempio).

Ribadiamo quindi la solidarietà a tutt* i/le compagn* condannat* e sotto processo, invitando tutt* a partecipare alle future mobilitazioni che si terranno a Firenze nei prossimi mesi. A polizia e magistratura rispondiamo che non ci fermeranno, che la giusta lotta contro il fascismo e per una società più libera ed equa non si fermano con denunce, arresti e condanne, né consentendo che questi rifiuti dell’umanità girino indisturbati per le nostre città.
Per tutti questi motivi rivendichiamo oggi la necessità di scendere in piazza e mobilitarsi contro il fascismo in tutte le sue forme, dal basso e senza delegare nessuno, men che meno in periodi di campagna elettorale.

Le compagne e i compagni del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio

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